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LA DIGNITA' UMANA NON PUO' MAI ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE

VIGLIANISI FERRARO: “LA DIGNITA’ UMANA NON DEVE MAI ESSER MESSA IN DISCUSSIONE”

REGGIO CALABRIA, 01 – 04 – 2014. Sono le ore 13, e la campanella del liceo scientifico “Vinci” è  appena suonata. Nonostante ciò, un gruppo di studenti del terzo anno, capitanati dal Prof.ssa Anna Cappelleri - docente di filosofia presso il suddetto istituto - si reca in Aula Magna, per prender parte alla lezione sui diritti umani, tenuta dal Prof. Angelo Viglianisi Ferraro, docente di diritto privato e di diritto privato europeo, presso il Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Ateneo reggino, nonché coordinatore del movimento “Contaminiamo i saperi”. La Prof.ssa Cappelleri, ha tenuto a precisare che l’incontro in questione, rientra tra le attività del percorso di sperimentazione “DA STUDENTI A CITTADINI”, avente come obiettivo quello di declinare il senso ed i vari aspetti della cittadinanza, a partire dalle modalità di partecipazione agli organismi di democrazia scolastica, per estendersi a quelle che sono le problematiche globali: dall’economia alla letteratura di impegno civile, dalla difesa dell’ ambiente ai grandi interrogativi della bioetica.

Il Prof. Viglianisi Ferraro – accompagnato da una rappresentanza di studenti universitari e giovani neolaureati – stabilisce subito un clima familiare, cercando di entrare in diretto contatto con i partecipanti e destare la curiosità degli stessi. Considerata la vastità della tematica ed il poco tempo a disposizione, il relatore – con innato dono di sintesi – comincia la sua lectio, dalla definizione del diritto: “Tutti richiamano quello che è l’aspetto patologico del diritto ed i rimedi che vengono in rilievo quando qualcuno lo viola. In realtà, il contorno è un altro: il diritto è essenzialmente libertàLibertà non significa che ciascuno può far ciò che vuole. Vi è una frase della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (1948), che sintetizza tale ampio e variegato concetto: <<La libertà del singolo cessa dove inizia la libertà dell’altro>>. Se tutti noi -  quotidianamente - utilizzassimo tale regola, ci auto-controlleremmo, capendo ciò che ci è o non è consentito fareL’atteggiamento inerte di fronte ad un fenomeno di bullismo – ad esempio – equivale a commetterlo.. e dunque, la libertà di fregarcene incontra un limite, laddove sorge il diritto dell’altro, ad essere difeso.

Fatta questa premessa, il Prof. Viglianisi Ferraro, entra nel vivo dell’argomento, specificando alcuni tra i diritti fondamentali dell’uomo (diritto alla vita, all’integrità psico-fisica, al nome, a costituire una famiglia) e sottolineando – in seguito – l’importanza del concetto di dignità della persona: “Ancor prima del diritto alla vita  inteso come diritto alla conservazione, a nascere e a disporre della stessa  rileva la dignità umana, elevata – tra l’altro - a rango normativo europeo (l’art. I della Carta di Nizza, statuisce – infatti – la sua inviolabilità). L’essere umano  in quanto tale  ha una dignità umana, che non può mai e poi mai, essere messa in discussione. Se pensiamo di poter discriminar un’altra persona, solo perché siamo cattolici, o più ricchi, non abbiamo capito alcunché e la nostra vita non avrà alcun valoreQuello di dignità umana è comunque un concetto difficile da definire in concreto – un po’ come il concetto di giustizia - ed ampiamente dibattuto: se pensiamo al caso di Eluana Englaro, il filone dei cattolici, sosteneva che solo il Creatore potesse decidere quando dare e togliere la vita, mentre gli altri filoni, invocavano il concetto de quo, ritenendo giusto togliere il sondinoSecondo alcuni studio  inoltre - la dignità della persona viene già riconosciuta già all’embrione e secondo altri, va addirittura garantita anche dopo la morte del soggetto”.

Il Prof. Viglianisi Ferraro – sul finale - invita la platea a lasciar in eterno un segno negli altri esseri umani, vivendo appieno la propria vita, sfruttando le proprie potenzialità, senza perdere mai di vista il rispetto della dignità altrui. Ha chiuso – poi – il suo incisivo intervento, con una locuzione latina, utilizzata dal commediografo berbero Publio Terezio, nella sua commedia“Heautontimorùmenos” (Il punitore di se stesso) del 165 a. C.: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, che letteralmente sta a significare “Sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano”.

     

Maria Luisa Rossello

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