MAFIA: ENNESIMO COLPO DELLA DIA AI
PATRIMONI MAFIOSI.
La
Direzione Investigativa Antimafia di Palermo sta ultimando l’esecuzione di un
provvedimento di sequestro di beni riconducibili a PARRA Stefano, 47enne, imprenditore di Partinico (PA) del settore delle
cave, del calcestruzzo ed edile, ritenuto appartenere all’associazione
criminale denominata “cosa nostra”.
L’ammontare
del patrimonio sottoposto a sequestro è di oltre 360 milioni di euro.
Tra
i beni sequestrati cave, società, immobili, rapporti finanziari ed altro.
AI
PATRIMONI MAFIOSI.
La Direzione Investigativa Antimafia ha
sequestrato nel palermitano il patrimonio riconducibile all’imprenditore Parra
Stefano, 47 enne di Partinico (PA), ritenuto collettore degli interessi mafiosi
in quel territorio, sia nella gestione delle cave, connessa alla
commercializzazione delle materie prime riferite all’attività estrattiva, sia
nell’aggiudicazione di appalti pubblici.
L’odierno provvedimento ablativo,
emesso dal Tribunale di Palermo, Sezione MP, Presidente Dott.ssa Silvana
Saguto, scaturisce da una proposta del Direttore della D.I.A., Arturo De
Felice.
La locale Direzione Distrettuale Antimafia
sosterrà l’accusa nel dibattimento, susseguente all’odierno sequestro.
Il Parra, già destinatario della misura
di prevenzione personale della sorveglianza speciale di PS, è stato tratto in
arresto nel maggio 2000, su provvedimento del GIP del Tribunale di Palermo,
perché ritenuto responsabile di appartenere all’associazione criminale
denominata “cosa nostra” e di partecipare agli scopi e alle finalità della
citata consorteria mafiosa. Più in particolare, il Parra aveva consegnato circa
5 Kg di esplosivo ed alcuni metri di miccia a lenta combustione ad emissari di
“cosa nostra”, presso la cava ubicata in Montelepre (PA) di proprietà di D’Arrigo
Leonardo, cl. 1930, esponente di rilievo della consorteria mafiosa del
territorio di Partinico, suocero dello stesso PARRA. L’esplosivo in argomento
era stato utilizzato per fare brillare una caverna, nella quale erano stati
occultati i cadaveri di taluni personaggi, assassinati ad opera di affiliati
della citata “famiglia” mafiosa.
Nel provvedimento restrittivo di cui
sopra, Parra Stefano, unitamente ad altri sodali, veniva indicato quale
personaggio che, nella sua qualità di socio o titolare di aziende operanti nel
settore edile, era in grado di pilotare l’aggiudicazione di appalti pubblici
nei comuni di Montelepre, Borgetto e Partinico, attraverso il collaudato
sistema della preventiva consegna ai titolare delle aziende stesse, delle buste
contenenti le offerte presentate dalle altre imprese che partecipavano alle
varie gare d’appalto, violando quindi, con il citato “modus operandi”, l’esito
finale delle stesse. Infatti, al Parra venivano contestati numerosi episodi di
turbativa d’asta, relativi all’aggiudicazione di appalti pubblici in quei comuni.
Proprio attraverso le perizie
effettuate sulle buste contenenti le domande di partecipazione alle gare, le
intercettazioni telefoniche ed ambientali, i riconoscimenti fotografici, i
rapporti di conoscenza e frequentazione con i sodali all’organizzazione
mafiosa, scaturivano gli elementi di colpevolezza nei confronti del Parra che
facevano emergere, in modo evidente, il ruolo di primo piano svolto dallo
stesso nella gestione illecita degli
appalti pubblici nell’ambito del mandamento di Partinico, quale anello di
congiunzione tra il suocero, D’ARRIGO Leonardo, e l’ambiente esterno.
Gli accertamenti svolti dal personale
del Centro Operativo D.I.A. di Palermo hanno consentito di evidenziare
complessi ed articolati intrecci societari, anche per il tramite di interposta
persona fisica e giuridica, a mezzo dei quali il proposto è riuscito a
controllare un considerevole patrimonio societario ed immobiliare.
Il patrimonio sottoposto a sequestro è
stato valutato in oltre 360 milioni di
euro e comprende tre cave, otto società di capitale con relativi compendi
aziendali, due imprese individuali, ventisei terreni, numerosi magazzini, varie
abitazioni, tra cui quattro in ville, quattro impianti fotovoltaici, dodici rapporti
bancari e finanziari .-
Palermo,
18 luglio 2014.
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