SCUOLA - L’anno prossimo si aprirà con 8.094 presidi: 2.100 in meno rispetto
al 2011, due tagli su tre al Sud
La sensibile riduzione mantenuta in vita malgrado la Consulta, con
sentenza 147/2012, avesse espresso parere contrario a soppressioni e
accorpamenti di istituti scolastici autonomi. In assenza di accordo in sede di
Conferenza Stato-Regioni, valgono ancora i parametri stabiliti dal D.P.R.
233/98 (scuole da 500 a 900 alunni, con deroghe a 400 su territorio per un
terzo montano, 300 per territorio montano e piccole isole) e non quelli culminati
nella Legge Tremonti-Gelmini 111 del 2011 che ha fissato
l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi di scuole d'infanzia,
primaria e medie con meno di mille alunni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la nostra battaglia legale contro la
soppressione illegittima di migliaia di scuole non si ferma, difenderemo sino
all’ultimo i diritti dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie
danneggiate. Soprattutto in Sicilia e Sardegna, dove malgrado l’alto numero di
alunni “dispersi” il dimensionamento è stato più severo. Già diversi Tar e il
Consiglio di Stato hanno dato ragione al sindacato.
Il prossimo anno scolastico si aprirà con 8.094
presidi, circa 2.100 in meno rispetto al 2011/12, quando erano 10.211: il dato
ufficiale è contenuto nel decreto del Miur contenente il contingentedei dirigenti scolastici assegnati ad
altrettante scuole autonome dal prossimo 1° settembre. Il sensibile decremento
di istituzioni scolastiche si deve alla lunga serie di cancellazioni e
accorpamenti introdotti nell’ultimo triennio, ma soprattutto alla Legge
Tremonti-Gelmini 111/2011 che ha introdotto parametri minimi di iscritti
spiccatamente più elevati rispetto al passato. Con il risultato di produrre una
lunga serie di sparizioni e fusioni di istituti, che hanno ridotto
drasticamente la qualità dell’offerta formativa italiana.
Anief ricorda che è particolarmente grave che
questo processo non solo non si sia arrestato, ma che non fossero state
ripristinate le sedi scolastiche autonome illegittimamente tagliate o
accorpate: nel frattempo, infatti, la Corte Costituzionale, attraverso la sentenza 147 del 2012, ha ritenuto "costituzionalmente illegittimo" l'articolo 19,
comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, proprio nella parte
che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole
dell'infanzia, elementari e medie che per acquisire l'autonomia sarebbero
dovuti "essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le
istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree
geografiche caratterizzate da specificità linguistiche".
Un concetto ribadito dal Consiglio di Stato, con la sentenza n.2032/2012, che ha chiesto al Miur anche appositi decreti per
motivare la ripartizione squilibrata, sistematicamente a danno del Meridione,
degli organici dei docenti riguardanti gli ultimi tre anni: uno studio
dell’Anief ha evidenziato che in tredici anni si è passati dal rapporto 1 a 5
al rapporto 1 a 7 tra sedi direzionali e plessi decentrati o istituti
accorpati. Con il 66,5% dei tagli delle scuole autonome che è avvenuto al
Sud-Isole, proprio dove è più alto il tasso di abbandono dei banchi. In
particolare, in Sicilia e Sardegna sono state tagliate due scuole autonome su
tre, nonostante gli alti e allarmanti numeri sulladispersione scolastica riscontrati proprio nelle due isole maggiori.
A dispetto delle decisioni dei giudici, nell’ultimo
biennio abbiamo assistito ad un abbattimento notevole di plessi e scuole
autonome: solo nel 2012 sono stati cancellati in maniera illegittima 1.567 sedi
amministrative (scuole autonome) di circoli didattici, istituti comprensivi e
medie. Nell’anno che si sta concludendo, con il D.M. 573/2013 sono stati
assegnati 8.047 dirigenti e Dsga per dirigere e amministrare 57.216 plessi
scolastici, ma la rete delle scuole autonome è stata decisa ancora una volta
dalle Regioni sulla base di una legge (111/11) che è stata dichiarata in parte
incostituzionale nel dimensionamento delle scuole elementari e medie (art. 19,
c.4) e in parte rimane valida soltanto per il corrente anno scolastico per le
reggenze delle scuole superiori (art. 19, c. 5).
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
organizzativo Confedir, aveva denunciato l’illegittimità di questo processo nel
settembre 2012 e nel gennaio 2013, scrivendo anche di suopugno ai Governatori. Ma invano. Poi, nell’ottobre
2013 aveva chiesto modifiche al decreto legge sulla scuola. Anche questa
richiesta non ha avuto effetti, costringendo così il sindacato – in difesa
degli interessi di famiglie e personale docente e Ata – a rivolgersi ai
tribunali. E proprio i tribunali, ad iniziare da quelli del Lazio e della
Sardegna, nel corso di quest’anno scolastico hanno dato ragione sempre più ai
ricorrenti, proprio in assenza di risposte coerenti e legittime dei
Governatori.
“La Consulta –
commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief – oltre a ripristinare il principio di leale collaborazione tra Stato e
Regioni, aveva inviato un chiaro segnale al Governo e all’amministrazione
scolastica: bisognava ritenere illegittima la norma della Legge 111 del 2011
che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi di scuole
d'infanzia, primarie e medie con meno di mille alunni. L’Anief difenderà sino
all’ultimo i diritti dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie
danneggiate. Per questo abbiamo attivato le procedure per ricorrere al Tar del
Lazio e ottenere giustizia”.
Anief ritiene che siano stati violati i criteri per
l’assegnazione dell’autonomia disposti dal D.P.R. 233/98 oggi ancora in vigore (scuole
da 500 a 900 alunni, con deroghe a 400 su territorio per un terzo montano, 300
per territorio montano e piccole isole), anche per l’accordo mai raggiunto, in
sede di Conferenza Stato-Regioni, per la definizione di nuovi parametri. Non
aver adottato questi parametri, ma il dimensionamento illegittimo derivante dai
piani di razionalizzazione (L. 244/2007, L. 133/2008, L. 111/11, L. 135/12), ha
prodotto, negli ultimi sei anni, non solo la sparizione di migliaia di scuole,
ma anche di circa 200mila tagli di posti, tra docenti e personale Ata. A
proposito del personale non docente, l'Anief ha calcolato che solo nell'ultimo triennio sono stati cancellati 44.500 Ata. Cui
vanno aggiunti 2.395 direttori dei servizi generali e amministrativi: in tutto
47mila posti in meno, che corrispondono ad un quinto del totale degli Ata.
Per salvaguardare la titolarità di tutto il
personale perdente posto, ma anche i diritti degli alunni e delle rispettive
famiglie, cui viene negata senza logica la frequenza dell'istituto scolastico
prescelto, Anief continua a tenere aperta la possibilità di ricorrere: basta
scrivere a dimensionamento@anief.net.
Per approfondimenti:
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