Passato
qualche giorno dalla trionfale vittoria elettorale di Mutti Angela Merkel, decisiva per il futuro delle politiche
europee”, nessuno parla più della Germania. Cosa accade nel Paese che ricopre egregiamente il ruolo di kapò a
difesa dei sacri conti dell’Unione Europea minacciati da un manipolo di
spendaccioni olivastri e mediterranei? Riuscirà finalmente Angela Merkel, in versione prof. Birkermaier alla prese con il lavativo ragionier Ugo Fantozzi (clicca per guardare http://www.youtube.com/watch?v=B8OwFwTSjYI), a disciplinare a colpi di
spread gli italiani “mafia, pizza, pasta, paffi-neri e mandolino?” La sfida è di sicuro aperta
e avvincente. Passata la sbornia del momento, però, si dà il caso che la
situazione politica tedesca risulti molto meno lineare di come alcuni cantori
perennemente eccitati l’abbiano di primo acchito rappresentata. E’ vero, la Cdu di Angela Merkel ha ottenuto un consenso molto
largo (41% circa). Ma siccome la legge elettorale tedesca, a differenza di
quella italiana, non l’ha scritta la Banda Bassotti, arrivare primi nelle urne
non è di per sé condizione sufficiente per governare.
La Merkel ha quindi
bisogno di trovare un partito alleato che le consenta di avere la maggioranza
all’interno di un Parlamento che rispecchia fedelmente i rapporti di forza
consolidatisi attraverso il pacifico esercizio del rito democratico. E qui
arriva il bello. Chi farà ora da stampella alla cannibale Angela, preparandosi
perciò a subire in prospettiva la stessa ingloriosa sorte del Partito Liberale Tedesco (Fdp, ndm), rimasto fuori dal Bundestag per la prima volta dal dopoguerra? Le soluzioni non sono
molte. Soltanto l’Spd (una specie di Pd tedesco), i Verdi e la sinistra
raccolta sotto le insegne della Linke sono riusciti a superare la tagliola del
5%. Ora, esclusa in partenza una alleanza di governo Cdu-Linke, inesistente in
natura, a rigor di logica rimangono due sole possibili soluzioni: o la nascita
di un inedito sodalizio Nero-Verde o, come auspicano gli inciucisti ovunque dislocati, una bella riproposizione di quelle larghe intese, Cdu-Spd, che nel recente
passato hanno ridotto i socialisti tedeschi ai minimi termini per credibilità e
raccolta del consenso. I Verdi (Grunen), usciti molto ridimensionati dal voto,
non sembrano entusiasti dell’idea di finire stritolati dall’abbraccio mortale
della corpulenta Merkel. Circostanza questa che l’astro nascente del partito, Tony Hofreiter, ha già tra l’altro provveduto
a rendere di pubblica evidenza (clicca per leggere http://www.welt.de/politik/wahl/bundestagswahl/article120373220/Der-haarige-Doktor-der-nach-Juergen-Trittin-kommt.html). Gratta gratta al fondo del
barile si profila all’orizzonte la soluzione di sempre. Il glorioso Partito
Socialdemocratico tedesco, che tentò di opporsi negli anni ’30 di fronte alla
inarrestabile ascesa al potere di Adolf
Hitler, da tempo finito paradossalmente ostaggio di un triunvirato imbevuto
di neonazismo tecnocratico (composto
da Steinbruck, Gabriel e Steinmeier),
fornirà a breve i voti necessari alla Merkel per puntellare un sistema di
potere interno che si nutre del sangue dei cittadini dell’Europa del Sud, cavie
martoriate e scientificamente indotte al suicidio attraverso la dolosa
predisposizione di norme e provvedimenti apparentemente freddi e neutrali. Come
ho avuto modo di dirvi già in passato, tanto il fiscal compact quanto l’obbligo costituzionale di pareggio di bilancio equivalgono nello
spirito alle leggi sulla razza di
mussoliniana memoria. Al posto degli ebrei, la massoneria reazionaria moderna
(che muove anche la mano della Merkel) infila nei forni metaforici della disperazione una più generica umanità povera
e marginalizzata, intimamente avvertita come categoria sub-umana, inferiore e
stracciona (goym).
L’Spd di Germania,
come il Pd italiano, ha votato tutte le porcherie cucinate dalla burocrazia di
Bruxelles per violentare popoli e nazioni. Steinbruck
e Gabriel, al pari degli
italiani Bersani e Renzi, sono due collaborazionisti
ipocriti che si garantiscono onori, lussi e potere sulle pelle dei diseredati
che volontariamente consegnano disarmati nelle mani dei soliti occulti
carnefici che ne ispirano le scellerate condotte. E’ bene però che tutti
comincino a prestare maggiore attenzione, perché nell’intero orbe terracqueo si
intravedono i primi timidi segnali di cambiamento. Negli Stati Uniti, una
efficace campagna mediatica a costretto al ritiro dalla carica di nuovo capo
della Fed una volgare propaggine
degli speculatori finanziari come Larry
Summers, mentre il progressista autentico Bill De Blasio si appresta a diventare a furor di popolo il nuovo
sindaco della Grande Mela. In Italia la base del Pd mostra segni di
insofferenza verso una classe dirigente miope, corrotta ed etero-diretta
dall’esterno. Lo stesso dicasi per la Germania. Il dibattito interno nella Spd
è molto acceso, e sono lontane le atmosfere che si respiravano ai tempi di Gerard Schroder, quando il futuro impiegato
della Gazprom manipolava le coscienze di sinistra costringendole ad ingurgitare
politiche classiste e di estrema destra.
La base contesta apertamente i vertici (clicca per leggere (clicca
per leggere http://www.zeit.de/politik/deutschland/2013-09/spd-abstimmung-grosse-koalition) ) e all’orizzonte si staglia la sagoma di Hannalore Kraft, governatrice
socialdemocratica e keynesiana del Nord Reno-Westfalia, lontana anni luce da
quel gruppo di banditi che ha ultimamente costretto la Spd a calarsi nei
meschini panni dell’utile idiota al
servizio della sadica gloria di frau Merkel. Come cantava l’ottimo Ligabue, vi
assicuro che il meglio deve ancora venire.
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