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Ha le ore contate il killer del polacco ucciso stamani sulla via Pio XI° a Reggio Calabria

Un polacco di 38 anni è stato ucciso a colpi di pistola in via Pio XI. Dai primi accertamenti compiuti dagli investigatori della polizia di Stato, pare che l’uomo si trovasse all’interno di un bar frequentato abitualmente da stranieri quando ha avuto una lite con un’altra persona che ha fatto fuoco e poi si è dileguato. Il grave fatto di sangue è avvenuto intorno alle ore 12:30. Sul posto, gli specialisti del Gabinetto regionale di polizia scientifica hanno repertato cinque bossoli. I Vigili del Fuoco hanno collaborato con la Polstato per la verifica-controllo in temmpo reale delle immagini di una telecamera fissa
MEZZOGIORNO DI FUOCO IN VIA PIO XI° A REGGIO CALABRIA, UCCISA UNA PERSONA DI NAZIONALITÁ POLACCA, RAFAL STROJEK DI 38 ANNI, MURATORE, SPOSATO, INCENSURATO: CONFLITTO D’INTERESSI O MOTIVI PASSIONALI? CHI HA TIRATO FUORI LA PISTOLA, L’HA FATTO PER UCCIDERE
Domenico Salvatore

Non dovrebbe essere un delitto di mafia. Sebbene, le indagini, in casi del genere, siano orientate a 360°. ‘Mezzogiorno di fuoco’ sulla Via Pio XII°, a poche centinaia di metri da “Villa San Pietro”, come è stata ribattezzata la famigerata Casa Circondariale, che si affaccia sulle bretelle del Calopinace; ma anche  vicino al ponte di Sant’Anna. Un cittadino di nazionalità polacca, Rafal Strojek, di 38 anni, è stato ucciso nella tarda mattinata, intorno a Mezzogiorno, a Reggio Calabria in circostanze che sono in corso d'accertamento. 

L'omicidio, dice un lancio dell’Ansa, è avvenuto in una strada della periferia cittadina ed a sparare è stata una persona armata di pistola, che si è poi allontanata; proprio davanti ad un pubblico esercizio, affollata di gente giunta lì per dissetarsi, prendere un caffè, un cannolo od un aperitivo. Quattro o cinque i colpi sparati contro il polacco, che è morto all'istante. Sul movente dell'omicidio, su cui indaga la polizia di Stato diretta dal questore Guido Nicolò Longo (operativamente il capo della Squadra Mobile Gennaro Semeraro ed il capo della Squadra Omicidi), non si esclude al momento alcuna ipotesi. Gary Cooper, (Sceriffo Willy Kane) e Grace Kelly, ( Amy Fowler Kane)   non c’azzeccano ma l’allegoria calza a pennello…”Il film è ambientato nella cittadina di Hadleyville, nel Territorio del Nuovo Messico, e narra la vicenda di uno sceriffo che si sente moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che sta per giungere in città, ma viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini. Will Kane,  fonte Wikipedia, dopo aver riportato la legge e l'ordine, sposa la quacchera Amy Fowler. Subito dopo il matrimonio dà le dimissioni e la cittadina attende per il giorno successivo l'arrivo del nuovo sceriffo. Kane riceve però un telegramma, dal quale apprende che con il treno di mezzogiorno arriverà Frank Miller, un uomo da lui arrestato e condannato all'ergastolo cinque anni prima, ora sorprendentemente graziato. Ad attendere Miller alla stazione ci sono altri tre banditi che lo aiuteranno a portare a termine la promessa vendetta. Lo sceriffo cerca di formare una squadra di agenti giurati per affrontare Miller, ma, con un pretesto o con un altro, tutti i cittadini preferiscono abbandonarlo al suo destino e molti gli chiedono di lasciare la cittadina per evitare la sparatoria, che darebbe a Hadleyville una cattiva reputazione. Qualcuno, come il titolare di un albergo-saloon, arriva a rimpiangere i tempi in cui Miller spadroneggiava spavaldamente in città prima che Kane lo arrestasse e ponesse fine all'anarchia ed alle prepotenze del bandito e della sua banda. La giovane moglie di Kane, che per motivi religiosi professa avversione a ogni genere di violenza, vorrebbe che il marito lasciasse subito la città, ma Kane rifiuta, consapevole che Miller, assetato di vendetta, lo cercherà per ucciderlo e prima o poi lo troverà. Amy decide allora di partire da sola con il treno, pur essendo combattuta dal desiderio di restare con il suo uomo quando questi dovrà affrontare i fuorilegge. Convinta a non abbandonarlo proprio dalla ex amante di Kane, Helen Ramirez, sarà proprio Amy l'unica persona ad aiutarlo, sparando a uno dei banditi. Alla fine Kane riesce ad avere la meglio, e solo allora i cittadini si riversano nelle strade rimaste deserte. Senza una parola, prima di allontanarsi in calesse con la moglie, Kane getta con disprezzo nella polvere la sua stella di sceriffo”.

