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REGGIO CALABRIA. Operazione "Buongustaio": i particolari


da sx procuratore aggiunto Nicola Gratteri, procuratore nazionale Franco Roberti, procuratore capo Federico Cafiero de Raho
REGGIO CALABRIA. La maxi operazione antidroga fra Italia e Brasile, condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro - Nucleo di polizia tributaria - Gico sezione Goa, dello Scico di Roma e, parallelamente, da agenti della polizia federale brasiliana, ha portato all’esecuzione di provvedimenti di cattura emessi dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Massimo Minniti e dalla competente autorità giudiziaria brasiliana per un totale di 44 persone.


La misura cautelare della custodia in carcere è stata emessa nei confronti di: Pasquale Bifulco, 41 anni, di Natile Nuovo; Giovanni Cacciola, 34 anni, residente a Torino; Hector Raul Cruzado, peruviano di 52 anni; Bruno Curulli, 26 anni, di Natile Nuovo; David William Daniels, 32 anni, Liverpool (Inghilterra); Baptista Miguel Ferreira, 25 anni, di Santa Cruz (Portogallo); Michael Gibbs, 44 anni, di Crayford (Inghilterra); Francisco Jurado Mancera, 45 anni, di Malaga (Spagna); Guillermo Carlos Montes Olivares, 39 anni, di Lima (Perù); Fabrizio Matteo Nardella, 38 anni, di Torino; Michael Johnson, 47 anni, di Plumstead (Gran Bretagna); Antonio Pipicella, 24 anni, di Natile Nuovo; Vladan Radoman, 31 anni, di Cetinje (Montenegro); Pamela Rodrigues Dos Santos, 28 anni, di San Paolo (Brasile); Frank Scully, irlandese di 59 anni; Mauro William Serino, 34 anni, di San Paolo (Brasile); Maria de Fatima Stocker, 41 anni, brasiliana; nata in Brasile il 10.10.1972; Milan Rayco Tomasin Rivera, cileno di 50 anni; il 14.12.1963; Mario Vucinic, montenegrino di 32 anni; Dutra Wagner Pereira, 37 anni, di San Paolo (Brasile) il 13.09.1976; Pietro Zinghinì, 29 anni di Natile Nuovo, residente a Torino; Vito Francesco Zinghinì, 31 anni, di Natile Nuovo; Savo Korac, montenegrino di 29 anni.
Le indagini, rispettivamente coordinate dalla Dda reggina e dalla Procura federale dello Stato di San Paolo del Brasile, hanno permesso di disarticolare distinte organizzazioni, di carattere transnazionale, dedite al traffico internazionale di stupefacenti che hanno movimentato ingentissime quantità di stupefacenti, come si evince da sequestri di circa 2.000 kg di cocaina purissima effettuati in meno di due anni di indagini. Sarebbe stato accertato che le distinte organizzazioni, interagendo in maniera sinergica tra loro, avrebbero assicurato il traffico di enormi quantitativi di sostanza stupefacente dal continente sudamericano (Brasile, Perù, Ecuador, Colombia) verso i più importanti porti europei. Le indagini, che hanno dato luogo a due filoni collegati (l’operazione “Buongustaio” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e la “Monte Pollino” coordinata dalla Procura federale dello Stato di San Paolo), si sono caratterizzate per uno proficua ed efficace cooperazione internazionale tra diversi stati, sia tra le autorità giudiziarie che tra le polizie giudiziarie, con il raccordo informativo della direzione centrale per i servizi antidroga del ministero degli interni.

La ricostruzione dell’intera filiera legata alla fornitura, al pagamento, allo stoccaggio, al trasposto e alla destinazione della cocaina è stata resa possibile grazie ad una complessa e continua attività di coordinamento info-investigativo e di cooperazione giudiziaria a livello internazionale che ha progressivamente coinvolti numerosi paesi europei e sudamericani. La tempestiva attivazione di apposite procedure di rogatoria internazionale da parte dell’autorità giudiziaria inquirente ha così consentito di usufruire nelle fasi più delicate delle indagini dell’importantissimo supporto info-investigativo assicurato dai collaterali organismi di polizia del Brasile, del Regno Unito (Nca e Metropolitan police di Londra), della Spagna (Udyco e Brigata blanqueo de capital di Madrid), del Portogallo (Polizia giudiziaria di Coimbra), del Montenegro (Polizia nazionale - Unità antidroga di Podgorica), dell’Olanda (Polizia investigativa nazionale - Dipartimento di Amsterdam), del Belgio (Polizia giudiziaria di Hasselt) e della Svizzera. L’azione sinergica tra i vari stati coinvolti rende l’operazione “Buongustaio” un modello di riferimento assoluto nel panorama della cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia. Il filone italiano dell’inchiesta ha riguardato un sodalizio criminale di matrice ‘ndranghetista (collegato alle cosche Ietto-Cua-Pipicella operanti nella jonica reggina) che, impiegando le ingenti disponibilità finanziarie messe a disposizione dalle cosche, acquistava e importava dal Sud America enormi quantitativi di cocaina a bordo di navi mercantili provenienti principalmente dal Brasile e dal Perù.

