Università
Mediterranea, al via il progetto
“Architetture
per i Paesi in via di sviluppo”
Firmati
nel dipartimento “dArTe” i protocolli per l’Atelier di tesi che coinvolgerà una
trentina di laureandi. Giovani dell’ateneo reggino metteranno le loro
competenze al servizio di un nuovo strumento etico di cooperazione
internazionale. L’esordio vedrà protagonista la Tanzania

In quest’ottica, sono stati firmati i Mou
(Memorandum of Understanding) della durata di due anni, con la finalità di
avviare e promuovere, in collaborazione con figure giuridiche e professionali
realmente impegnate nella cooperazione internazionale, attività condivise di
ricerca. Gli ambiti interessati sono la riqualificazione urbana in slums e aree
informali, il Social Housing, la salvaguardia del patrimonio architettonico
storico e coloniale, la gestione delle risorse energetiche, le soluzioni
progettuali per strutture scolastiche e ospedaliere con materiali locali e
tecnologie a basso costo.
A suggellare l’impegno, il direttore del
dipartimento Gianfranco Neri ed i rappresentanti delle Ong quali ACRACCS
Milano, Associazione Giovanni Secco Suardo di Bergamo, Intervita di Milano e
VIS di Roma. In loro rappresentanza, Lanfranco Secco Suardo, Giorgio Zucchello
e Nico Lotta, hanno illustrato agli studenti mission e visione delle organizzazioni.
“Un progetto che coniuga didattica e ricerca - ha
evidenziato Neri - con la potenziale capacità di spezzare la diretta
proporzionalità tra benessere e reddito, ponendo l’accento sulla qualità non
necessariamente frutto di speculazione ma perseguibile con l’attenzione ai
bisogni primari al momento della progettazione delle opere”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Rita Simone che ha
parlato di “esperienza che potrebbe creare opportunità professionali ponendo al
centro l’etica del progettare e del costruire senza intento alcuno di colonizzare,
ma proponendo un nuovo approccio alimentato dalla curiosità e dalla voglia di misurarsi con nuove
dimensioni”.
“Etica, sostenibilità, qualità della vita innescano
un approccio che in realtà, è facilmente spendibile in tanti altri contesti”,
ha ribadito il professore Sebastiano Nucifora.
“Si tratta di una progettazione reale - ha
evidenziato Alessandro Villari - non sperimentale, capace di incidere sulla
vita di intere comunità, al fianco delle Ong, per la realizzazione dei presidi
primari. Quello che stiamo riscoprendo è una nuova etica che unisce la
progettualità all’esigenza di dare risposte ai bisogni essenziali delle persone
in luoghi rimasti ai margini”.
L’Atelier si inquadra nell’ambito delle iniziative di
internazionalizzazione dell’ateneo reggino già avviate, attraverso partenariati,
con l'Università tanzaniana di Iringa e con la municipalità di Dar -El Saalam.
La firma dei protocolli è stata seguita da un
convegno, da una tavola rotonda e da un workshop. Allestita inoltre nel foyer
della facoltà la mostra fotografica di esperienze analoghe già condotte.
L’esposizione denominata “Needs”, curata da Salvatore Spataro (GGAF. Gruppo
Giovani Architetti Firenze), rimarrà allestita fino al prossimo 22 marzo.
Reggio
Calabria, 13 marzo 2014
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