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Il Comune di Melito Porto Salvo, consegna una targa al capitano della nazionale di basket, Marco Laganà: "Sono orgoglioso di essere nato in questa città"

Marco Laganà (Melito di Porto Salvo, 5 gennaio 1993) è un cestista italiano, play-guardia della Pallacanestro Biella. Figlio dell'ex cestista Lucio Laganà, ha esordito in Serie A il 23 gennaio 2011 contro la Pepsi Caserta. Nella stagione 2011-2012 ha disputato 13 partite in massima serie. Nel 2009 ha disputato gli Europei di categoria con la Nazionale Under 16; nel 2012 e nel 2013 gli Europei Under-20, questi ultimi vinti da capitano
MARCO LAGANÁ, “SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE NATO A MELITO PORTO SALVO E DI PORTARE LA BANDIERA ‘MELITOTA’ IN GIRO PER IL MONDO”. IL CAMPIONE HA RICEVUTO UNA TARGA DAL COMUNE PER MEZZO DEL COMMISSARIO “GIUSY” DI RAIMONDO
Domenico Salvatore

Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) 31 luglio 2013 - Un Premio. Un altro ed un altro ancora. Marco Laganà, campioncino fatto in casa (a Reggio Calabria, poi trasferitosi armi e bagagli nell’altra Reggio, in Emilia), incassa e porta a casa:”Sono orgoglioso di essere nato a Melito Porto Salvo e di portare questa bandiera sul pennone più alto, in giro per il mondo”. La buona fatina nella circostanza, indossa i panni del Commissario-a al Comune di Melito, sciolto per mafia, con decreto del Consiglio dei Ministri, sottoscritto dal Presidente della Repubblica; uno dei tre: la dottoressa Giuseppa Di Raimondo, Giusy per le amiche. Il “salone degli oblò” dove si riunisce il Consiglio Comunale, s’illumina d’immenso. Alla ‘lunetta’, Marco Laganà, figlio d’arte… ‘capitano coraggioso’ Harvey Cheyne, della nazionale under 20, campione d’Europa di categoria; titolo, conquistato a Tallin in Estonia. Non ha macellato il vitello più grasso per il ritorno del figliol prodigo alla casa del padre, la dottoressa Di Raimondo,ma almeno una targa, l’ha tirata fuori. Arriviamo con qualche minuto di ritardo, superando a stento l’ingorgo del traffico caotico ed informe. L’aula è piena di gente. Parenti ed amici del campione che si concede alle telecamera, alla radio, ai giornali, giunti in massa, per rendere omaggio ad un campione con la “C” maiuscola. Melius est abundare, quam deficere. Ci sono anche impiegati, vigili urbani ed il presidente dell’USSI Calabria, Franco Pellicanò. Scattiamo delle fotografie, porgiamo domande anche noi. Lo stesso Marco c’informa:” Per le vostre esigenze, a parte, tutto ciò che riuscite a fare sul posto,   a completamento del lavoro, potrete andare su Gooogle, Wikipedia, Facebook, sito ufficiale del Biella Angelico e mio personale, Internet insomma. C’è di tutto, di più”. Infatti…

