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San Lorenzo (RC) Cancellata la "fabbrica della morte" dell'olio d'oliva di Contrada Agrifa, al suo posto, l'ASED di Melito Porto Salvo

La nuova sede Ased a Marina di San Lorenzo. Tante le personalità, invitate; compresi: il vescovo di Reggio Calabria e Bova monsignor Giuseppe Fiorini Morosini; il vicepresidente della Provincia di Reggio Giovanni Verduci; l'assessore   all'Ambiente Francesco Pugliano; il sindaco di Roghudi, Agostino Zavettieri; il responsabile pastorale di zona don Benvenuto Malara. Della tre giorni culturale, faceva parte integrale la presentazione di un libro dedicato al militare scomparso a cura di un giornalista locale e saggista, che ha scritto pure altri libri (Giuseppe Toscano, corrispondente locale della "Gazzetta del Sud"). Presenti: il direttore generale dell'INAIL Giuseppe Lucibello; Il vocario diocesano don Giovanni Polimeni, in sostituzione del vescovo "impossibilitato" a partecipare; il presidente della Confindustria Andrea Cuzzocrea per…precedenti impegni
SAN LORENZO (RC) C' QUALCOSA DI NUOVO OGGI NEL SOLE, ANZI D'ANTICO…UNA FABBRICA PER LO STOCCAGGIO DELL'OLIO D'OLIVA? NO, STOCCAGGIO DELLA SPAZZATURA
Domenico Salvatore

La chiara e dolce voce della giornalista Concetta Schiariti, ha fatto da cicerone. Un timbro limpido, efficiente e funzionale ma anche efficace. Il menager dell'ASED, Saro, ha fatto le cose per bene; ed ha raccolto i complimenti (scontati ed inevitabili) dei vari oratori, che si sono susseguiti al microfono dell'ambone. Non ha mischiato i suoi affari con il decennale della morte del fratello generale dell'Esercito Italiano, Michelangelo Azzarà. Nemmeno l'unione dell'utile con il dilettevole. Semplicemente ha commemorato il fratello. Ed era pure giusto dedicare questo spazio all'ex direttore generale dell'azienda di famiglia. Le radici di tutto l'ambaradan, le aveva messe la buon'anima del cavaliere Giuseppe Azzarà, che abbiamo avuto l'onore ed il piacere di conoscere; anche la gentile consorte. Riparava e costruiva macchinari per il bergamotto. Da qualche parte potremmo avere qualche fotografia. Poi vennero le altre società…la "Cav. Giuseppe Azzarà; la "Concessionaria Aprisud"; quindi la "Compagnia Euroclean" ed infine l'ASED. Scrivemmo pure qualche "scartoffia". Saro, ha fatto scrivere un libro  a firma di un corrispondente locale della prestigiosa testata giornalistica "Gazzetta del Sud". Michelangelo Azzarà, un grande benemerito personaggio della cultura e del giornalismo, di cui abbiamo già detto. Mai abbastanza però. La sua memoria è dunque eternata. Scripta manent, verba volant. Sicuramente, più del nostro sonetto, che abbiamo inserito nella raccolta di poesie, di prossima pubblicazione, se tutto vada bene. L'invito  personale, una telefonata, una chiamata de visu, non c'era. Tanto per cambiare. Ma figurati….Però figurava sui manifesti, sulle locandine, su internet ed in redazione. Arriviamo sul tardi. La cerimonia è nel pieno svolgimento. C'è una marea di gente. Entriamo, scattiamo stringiamo qualche mano ed usciamo. Non serve altro. La famigerata fabbrica dell'olio d'oliva di "Saltolavecchia" alias Marina di San Lorenzo, ideata, programmata, progettata, finanziata, appaltata e costruita, non aprì mai i battenti. Troppi morti ammazzati. Intervenne la magistratura che sul territorio coordinava il lavoro investigativo di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Ma la 'ndrangheta, non poteva lasciarsi sfuggire un'occasione così. Una faida locale, forse (per certi versi) innestata trent'anni fa, nella guerra di mafia in atto a Reggio Calabria e provincia. In illo tempore, San Lorenzo era caput mundi per parecchia gente. Aveva pure la Pretura ed altri importantissimi uffici.

