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Il giallo di Reggio Calabria, scoperto ed arrestato l'assassino di Viale Pio XI°, contendeva la donna del legittimo sposo polacco

E' stato fermato dalla polizia il responsabile dell'omicidio di Marcin Krol, il polacco di 38 anni, ucciso giovedì a Reggio Calabria con alcuni colpi di pistola. Si tratta di Pietro Bruno, di 36 anni, nei confronti del quale è stato eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica reggina. Il movente dell'assassinio, fonte Ansa, è stato passionale. Bruno, infatti, aveva una relazione con la moglie della vittima. L'omicidio è avvenuto al culmine di una lite.
REGGIO CALABRIA, RISOLTO IL GIALLO DI VIALE XI°:È STATO PIETRO BRUNO AD UCCIDERE IL MURATORE POLACCO DI 38 ANNI MARCIN KROL RIVALE IN AMORE?
Domenico Salvatore
REGGIO CALABRIA, cielo, sole, aria e…piombo.Risolto in tempo reale, il giallo di Viale Pio XI°. L’omicidio del cittadino di origini polacche Krol Marcin alias Strojek Rafal Krzysztof, avvenuto un paio di giorni fa in una traversa del Calopinace, tra il Ponte di San Pietro e quello di Sant’Anna, nei pressi della sala giochi e scommesse denominata Passion 365. A sparare, al culmine di una lite furibonda, è stato Pietro Bruno, 36 anni, contitolare della sala giochi. Non si sarebbe trattato di un omicidio premeditato. E nemmeno di un delitto di mafia. Questo, comunque, lo stabilirà il p.m. coordinato dal procuratore capo della Repubblica, Federico Cafiero De Raho. Anche questa volta la Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, è riuscita a fare chiarezza, in una vicenda solo apparentemente facile. Non solo non ha testimoniato nessuno, dei  presenti, ben numerosi a mezzogiorno, ma lo hard disk del sistema di video sorveglianza era stato asportato. Anche l’Adn kronos offre un’immagine chiara delle modalità del delitto…”


È stato fermato questa mattina a Reggio Calabria dagli investigatori della Squadra Mobile il presunto autore dell'omicidio di Marcin Krol (a Reggio Calabria sotto il falso nome di Rafal Krzysztof Strojek), avvenuto alle ore 12.30 circa del 20 agosto 2014, in Via Pio XI, nei pressi della sala giochi e scommesse denominata Passion 365. Si tratta di uno dei soci del locale, il trentaseienne reggino Pietro Bruno. Nei suoi confronti, la Procura di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di fermo per omicidio aggravato e per detenzione e porto di una pistola.Dopo il delitto, Bruno si era dato immediatamente alla fuga, facendo perdere le proprie tracce fino a questa mattina, quando è stato sottoposto al fermo. Passionale il movente dell'omicidio: Bruno aveva infatti una relazione con la moglie del polacco ucciso, anch'essa di origini polacche. 

La vittima è stata raggiunta da quattro colpi di pistola nella regione toracica e da un quinto colpo al braccio. Nel corso del sopralluogo sono stati rinvenuti 2 ogive e 3 bossoli cal. 7.6, mentre all'interno della sala giochi i poliziotti verificavano che l'hard disk del sistema di video sorveglianza era stato portato via, sicché non era stato possibile visionare le immagini, potenzialmente utili alle indagini, riprese dalla telecamera puntata direttamente sulla strada in direzione del marciapiede dove giaceva il cadavere. Portato in Questura, al termine degli adempimenti di rito, il fermato è stato condotto in carcere a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Una tresca amorosa che andava avanti da tempo, conclusa in tragedia. 

Davvero una brutta fine per il polacco, tradito dalla moglie, ammazzato dal rivale; un figlio allo sbando. 

Roba da articolo 587, sia pure con la variante …Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.”Una storia, che in qualche modo, richiama alla mente la vicenda di Paolo e Francesca, narrate abilmente dal padre Dante, nel V Canto dell’Inferno …”Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,/prese costui de la bella persona/che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. /mi prese del costui piacer sì forte,/che, come vedi, ancor non m'abbandona./Amor condusse noi ad una morte./Caina attende chi a vita ci spense./Queste parole da lor ci fuor porte…/” . 

Chi si aspettasse la resa-consegna dell’assassino è rimasto deluso. Pietro Bruno, non aveva nessuna intenzione di consegnarsi alle forze di polizia accompagnato dall’avvocato; e, protetto da qualcheduno si è nascosto. Ma la Squadra Mobile guidata dal primo dirigente Gennaro Semeraro, lo ha scovato ed arrestato Nei suoi confronti, la Procura di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di fermo per omicidio aggravato e per detenzione e porto di una pistola. Rivale in amore od amante, pista passionale, delitto amoroso, l’autopsia, il funerale, il processo, il carcere, il cimitero, il Consolato, l’Ambasciata, la gogna mediatica, le polemiche, l’omertà che regna sovrana e cuce le bocche a doppia mandata…Tutto è chiarito, cala il sipario sull’ennesimo delitto in città e provincia, profondo Sud, solita routine quotidiana, pane & piombo. Il fai da te della Giustizia. Diverso lo spaccato giornaliero nella forma; ma, nella sostanza non cambia nulla: stavolta, niente femminicidio, uxoricidio, stillicidio lugubre di donne ammazzate.

 Oggi, a prescindere, si scrive su un omicidio; su un ominicidio, il morto comunque c’è. La barbarie, anche. Te la do io “la culla del diritto”! Il dialogo, il confronto, la Legge, il buon senso, il bon ton? Sono andati a patrasso. Il destino, cinico, crudele e barbaro ha dato una mano alla donna. Senza volerlo, lei d’improvviso, si è liberata di due ‘padroni’. Unica vera vittima di questa tragedia dell’emigrazione, ( a Reggio Calabria sono presenti circa diecimila stranieri: Romania     2.118; Marocco   1.714;         Filippine         1.460;        Ucraina      806; Polonia  586; India       514; Federazione Russa (Russia)         325; Moldova 240; Repubblica Popolare Cinese (Cina); 223; Tunisia 152; Albania151; Seychelles 121; Nigeria        116; Algeria 96; Sri Lanka (ex Ceylon)   80; Brasile         70;    Kosovo       51;     Bulgaria    45;     Senegal 44;         Spagna     42;      Macedonia 39;      Regno Unito     37;    Francia 33; Germania 26;Grecia 26;Argentina 24; Turchia         24;    Cuba 23; Tanzania      23; Mauritania 21; Stati Uniti d'America         21; Slovacchia 20;       Iran 19; Pakistan        18;    Colombia 17;      Canada       17…) è il figlio di dieci anni, che si porterà appresso per tutta la vita, questo ‘bel’ ricordino. Ultima, superflua domanda sulla clandestinità:Come mai la vittima, aveva diversi nomi? Domenico Salvatore

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