PRESENTATI I PRIMI DATI DELLA RICERCA SULLE ODV: FARE VOLONTARIATO PORTA A UNA MAGGIORE FIDUCIA NEGLI ALTRI, MA A UNA MAGGIORE SFIDUCIA VERSO LE ISTITUZIONI E LA POLITICA
Reggio Calabria, 21/6/2014
“Presidiare fortemente l’area della gratuità significa sottolineare, anche in una società permeata da individualismo, consumismo e privatismo, l’importanza di un’azione volontaria vista come impegno personale ed organizzato che viene donato alla comunità e alla società locale e si trasforma in risorsa collettiva, per ridurre le ingiustizie, sostenere i più deboli e gli esclusi, aumentare il grado di fiducia negli altri e nelle istituzioni, farsi carico delle questioni sociali non efficacemente affrontate dalle agende pubbliche, favorire la coesione sociale ed una buona convivenza civile tramite legami sociali rafforzati e vitali”. Lo ha sostenuto Emma Cavallaro, presidente nazionale della ConVol aprendo i lavori dell’Assemblea che si sta svolgendo a Reggio Calabria.
“Occorre accendere i riflettori sull’azione volontaria, una leva che, se ampiamente dispiegata, consente di costruire solidarietà, rafforzare lo spirito di cittadinanza, evitare la distruzione dell’etica pubblica e contrastare gli effetti più drammatici della crisi” ha proseguito Emma Cavallaro. “Così si può dimostrare a tanti, e ai giovani in particolare, che non esiste un pensiero unico né tanto meno la necessità di rassegnarsi e uniformarsi ai comportamenti distruttivi della coesione sociale. L’azione volontaria rappresenta la base su cui costruire il proprio impegno personale e la principale modalità per manifestare il proprio spirito civico”. Emma Cavallaro ha sottolineato poi che per riuscire ad orientarsi all’interno di quello che è stato recentemente definito il “magma” del Terzo Settore o del non profit c’è bisogno di aprire nel Paese un grande dibattito evitando però la “brutale” scorciatoia di un Testo Unico del Terzo Settore e l’annullamento delle specificità che ci sono e devono essere valorizzate. “E questo non significa rinchiudersi in un recinto identitario ma al contrario sviluppare un confronto a tutto campo con altre realtà, forti della consapevolezza del ruolo che dovremmo e potremmo giocare per ricostruire capitale sociale, contrastare le culture distruttive e ridurre le disuguaglianze sociali” ha aggiunto Emma Cavallaro.
L’Assemblea ConVol è stata pensata come un’importante occasione di riflessione per indagare ed esaminare bene le sfide e i rischi che ConVol incontrerà nel prossimo triennio. Proprio per questo l’Assemblea è stata aperta dalle relazioni di Ugo Ascoli dell’Università Politecnica delle Marche, di Giorgio Marcello e di Sabina Licursi dell’Università della Calabria che hanno preso spunto dai primi dati della ricerca che la ConVol sta realizzando in Italia, “Le trasformazioni delle Organizzazioni di Volontariato”. La ricerca, la cui raccolta dati si è appena conclusa, ha inteso, da un lato, fare il punto sulle trasformazioni in atto nelle Organizzazioni di Volontariato e, dall’altro, costruire una sorta di identikit socio-culturale del “volontario”, cioè di colui che presta la sua attività gratuitamente presso organizzazioni piccole o grandi del Terzo Settore. È stato somministrato un questionario a quasi 900 organizzazioni selezionate in tutto il Paese. Sono stati intervistati oltre 1000 volontari tramite la costruzione di un campione statisticamente rappresentativo.
Dalla ricerca si evince che le persone che fanno volontariato, una volta presa la decisione di aderire ad un’organizzazione, mantengono il loro impegno per molti anni e mostrano una dedizione “robusta”, fatta di molte ore al mese. Fare volontariato al Sud non rivela grandi differenze rispetto all’impegno nel Centro-Nord, tutti i volontari danno un giudizio positivo dell’organizzazione nella quale operano. Si voleva verificare anche come l’attività di volontariato potesse influenzare il senso civico, l’impegno sociale e politico, la fiducia nelle istituzioni, la fiducia negli altri. Dalla ricerca emerge un quadro assai differenziato: fare volontariato aiuta a relazionarsi con gli altri e quindi incrementa la fiducia negli altri; fare volontariato invece non conduce a una maggiore fiducia nelle istituzioni e nella politica. Confrontarsi quotidianamente con le problematiche sociali e allo stesso tempo con le carenze del Welfare e le rigidità della burocrazia fa sì che emerga un giudizio critico assai forte: tra i volontari si evidenzia una valutazione assai severa nei confronti dell’attuale politica italiana. Ma c’è un altro dato interessante: i volontari del Sud appaiono leggermente più impegnati politicamente rispetto ai volontari del Nord.
Un altro degli obiettivi della ricerca è quello di ricostruire le tendenze e i cambiamenti delle OdV italiane. A questo riguardo, in particolare si è indagato il profilo istitutivo delle associazioni, la loro dimensione politica, la tenuta del criterio della gratuità. I primi risultati della ricerca consentono di fotografare un volontariato che si divide tra le organizzazioni del settore socio-assistenziale e sanitario, per un verso, e quelle di advocacy, per un altro. È un dato che andrà indagato ulteriormente, ma che lascia immaginare un avvicinamento della solidarietà organizzata alle nuove emergenze sociali.
La presidente nazionale della ConVol, Emma Cavallaro, dopo aver ricordato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, ha dato lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha espresso il suo “vivo apprezzamento per lo sforzo di operante solidarietà che anima e sostiene l’impegno quotidiano della ConVol”, sottolineando come “il volontariato rappresenti nella storia italiana un impegno prezioso di impegno civile ispirato ai valori della gratuità e della partecipazione”. I lavori dell’Assemblea proseguono con il dibattito e si concludono domenica con le votazioni per l’elezione del presidente e del comitato di presidenza.
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