”Giuseppe Dattola, sul Metropolitano, lo presenta così… "Marco Laganà non è soltanto uno dei più forti Under 16 del basket italiano. Laganà è un ragazzo che adora lo sport che pratica sin dalla più tenera età e che non si sente per nulla arrivato e che, soprattutto, vuole continuare a lavorare duro per arrivare in alto. Laganà ha chiuso una stagione importante, la prima lontano dalla sua città e dalla sua famiglia. A Reggio Emilia, Marco ha avuto modo di confrontarsi con una realtà diversa e con un diverso modo di lavorare:” E’ stato un anno importantissimo per me.”, dice il giovane talento reggino, “Arrivare in un contesto nuovo, con nuovi compagni, nuovo allenatore, nuova scuola non è facile per un ragazzo abituato a vivere assieme alla famiglia ma ho cercato di farmi forza e devo dire che sono stato fortunato perché sono approdato in una grande società che sa lavorare bene con i giovani anche se è stato fondamentale l’aiuto di mio fratello Luca, anche lui atleta di Reggio Emilia e la sua conoscenza dell’ambiente ha fatto in modo che il mio inserimento fosse più facile”. Marco ha fatto capire di avere i mezzi per poter diventare un giocatore di alto livello ma adesso sarà lo staff tecnico di Biella a cercare di far uscire fuori nel modo migliore possibile queste sue doti: ”Ho lavorato tanto  sia sulla tecnica che sul mio fisico. Sono cresciuto nella comprensione del gioco e mi sento meglio atleticamente anche se ho avuto qualche problema fisico durante la stagione ma è chiaro che ancora devo migliorare in tanti aspetti e posso farlo soltanto continuando a lavorare in palestra con serietà e dedizione.”

Sembra che stiamo parlando con un atleta navigato invece Marco non è ancora maggiorenne. La sua giovane età viene fuori tutta quando gli chiediamo di raccontarci l’emozione che ha avuto quando ha conosciuto Michael Jordan: ”Non posso descrivere le sensazioni che ho avuto. Essere di fronte al miglior giocatore di tutti i tempi per me è stato fantastico. E poi ho giocato al Madison di New York, la Mecca del basket mondiale in un Arena dove sono state scritte delle pagine importantissime della storia della NBA: mi piacerebbe tanto tornare un giorno da protagonista ma so che è soltanto un sogno.” Un sogno che potrebbe diventare realtà perché la convocazione al Jordan Brand Classic è la conferma che l’ascesa di Marco è seguito anche a livelli mondiali e che bisogna soltanto avere pazienza. L’ex Nuova Jolly non ha soltanto come idolo Michael Jordan ma i suoi beniamini sono persone molto vicine e lui :”Devo dire che mi sono innamorato del basket grazie ai miei genitori che sono stati due grandi cestisti. Ho scelto questo sport per emulare le loro gesta e per me sono stati i miei punti di riferimento.” Marco Laganà un grande play-maker ma fuori dal parquet come si reputa: ”Un ragazzo timido che ama stare con gli amici e che vuole divertirsi giocando a basket”.

Non è facile descrivere su carta alcune sensazioni ma Laganà merita tutti questi riconoscimenti perché è davvero un ragazzo che fa tutto con passione. Se alla passione aggiungiamo un talento fuori dal comune, ecco preparato un mix straordinario per un giovane cestista pronto a spiccare il volo….”

“La storia del successo di Pallacanestro Biella inizia nel mese di giugno del 1994, quando le due maggiori società cestistiche biellesi, Biella Basket Club e Amici del Basket Biella, decisero di unire le proprie risorse umane, tecniche ed economiche per dar vita alla Associazione Sportiva Pallacanestro Biella. E acquisendo il titolo sportivo di Garlasco la nuova squadra si iscrive al Campionato Nazionale di serie B2. La nuova avventura biellese nel basket che conta è targata Ing Sviluppo. La società olandese rimarrà il main sponsor rossoblù per quattro stagioni, fino al 1998.

STAGIONE 1994/1995
Si parte da Federico Danna

Il primo colpo di mercato arriva a giugno, quando Savio e Atripaldi firmano un triennale con Federico Danna, già coach di Torino in Serie A e considerato uno dei migliori tecnici soprattutto per il lavoro con i giovani. Coach Danna infatti, oltre alla prima squadra, allena anche una squadra propaganda e supervisiona il settore giovanile. 


