In risposta alle dichiarazioni del dibattito pubblico di Caulonia
Angela Napoli “sciolta” per infiltrazioni col Decreto Taurianova
Paolo Ferrara non ci sta: ci battiamo per la modifica della legge in perfetta sintonia con le istituzioni
Con stupore apprendiamo a mezzo stampa delle
dichiarazioni rilasciate da Angela Napoli durante il dibattito pubblico “per
vincere la ndrangheta: crescita civile, cultura e leggi ingiuste” promosso
dall’associazione Caulonia Civica.
Nel suo intervento l’ex parlamentare ha affermato
che “mettersi contro determinate norme
significa mettersi dalla parte della mafia. Annullare la legge non ha alcun
significato, alimenterebbe solo l’humus che consente la crescita delle
collusioni tra mafia e politica”.
Visto quanto esternato sarebbe piacevole
conoscere quali strategie si intendono adottare per raggiungere “finalmente” i conclamati risultati.
Sin da quando iniziai a muovere i primi passi in
politica ricordo le continue “missioni antimafia” svolte dalla signora Napoli,
ma trascorsi oramai decenni e cambi di casacca, ancora non riesco in alcun modo
a capire quali “successi” sono stati conseguiti da questa paladina nostrana,
degna protagonista del romanzo “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel de
Cervantes.
Risveglio Ideale è un’associazione fondata dalla
stessa Angela Napoli con lo scopo di combattere la ndrangheta. Ma la ndrangheta
come si intende combatterla? Magari distribuendo gerbere gialle e pillole
antindrina, oppure gettando fango su possibili avversari politici. Naturalmente
per l’espletamento della sua “mission impossible” è stato necessario farsi
“riconfermare” la scorta, senza ricoprire alcuna carica istituzionale, il tutto
naturalmente a danno dei poveri
contribuenti!
Già precedentemente la signora Napoli durante i
suoi interventi ha più volte citato “Liberi di Ricominciare” definendolo in più
occasioni quasi come un movimento “antistato”. Sinora abbiamo ritenuto
opportuno non prendere in considerazioni insinuazioni di carattere personale,
ma dopo l’esternazione “mettersi contro determinate norme significa mettersi
dalla parte della mafia” riteniamo sia doveroso rispondere a tono a
quest’ulteriore diffamazione.
“Liberi di Ricominciare” nasce a San Luca lo
scorso 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica con l’obiettivo di
valutare correttamente le eventuali limitazioni e/o incongruenze della legge
che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose.
In quell’occasione la politica era assente, in
qualche caso anche con giustificazioni quasi scolaresche. Nessun politico ha
voluto metterci la faccia, provando almeno a difendere la “dignità” di quella
popolazione “vittima di antidemocrazia”. L’unico “highlander” è stato l’amico
consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri che, sensibile alla tematica, non
solo si è esposto, ma ha compartecipato sin da subito alla realizzazione
dell’evento.
Da allora di strada ne abbiamo fatta, da Gioia
Tauro a Roccaforte, da Lamberti a Dal Torrione, sino ad arrivare alla fatidica
data del 9 luglio quando, alle ore 10:30 insieme ad una delegazione capitanata
dal sottoscritto, si è varcato il portone del Palazzo del Governo, incontrando
direttamente Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio
Piscitelli, col quale in perfetta
sintonia si convenuto sulle medesime conclusioni: “la legge che
disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose
dovrà essere rivista, ma a cambiarla ci dovrà pensare chi ha il potere
legislativo”.
Dallo scorso 2 giugno abbiamo
cercato di “conoscere” i territori e “studiare” gli effetti dovuti
all’applicazione della legge. Dalle testimonianze finora raccolte dal movimento
durante il tour, vengono di già evidenziate alcune prime incongruenze sulle
limitazioni dell’attuale legge. Prima di giungere alla modifica legislativa, col movimento, per contribuire alla
rivisitazione della normativa, stiamo continuando a portare avanti le nostre
iniziative, necessarie a conoscere e studiare le realtà “attenzionate” da
decreti di scioglimento, con l’obiettivo di redigere, caso per caso, un
“dossier” necessario ad evidenziare le criticità della legge in vigore.
Soltanto
dopo aver raccolto le esperienze di chi ha “subito” questa legge, sarà
possibile evidenziarne realmente le limitazioni e, solo allora, dovrà con forza
intervenire il potere legislativo assumendosi le responsabilità di
concretizzare le azioni necessarie a ridare pari dignità a tutte quelle realtà
vittime di democrazia interrotta.
Nel
contempo abbiamo cercato l’adesione di tecnici ed istituzioni. A tal proposito
gradirei informare l’ex deputata, qualora
non ne fosse a conoscenza, che il nostro operato è in perfetta sintonia con Sua
Eccellenza il Prefetto Vittorio Piscitelli, con Romano De Grazia già giudice di
Cassazione e “padre” della legge Lazzati, con Nicola Gratteri recentemente nominato
componente della task-force istituita da Letta per velocizzare il Sistema Giustizia,
con Alberto Panuccio presidente dell’Ordine degli Avvocati della provincia di
Reggio Calabria, ecc. ecc..
Quindi cara signora Napoli se
fosse vero ciò che afferma “mettersi
contro determinate norme significa mettersi dalla parte della mafia” vuol
dire che SIAMO TUTTI MAFIOSI!!! naturalmente ad eccezione di lei “indenne” da tutto
e magari indiscussa “vittima” del primato di far parte nel 1991 del primo
consiglio comunale sciolto in Italia per infiltrazione mafiosa (il cosiddetto
Decreto Taurianova). Cara signora Napoli mi sa che per lei la legge non è
uguale per tutti, magari lei è semplicemente l’eccezione che conferma la
regola.
Il Presidente
Paolo Ferrara

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