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CICLISMO: LUTTO PER MORTE MARTINI, MAESTRO DI VITA E STORICO CT AZZURRO

Milano, 26 agosto 2014 - Il mondo del ciclismo è in lutto per la morte di Alfredo Martini. Lo storico ct della nazionale italiana si è spento ieri sera nella sua abitazione a Sesto Fiorentino in modo «naturale e senza grande sofferenza», come ha riferito Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo. Martini è nato a Firenze il 18 febbraio 1921. Fu il ct per antonomasia della Nazionale azzurra di ciclismo e dello sport italiano in genere: ruolo di commissario tecnico cui approdò nel 1975 e che onorò sino al 1997 per poi interpretare quelli di supervisore delle rappresentative azzurre e di presidente onorario della Fci. Già protagonista nelle categorie minori; già professionista dal 1941 al 1957 con successi al Giro dell'Appennino, al Giro del Piemonte, in tappe del Giro d'Italia e del Giro di Svizzera. Fu compagno di squadra e confidente di Fausto Coppi. Poi, una volta chiusa la carriera da ciclista, divenne direttore sportivo di squadre di lignaggio vincendo il Giro d'Italia 1971 con lo svedese Goesta Pettersson. Martini portò da ct sei medaglie d'oro dei professionisti con Francesco Moser nel 1977 a San Cristobal, Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood, Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs, Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix e Gianni Bugno nel 1991 a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm. A questi titoli vanno aggiunte sette medaglie d'argento e sette di bronzo. Martini rappresentò la coscienza del ciclismo: l'uomo capace di impartire lezioni di vita prima ancora che di sport. Nella giornata di oggi saranno noti luogo e giorno delle esequie

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