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MESSINA. Operazione "Corsi d'oro": tra i nuovi arrestati anche un parlamentare

MESSINA. Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale, dalle prime ore dell’alba di questa mattina uomini della Squadra mobile e della Sezione di polizia giudiziaria della Questura e del locale Comando provinciale della Guardia di finanza hanno dato esecuzione alla notifica della richiesta di autorizzazione all’esecuzione di misura cautelare personale nei confronti di un parlamentare messinese (già in precedenza notificata presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e a quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, a seguito di un provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Messina. Ai nuovi destinatari delle misure cautelari viene contestato il delitto di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale. Oltre ai già noti Lumen, Aram e Ancol, sono finiti sotto la lente degli investigatori l’Enfap, l’Enaip, lo Ial, Trainig Service, la L&C , la Cesam, la Ecap, la Esofop, l’Apindustria e Reti. Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e dai sostituti, Camillo Falvo, Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, hanno permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli enti di formazione e società filtro appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l’acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione. La gran parte degli artefici dei reati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela e/o di assoluta fiducia. L’onorevole destinatario della richiesta di misura cautelare emerge dall’attività investigativa come l’unitario centro di interessi cui fanno riferimento una ragnatela di enti e società, uniti tra loro da una trama volta a consentire, attraverso meccanismi di fatturazione in tutto o in parte inesistenti, la sistematica sottrazione di consistenti volumi di denaro pubblico. Il parlamentare, nel corso del tempo ha acquisito, grazie ad una rete di complici riferibili anche alla propria famiglia, il controllo di numerosi enti di formazione operanti in tutta la Sicilia e, parallelamente, di una serie di società che gli hanno permesso di giustificare le appropriazioni, così da lucrare illeciti profitti. Il parlamentare coinvolto è Francantonio Genovese, messinese di 43 anni.  Avvocato, alle ultime primarie si è schierato con la corrente che fa capo al segretario Partito democratico Matteo Renzi. È figlio del senatore Luigi Genovese e nipote del più volte ministro Nino Gullotti, entrambi esponenti dell'allora Democrazia cristiana. Nel 1998 è stato assessore all'agricoltura nella giunta provinciale di Messina. Nel 2001 è deputato all'Assemblea Regionale Siciliana e nel 2005 è eletto sindaco di Messina. Nel 2007 è anche eletto segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, sostenendo la corrente di Veltroni. Alle elezioni politiche del 2008 eletto alla Camera dei deputati , è divenuto componente e segretario della commissione antimafia. Riconfermato alla Camera nella Legislatura del 2013 è componente della Commissione Bilancio. Attivo anche nel campo imprenditoriale, è azionista e dirigente di una società di trasporto marittimo privato che opera nello Stretto di Messina.
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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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