LABICO (Roma) 17 agosto 2014 – Ieri sera, a seguito di una segnalazione giunta al pronto intervento 112, i Carabinieri della Stazione di Labico sono intervenuti presso l’abitazione di un’anziana signora di 81 anni, dove era stata segnalata la presenza di un grosso serpente. La donna aveva trovato il rettile sul piatto della doccia e, in preda allo spavento, era fuggita di casa per chiedere aiuto ai vicini che hanno immediatamente chiamato i carabinieri. I militari intervenuti sul posto hanno trovato il serpente, di circa due metri, ancora all’interno dell’abitazione e con l’aiuto di personale della sala operativa della Guardia Forestale di Roma, hanno accertato trattarsi di un rettile denominato “Natrix”, una biscia d’acqua inoffensiva. Accertato che il rettile era innocuo e non pericoloso, i militari lo hanno catturato rinchiudendolo in uno scatolone e liberato nelle campagne circostanti.
Natrix (Linnaeus, 1758) è un genere di ofidi della famiglia Natricidae diffuso in Eurasia. Gli esemplari del genere sono comunemente noti come bisce o serpi. Il genere comprende tre specie certe (N. natrix, N. tessellata, N. maura); una quarta specie, N. megalocephala, endemica del Caucaso e classificata vulnerabile dallo IUCN, è considerata dubbia da alcuni autori (Böhme 1999).[1]
Biologia
Le Natrix sono serpenti prevalentemente acquatici e si possono rinvenire vicino a raccolte d'acqua dolce di ogni tipo. È possibile comunque trovarli anche a grande distanza dall'acqua. Le N. tessellata, a volte, si avventurano anche in acqua salata.
Si nutrono generalmente di anfibi come il rospo comune e le rane, che ingeriscono vivi senza ucciderli dopo averli immobilizzati, ma anche di pesci e piccoli mammiferi.
Quando si sentono in pericolo, simulano la morte come difesa (tanatosi): si immobilizzano ed espongono il ventre al predatore; contemporaneamente aprono la bocca ed espellono dalla cloaca un fluido nero e maleodorante che imita il fetore di un cadavere.
Le Natrix non sono velenose, ma come molti altri colubri possiedono delle ghiandole particolari (ghiandole di Duvernoy) in grado di secernere delle sostanze che sembrano facilitare la digestione e dotate in alcuni casi, proprio come nelle Natrix, di proprietà tossiche in grado di paralizzare o uccidere la preda. Ad ogni modo sull'uomo queste sostanze, che non sono assolutamente definibili veleni (le ghiandole di Duvernoy sono diverse dalle ghiandole velenifere), non hanno alcun effetto, ma agiscono solo sui piccoli animali di cui questi serpenti si nutrono. [2]
Natrix (Linnaeus, 1758) è un genere di ofidi della famiglia Natricidae diffuso in Eurasia. Gli esemplari del genere sono comunemente noti come bisce o serpi. Il genere comprende tre specie certe (N. natrix, N. tessellata, N. maura); una quarta specie, N. megalocephala, endemica del Caucaso e classificata vulnerabile dallo IUCN, è considerata dubbia da alcuni autori (Böhme 1999).[1]
Biologia
Le Natrix sono serpenti prevalentemente acquatici e si possono rinvenire vicino a raccolte d'acqua dolce di ogni tipo. È possibile comunque trovarli anche a grande distanza dall'acqua. Le N. tessellata, a volte, si avventurano anche in acqua salata.
Si nutrono generalmente di anfibi come il rospo comune e le rane, che ingeriscono vivi senza ucciderli dopo averli immobilizzati, ma anche di pesci e piccoli mammiferi.
Quando si sentono in pericolo, simulano la morte come difesa (tanatosi): si immobilizzano ed espongono il ventre al predatore; contemporaneamente aprono la bocca ed espellono dalla cloaca un fluido nero e maleodorante che imita il fetore di un cadavere.
Le Natrix non sono velenose, ma come molti altri colubri possiedono delle ghiandole particolari (ghiandole di Duvernoy) in grado di secernere delle sostanze che sembrano facilitare la digestione e dotate in alcuni casi, proprio come nelle Natrix, di proprietà tossiche in grado di paralizzare o uccidere la preda. Ad ogni modo sull'uomo queste sostanze, che non sono assolutamente definibili veleni (le ghiandole di Duvernoy sono diverse dalle ghiandole velenifere), non hanno alcun effetto, ma agiscono solo sui piccoli animali di cui questi serpenti si nutrono. [2]


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