Cinquefrondi (Reggio Calabria) – Michele Galimi ritorna sulla questione dei lavori di rifacimento del campo sportivo promossi dall’amministrazione Cascarano, esprimendo, in negativo, la sua opinione: «Non riesco a comprendere come, - rileva il consigliere di minoranza - per un’opera sbandierata ai quattro venti come l’opera dell’anno, partorita per giunta quasi a fine mandato, gli amministratori siano riusciti a combinare un pasticcio incomprensibile, penalizzando di fatto e per la modesta cifra di 40/50.000 € la cittadinanza e le società sportive condannandole a giocare perennemente in campionati al di sotto della promozione».
A Galimi proprio non va giù il ridimensionamento del terreno di gioco che immagina quasi come una inutile forzatura atta al mero impiego dei finanziamenti ricevuti e non già alla salvaguardia delle priorità tecniche che avrebbero – a suo avviso – potuto riformulare il progetto garantendone la piena funzionalità dimensionale originaria. Un gioco al ribasso - questo in sintesi il ragionamento di Galimi - accettato consapevolmente dagli amministratori gabbando i cittadini con manifesti farlocchi in danno delle reali potenzialità della struttura e ciò nonostante attuato pur di poter essere “speso politicamente” nella speranza di goderne i benefici come una sorta di futura cambiale all’incasso adoperata per coagulare consensi politici nel corso della campagna elettorale in divenire per le amministrative del 2015.
Quindi l’appello al sindaco: «Ricorro, se non altro, al buon senso del sindaco - riprende - e chiedo che vengano da una parte reperiti i fondi mancanti per realizzare la piena funzionalità dello stadio e dall’altra, ove possibile, che venga approvata una variante ai lavori in corso d’opera, per far si che la struttura sia omologabile per le categorie superiori. Credo che sia quanto mai necessario, anche in relazione al momento difficile che stiamo attraversando, pensare e progettare la Cinquefrondi del domani e non semplicemente impiegare fondi su opere, per il dovere di farlo, che rischiano poi di non risultare funzionali al 100%».
Giuseppe Campisi

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