Secondo la prima sommaria ricostruzione dell’omicidio, le prime voci che circolavano stamani, un paio di persone, erano intente a discutere animatamente nei pressi di un pubblico esercizio sulla via Pio XI°.Dal diverbio-battibecco, si sarebbe passati all’alterco, se non alle mani. Questo, lo stabiliranno le indagini, che sono coordinate dal p.m. di turno che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. L’antagonista, ad un certo punto ha estratto una pistola di grosso calibro che teneva infilata nella cintola dei pantaloni e da corta distanza ha cominciato a far fuoco. Se siano stati cinque o sei colpi, questo lo stabilirà l’autopsia, affidata al perito settore, nominato dal tribunale. La vittima, Rafal Strajek, 38 anni di origini polacche, alla vista dell’arma ha tentato di darsi alla fuga, per sottrarsi alla furia omicida, ma non ne ha avuto il tempo. Il killer ha preso la mira ed ha esploso numerosi colpi in rapida successione, che hanno raggiunto il rivale in punti vitali: al tronco ed al capo. Lo Strajek, è stramazzato al suolo, sul marciapiedi, in un lago di sangue. Nulla ha potuto il personale sanitaria del 118, intervenuto sul posto; se non certificare il decesso per ferite d’arma da fuoco. Poco dopo sono giunti pure: il medico legale, per la perizia necroscopica esterna sul cadavere, alla presenza del magistrato e gli operai della ditta di Pompe Funebri, che hanno rimosso il cadavere e lo hanno trasportato all’Istituto di Medicina Legale, dove verrà eseguita l’autopsia. Poi, la salma verrà restituita ai parenti per la celebrazione dei funerali, che si svolgeranno in forma pubblica. Salvo diversa decisione per motivi di ordine pubblico e sicurezza, del questore di Reggio Calabria, Guido Nicolò Longo. Scattata la macchina investigativa, intorno al vasto comprensorio è stata organizzata la solita “cintura militare” in sinergia con Carabinieri, Guardia di Finanza, CFS e Polizia Penitenziaria. Alla ricerca dell’esecutore materiale del delitto e per risalire al movente dell’omicidio. C’erano testimoni oculari, ma di più, non è stato possibile sapere. Anche perché, siamo in una zona ad alta densità mafiosa, dove l’omertà che cuce le bocche a doppia mandata, per paura di rappresaglie e vendetta anche trasversali, regna sovrana. Nessuna illazione trapela, nemmeno, a proposito delle perquisizioni domiciliari dei pregiudicati della zona, loro alibi-orario e stub. Nemmeno si ha notizia di alcun ritrovamento di macchine o scooter bruciati, usati per la fuga. L’arma del delitto, non è stata ancora ritrovata. Le indagini non sono facili. Gli elementi in mano alla polizia non sono pochi ma, serve pure la collaborazione del cittadino e forse di qualche telecamera fissa. Si parte dai rilievi, dai reperti e dagl’interrogatori: E qualora sia disponibile anche dal fascicolo presso gli uffici giudiziari. La Comunità polacca,  non è la più diffusa in città. Al primo posto ci sono i Rumeni; poi vengono i Filippini, quindi  i Marocchini,  gli Ucraini, Polacchi, Albanesi, Indiani, Cinesi ecc. che comunque sono meno di diecimila.

Sul territorio, come tutti sanno, si spara solamente quando lo decidono i clan di mafia. Salvo alcune deroghe, tipo la difesa dell’onore personale e familiare ed il business del ‘cavallo di ritorno’ e qualche altro settore remunerativo. La città, è lottizzata, come spiegò in conferenza stampa l’allora procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone; e sono egemoni in questa zona, Modena-San Sperato-Cannavò, San Cristofaro, Spirito Santo, Via Pio XI°, San Giorgio Extra, Ciccarello, Viale Europa ecc. le cosche dei Borghetti-Caridi-Zindato, Rosmini, Libri e Serraino (ed in parte gli zingari di ‘Ciccarello’). Alcune urla, segnale di una lite in corso, e poi l'eco degli spari in rapida successione: è quanto hanno sentito alcune persone che si trovavano sul posto in relazione all'omicidio del cittadino polacco Rafal Strojek, di 38 anni, ucciso nella tarda mattinata in una via della periferia di Reggio Calabria. L'omicidio è accaduto sull'uscio del palazzo in cui abitava Strojek, che viveva in Italia da alcuni anni e faceva il muratore. L'uomo conviveva con una polacca ed aveva un figlio di dieci anni. La Squadra mobile di Reggio Calabria, che sta svolgendo le indagini, sta ricostruendo il giro delle conoscenze e delle frequentazioni di Strojek nel tentativo d'identificare l'assassino. Un dato certo è che chi ha atteso Strojek sotto casa aveva una questione pendente con lui che ha portato alla lite al culmine della quale si è verificato l'omicidio. Nessun dubbio, inoltre, sulla volontà omicida di chi ha sparato, vista le reiterazione dei colpi di pistola, che hanno raggiunto la vittima al torace, provocandone la morte istantanea. Il fatto che la vittima fosse incensurata fa pensare ad un movente non legato a fatti di criminalità, bensì a questioni d' interesse o passionali. Al momento, però, in questo senso, dalle indagini non sono emersi elementi certi. Da un momento all’altro, si attendono grosse novità. La resa-consegna del reo confesso, accompagnato dal suo legale di fiducia. O l’arresto dell’assassino ad opera delle forze di polizia. 

Domenico Salvatore








Il video girato pochi minuti dopo l'omicidio

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