Tale sodalizio avrebbe avuto quale promotore e direttore Pasquale Bifulco, soggetto con consolidata esperienza nel settore del narcotraffico internazionale, il quale avrebbe gestito personalmente i rapporti con i fornitori sudamericani, avvalendosi della primaria collaborazione di Vito Francesco Zinghinì anch’egli con precedenti specifici nel settore degli stupefacenti. In particolare, quest’ultimo si sarebbe recato più volte in Sud America, permanendovi anche per lunghi periodi, per concordare le modalità di importazione dello stupefacente e, una volta rientrato in Calabria, riferiva al capo gli esiti delle trattative. Nel contempo, Zinghinì si sarebbe preoccupato di individuare i canali di smistamento della cocaina nel territorio nazionale insieme a Fabrizio Matteo Nardella e ad altri soggetti operanti nell’hinterland torinese e nel resto del nord Italia. Secondo gli inquirenti, sfruttando la sua esperienza di broker della cocaina, Bifulco entrava in contatto con altre importanti organizzazioni di narcotrafficanti, tra cui quella operante in Olanda e capeggiata dal montenegrino Vladan Radoman con il quale realizzava una vera e propria joint venture per l’acquisto e il trasporto della cocaina dal Sud America cercando, fra l’altro, di sfruttare l’apparato logistico di cui la predetta organizzazione disponeva in alcuni porti europei. Mediante la tecnica del “rip-off”, ovvero collocando la droga all’interno di borsoni posti all’ingresso dei container per rendere immediato ed agevole il loro recupero nei porti di destinazione e/o di transito, Bifulco e Radoman pianificavano nel tempo numerose importazioni di cocaina dal Brasile, indirizzando i carichi nei principali scali europei. Le indagini svolte dal Gruppo operativo antidroga della Guardia di finanza di Catanzaro con il supporto tecnico-operativo dello Scico di Roma hanno permesso di individuare i canali di rifornimento e di importazione dello stupefacente, così da consentire l’intercettazione di numerosi carichi di cocaina, sia direttamente nei paesi di origine che nei vari porti europei di destinazione, tra cui principalmente quello di Gioia Tauro dove fondamentale è stata la collaborazione fornita dai finanzieri ivi presenti di questo reparto della Guardia di finanza.

Questi i volumi di cocaina individuati nel giro di poco più di un anno: Brasile (17.08.2012: - kg. 169); Porto di Leixoes (Portogallo) (15 e 16.10.2012: kg. 313); Porto di Gioia Tauro (23.10.2012: kg. 118); Porto di Gioia Tauro (26.10.2012: kg. 76); Porto di Valencia (Spagna) (27.01.2013: kg. 100); Porto di Anversa (Belgio) (07.03.2013: kg. 191); Porto di Gioia Tauro (06.04.2013: kg. 137); Brasile (26.04.2013: kg. 108); Porto di Gioia Tauro (08.06.2013: kg. 218); Gioia Tauro (29.08.2013: kg. 33). La cocaina veniva, pagata in Sud America al prezzo base di circa 4.000 euro al chilogrammo, per cui gli acquisti non andati a buon fine hanno comportato esborsi in danaro per oltre 6.000.000 di euro. Nel contempo, una volta lavorata e immessa in commercio, la droga sequestrata avrebbe fruttato circa 200 milioni di euro all’ingrosso e 400 milioni di euro al dettaglio. In tale contesto, particolare rilevanza ha assunto la collaborazione instaurata con l’autorità giudiziaria e la polizia federale brasiliana da cui è scaturita in quel paese un’autonoma indagine parallela, denominata operazione “Monte Pollino”, nel cui ambito il reparto antidroga della polizia di San Paolo ha: individuato i membri della potente organizzazione di narcotrafficanti operante in Brasile, capeggiata da Milan Tomasin Rivera detto “Rayco” e da Dutra Wagner Pereira, che riforniva di cocaina il sodalizio calabrese; acquisito importanti riscontri investigativi che hanno, specularmente, confermato i ruoli e le responsabilità dei compratori europei capeggiati da Bifulco e Radoman; effettuato in territorio brasiliano sequestri per oltre 500 kg di cocaina, di cui buona parte destinata al sodalizio italiano. Sempre nel quadro all’operazione Buongustaio, un’analoga intesa collaborativa è stata, poi, raggiunta con l’autorità giudiziaria e la polizia belga in un altro filone investigativo che ha portato all’individuazione di autonomo sodalizio criminale di narcotrafficanti operante tra il Belgio e la Calabria, facente capo a fratelli Gennaro e Antonino Bartolomeo, originari di Reggio Calabria e composto da altri calabresi nonché da cittadini belgi, olandesi e sudamericani. Le indagini condotte dalla polizia di Hasselt (operazione denominata “Touw”) in stretta sinergia con il Goa di Catanzaro sono culminate lo scorso 16 dicembre con l’esecuzione in Belgio, Olanda e in Italia di 22 ordini di arresto, dopo che al citato sodalizio sono state sequestrate partite di cocaina per complessivi 470 chilogrammi. Per quest’ultimo filone investigativo, non è stato possibile procedere ad un’esecuzione congiunta come per il Brasile, in quanto l’autorità giudiziaria belga, per ragioni di necessità ed urgenza legate a possibili pericoli di fuga di alcuni indagati, non ha potuto attendere gli omologhi provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria reggina.
































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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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