Ma poi, svanita la bretella di scorrimento veloce, in grado di collegare alla Marina in soli cinque minuti, e l'ipotetica pedemontana grecanica, perse tutto. Compresa la Caserma dei Carabinieri, le scuole medie, elementari e materne. E San Pantaleone rischia di fare la stessa fine, se non avverrà un miracolo delle noci. Anche i cittadini colpiti dalla diàspora, dall'isolamento e dall'anonimato si eclissarono. Sono rimasti ben pochi ostinati, inguaribili"guardiani del faro", assediati dall'amianto, nel cimitero degli elefanti; in attesa del trapasso; e le opere d'arte. Almeno crediamo. Sembra di udire ancora, il grido patriottico di  Bruno Rossi, l'eroico sindaco, che il 18 agosto 1860 accolse i garibaldini braccati dai soldati borbonici ed ebbe il coraggio di dichiarare decaduta la dinastia borbonica prima dello sbarco di Garibaldi, "Un territorio vasto, geograficamente disomogeneo con problematiche convergenti; ma anche divergenti; che non riescono a trovare una soluzione per un giusto riscatto sociale ed economico.  L'economia nel passato era basata soprattutto sull'agricoltura e sulla pastorizia, veniva lavorata la seta, la lana, la ginestra. Era molto sviluppato l'artigianato, infatti solo nella frazione di Chorio erano presenti falegnamerie. 

Oggi invece, fonte www.borghisolidali.it l'artigianato è quasi scomparso, le vecchie tradizioni sembrano svanite. Sviluppato il turismo lungo la costa e in minima parte nella frazione di Chorio dove si riscontra un notevole numero di attività commerciali. Per quanto riguarda San Pantaleo e San Lorenzo le attività sono insufficienti. Percorrendo i paesi dell'entroterra da San Lorenzo a Chorio a San Pantaleo è emersa una comunità rassegnata con idee che non riescono a trasformarsi inazioni, mal informati, ormai disillusi, ma soprattutto divisi dall'individualismo personale che non consente la reale cooperazione. Con un patrimonio storico-culturale-artistico-religioso che pur con grandi potenziali non riesce a valorizzare.

La percezione è quella non di una comunità consapevole di esserlo ma di più comunità che si ritrovano insieme. Difatti ognuna parla della propria frazione come se fosse un paese autonomo non soffermandosi neppure per sbaglio ai problemi dell'intero comune ma solo dei problemi circoscritto alla propria frazione. San Lorenzo Quasi disabitato abitato per lo più da anziani. Le persone sono cordiale ed accoglienti. Con un patrimonio storico-culturale importante. Entrando nel paese, in piazza Regina Margherita, si trova un olmo antico che costituisce con la sua base in pietra locale un vero e proprio monumento naturale. Di fronte all'albero si trova la centrale Chiesa di San Lorenzo con all'interno una statua marmorea della Madonna della Neve del XVI secolo e la statua lignea di San Lorenzo del '700. Da visitare in località vicine a San Lorenzo.Il borgo si presenta con le strade caratteristiche riqualificate e riportate alle antiche origini così la piazza principale e la Chiesa non è così per le abitazioni civili che sono mal tenute e per lo più fatiscenti. Al visitatore appare uno scenario naturale sorprendente una terrazza da cui ammirare un panoramico bellissimo da cui si vedete il mare, la vallata dell'Ammendolea con il borgo antico di Gorio e Roghudi. Le piantagioni di ulivi sono l'economia prevalente del territorio insieme alla pastorizia.

Il fatto che il territorio ricada all'interno del Parco dell'Aspromonte viene vissuta come una costrizione dagli abitanti sia per quanto riguarda la caccia che per quanto riguardano le altre attività possibili. Negli anni si è pensato ad un progetto riguardante la creazione del parco eolico che per problematiche varie non è andato mai in porto. Zona industriale della Marina da rivalutare e potenziare posta alle spalle della ex S.S. 106 in cui sorge una fabbrica per stoccaggio ed imbottigliamento dell'olio di oliva mai utilizzata e potenzialmente sfruttabile per altre attività . Una Figura molto importante legata al Comune di San Lorenzo è Padre Gaetano Catanoso nato a Chorio, Reggio Calabria, 14 febbraio 1879 il 14 febbraio 1879. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1902, fu parroco di Pentedattilo e della Candelora in Reggio Calabria, dove realizzò un centro irradiante di vita eucaristica, divulgando la devozione al Volto Santo. Guida illuminata delle anime, da essere definito "il Confessore della Chiesa reggina", fu anche Cappellano delle carceri e dell'ospedale, Padre spirituale del Seminario diocesano, Canonico Penitenziere della Cattedrale. Promosse e sostenne iniziative di sostentamento per le vocazioni ecclesiastiche e fondò la "Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo". Morì il 4 aprile 1963, fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 e canonizzato nel 2005…." 

Domenico Salvatore


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