Editors Choice

3/recent/post-list

Luigi Tuccio: Nel pieno rispetto della Magistratura appellerò la sentenza.

Luigi Tuccio: ''Nel pieno rispetto della Magistratura appellerò la sentenza, basata su relazione ministeriale grossolana e firmata da commissari prefettizi dei quali bisognerebbe conoscere la storia...''

Di seguito la nota diffusa da Luigi Tuccio - 

La incompiuta, non definitiva e quindi opinabile motivazione del provvedimento di incandidabilità del sottoscritto è conseguentemente la incompleta conoscenza dei fatti da parte dell’opinione pubblica, mi inducono ad assumere una inevitabile iniziativa di integrazione e precisazione di quanto accaduto, per il rispetto del diritto di informazione, ma soprattutto per la tutela della dignità morale mia e della mia famiglia oltre a quella professionale.

Con pertinenti documentazioni, che esaustivamente contrastavano in maniera incontrovertibile le spicciative e contraddittorie conclusioni della arcinota relazione ministeriale, avevo rappresentato al Tribunale di Reggio Calabria precise circostanze, purtroppo, non riprodotte nel provvedimento di incandidabilità, evidentemente carente di motivazione.
In particolare avevo ampiamente documentato come la richiamata intercettazione del colloquio carcerario tra Bruna Nocera ed il proprio marito detenuto Pasquale Jr. Condello, nella Casa di Reclusione di Voghera, nel cui contesto si era inserito il detenuto Nino Imerti, rivelava in maniera documentale che quest’ultimo non mi conosceva assolutamente.
Tant’è che a costui venivo indicato dalla Nocera genericamente come il fidanzato della sorella ed alla quale veniva chiesto se per caso fossi un parente del Magistrato Giuseppe Tuccio, ricoprente l’incarico di Garante dei Detenuti.

Appresa la conferma di tale rapporto, l’Imerti  manifestava in maniera evidentissima il proposito di tentare un contatto  anche indiretto con mio Padre, il Magistrato Giuseppe Tuccio, al fine di carpire qualche vantaggio per la sua posizione carceraria.
Ed è stata proprio questa la testuale interpretazione esposta nel provvedimento ministeriale che per le anzidette strumentali ragioni, decideva l’applicazione nei confronti dell’Imerti della misura di cui all’art. 41 bis.
Di tali vicende ho avuto notizia soltanto a mezzo stampa così come dell’anzidetto tentativo dei saluti da parte dell’Imerti per il tramite di Bruna Nocera (saluto che quest’ultima non si è mai azzardata di comunicarmi, anche stante i risicatissimi rapporti interpersonali) e sulle stesse vicende – con dichiarazioni rese in un  procedimento giudiziario in cui sono stato chiamato a deporre, avente ad oggetto la conferma o meno del regime di 41 bis ad Imerti – evidenziavo fermo atteggiamento di disprezzo e di sdegno per l’irricevibile saluto e per ogni manifestazione di disponibilità espressa nel corso del citato colloquio dall’Imerti in ordine ad un appoggio elettorale nei miei confronti in occasione di una eventuale futura candidatura elettorale, essendo a me ben noti i misfatti criminali consumati dallo stesso soggetto.

Di analogo contenuto era peraltro una dichiarazione inviata da mio Padre, Dott. Giuseppe Tuccio, nel suo ruolo Istituzionale, affermando categoricamente di non aver mai assunto alcuna iniziativa nella sua qualità di Garante dei Detenuti, relativamente alla posizione dell’Imerti.
Di tutto ciò il Tribunale di Reggio Calabria non ha ritenuto neanche dare lettura agli atti, non ravvisandosene alcun cenno nel provvedimento in discussione.
Quanto poi alle scelte personali di Bruna Nocera, moglie del detenuto Pasquale Jr. Condello, esse non hanno mai sfiorato la persona di Giampiera Nocera che ancora minorenne ha appreso del matrimonio di costei, in carcere, con il detenuto Pasquale Jr. Condello.
Avevo ancora precisato, nelle richiamate memorie difensive, che all’epoca in cui avevo avviato una relazione sentimentale con Giampiera, la madre di costei Giuseppa Cotroneo non era nemmeno indagata.

E’ umanamente evidente, a tal proposito, la impossibilità da parte di Giampiera di recidere un naturale rapporto di parentela essendosi però curata di elidere in maniera radicale ogni contatto con la sorella.
Relativamente poi allo sbandierato valore delle cause civili affidate dal Comune di Reggio Calabria all’avvocatessa Nocera, ho avuto modo di documentare probatoriamente come tale rapporto professionale fosse sorto e concretizzato ben prima della conoscenza tra me e Giampiera, essendo stata considerata una giovane professionista da valorizzare alla stregua di centinaia di giovani colleghi che hanno partecipato alla short list del Comune.
E’ assolutamente falso, poi, il dato artatamente strumentalizzato da alcune testate, secondo cui Giampiera fosse stata destinataria di incarichi a sei zeri, lasciando intendere la corresponsione di parcelle di analogo valore.

Si tratta, invece, di due cause di valore, avente ad oggetto opposizione a decreto ingiuntivo, nei quali sono stati individuati onorari ai minimi tariffari, per i quali la stessa professionista ha  anticipato diverse migliaia di euro per l’iscrizione al ruolo delle stesse, ad oggi mai rimborsate e soprattutto si tratta di incarichi per i quali Giampiera ha ritenuto rinunciare ormai da diverso tempo, essendosi sentita mortificata da tutta la vicenda ciò nonostante la revoca della provvisoria esecuzione degli stessi decreti … con evidente risultato positivo per l’Amministrazione!
Assolutamente, dunque, un rapporto professionale incardinatosi anni prima rispetto sia al rapporto sentimentale con me, che rispetto al mio ruolo istituzionale e politico.
Analogamente ad altri migliaia di incarichi affidati a centinaia di colleghi della Città!
Per ultimo sento la necessità di ribadire che ho attraversato la mia infanzia e la mia adolescenza permanentemente costretto a vivere, unitamente ai miei familiari, sotto scorta rafforzata per le delicatissime funzioni giudiziarie svolte da mio Padre, vittima tra l’altro di un grave attentato dinamitardo; circostanze queste che hanno consolidato nella profondità del mio cuore un fermo sentimento del più assoluto disprezzo e la permanente convinta contrapposizione verso le attività sciagurate della criminalità organizzata.

Nel pieno rispetto, dunque, del ruolo della Magistratura appellerò la sentenza, atteso che essa fonda la propria decisione esclusivamente sulla relazione ministeriale, assurta ad oracolo intoccabile di verità ed in ordine alla quale sono alla portata di tutti le grossolanità ivi contenute e riportate dai funzionari prefettizi dei quali sarebbe opportuno conoscere la storia personale e professionale peraltro agevolmente individuabile sul web! 

Posta un commento

0 Commenti