VIBO VALENTIA. Stamani, in diverse località della provincia vibonese, nonché in Roma, Milano, Bologna, Monza, Padova e Messina, i militari dei locali Comandi provinciali della Guardia di finanza e dei carabinieri, supportati dai Reparti competenti sul territorio nazionale, hanno eseguito, in varie regioni d'Italia e sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, un provvedimento di applicazione di misure di prevenzione ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti della 'ndrina Tripodi di Portosalvo di Vibo Valentia. L'attività, denominata "Libra Money", costituisce il prosieguo dell'indagine "Libra", portata a compimento nel maggio dello scorso anno e che aveva visto, in quella sede, l'esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dall'Ufficio gip della Procura della Repubblica di Catanzaro nonché la contestuale esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Catanzaro per complessivi 40 milioni di euro, che aveva permesso di accertare l'operatività della citata cosca "Tripodi", le dinamiche interne ed esterne, e le illecite attività esercitate mediante: l'infiltrazione, attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell'edilizia: nei lavori pubblici lungo la costa vibonese, dove il sodalizio esercita il proprio predominio; opere pubbliche realizzate in altre località del territorio nazionale; l'utilizzo di numerose società riconducibili alla cosca, che costituiscono lo strumento per la commissione dei reati e in particolare per l'accaparramento degli appalti, tanto da poter far ritenere la cosca una vera e propria holding di 'ndrangheta; l'usura, accertata in particolare nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione; le estorsioni ai danni di altri operatori economici, attuate anche attraverso l'imposizione: del pagamento di fatture per prestazioni in realtà mai eseguite; dell'acquisto di beni e prestazioni d'opera dalle ditte riconducibili al sodalizio; il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio anche attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio regionale del 2010, in seguito eletto.
Il provvedimento odierno, eseguito su obiettivi diffusi in Calabria, Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, aggredisce cespiti patrimoniali riconducibili al clan per complessivi 45 milioni di euro. Per dieci soggetti è stata inoltre richiesta l'applicazione di misure di prevenzione personali. Gli accertamenti economici-patrimoniali-finanziari, eseguiti congiuntamente dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e dal Reparto operativo – Nucleo investigativo dei carabinieri di Vibo Valentia, hanno permesso di accertare la riconducibilità alla cosca di 25 aziende, 42 tra terreni e fabbricati e 16 autoveicoli, tutti sottoposti a sequestro in data odierna. Tra i beni destinatari del provvedimento spiccano 2 bar ubicati in pieno centro a Roma, un altro ubicato in provincia di Milano e immobili di pregio ubicati in Roma e Milano. I particolari dell'attività di servizio sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Prefettura.
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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