La formazione allestita per la stagione 1994/95 conclude la prima fase al 2° posto, ottenendo l’accesso alla fase finale di Play-off e lotta poi fino al termine del campionato per la promozione in Serie B d’Eccellenza, meritandosi il titolo di “squadra rivelazione” del campionato.
STAGIONE 1995/1996
La prima promozione
Il roster viene reso ancora più competitivo, con l’arrivo dell’esperto Gianpiero Savio, giocatore dal grande passato in Serie A e già alla corte di Federico Danna a Torino. L’obiettivo di inizio anno era chiaramente uno solo: la promozione in B d’Eccellenza. L’obiettivo viene centrato tra l’entusiasmo generale, dopo un campionato condotto in testa dalla prima all’ultima giornata, con lo straordinario record di 25 vittorie su 32 partite disputate. Biella chiude la stagione regolare con 34 punti, davanti a Oderzo fermo a quota 30. Nei play-off i rossoblù diventano inarrestabili e centrano otto vittorie consecutive  che vogliono dire promozione.
STAGIONE 1996/1997
L’ultima di Giampi Savio


Come nella passata stagione, in estate arrivano giocatori importanti come Conti e Compagni. Ma il vero colpo di mercato arriva a gennaio, quando Federico Danna rinnova per altre due stagioni, fino al 1999. I rossoblù si trovano in un girone equilibratissimo e chiudono la stagione regolare al 7° posto, anche se si trovano a soli due punti dalla vetta della classifica. Gli scontri diretti escludono l’Ing/Fila dai play-off e la condannano addirittura ai play-out, dove vince sette gare su dieci e vince il girone. La stagione si chiude con l’addio al basket di Giampiero Savio, che all’ultima gara segna ancora quattro bombe.
STAGIONE 1997/1998
La promozione in A2

Biella cambia ancora il proprio volto con l’arrivo di cinque giocatori: Piazza, Volpato, Raggi, Ogliaro e Zamberlan, che diventa preso un nuovo idolo della curva. Sarà una grande stagione per i rossoblù, che segna il ritorno in serie A dopo 27 anni. Dopo aver chiuso la prima fase in testa, vincendo 15 partite su 22, il girone successivo vede invece i rossoblù sfiorare subito la promozione, chiudendo secondi il girone e cedendo solo a gara-3 a Roseto.

Biella però vince lo spareggio per il terzo posto in campo neutro a Viterbo contro Barcellona Pozzo di Gotto (contro il futuro rossoblù Matteo Soragna). Quella vittoria vale la promozione in A2 a seguito delle rinunce di Napoli e Caserta.
STAGIONE 1998/1999
Di nuovo in A dopo 27 anni

È l’anno dell’arrivo a Biella di due dei giocatori più amati dalla tifoseria rossoblù: Joseph Blair e Nate Erdmann, che sono anche i primi americani della storia di Pallacanestro Biella. La Fila raggiunge senza troppi problemi l’obiettivo iniziale della salvezza, chiudendo in 6ª posizione su 14 squadre (nonostante avesse perso per infortunio nella “fase a orologio” proprio Blair, sostituito da Hendrick), raggiungendo le semifinali. La serie contro la Scavolini Pesaro è intensissima, ma BIella la spunta a gara-4 di fronte a 3000 spettatori. La finale rimane però un tabù contro una fortissima Reggio Calabria di Manu Ginobili, che conquista meritatamente la A1.
STAGIONE 1999/2000
Le semifinale “thrilling” contro Jesi


Come in tradizione di Pallacanestro Biella, viene confermata la struttura portante della squadra, con Norman Nolan a sostituire Blair, Massimo Sorrentino, Cristiano Masper e il colpo Davide Pessina. La stagione, www.pallacanestrobiella.it viene condizionata dai tanti infortuni, e la Fila chiude la regular season all’8° posto con 18 punti. Nella seconda fase invece Biella guadagna una posizione e chiude 7ª, conquistando la semifinale. La serie con la Jesi di Boni, Firic e Gigena è “thrilling”. I rossoblù vanno sotto 2-0, ma recuperano con due capolavori firmati Erdmann e Sorrentino. Si arriva a gara-5, con Erdmann fuori per infortunio: Jesi passa e Biella resta in A2. L’annoo si chiude con l’addio di Federico Danna, che si trasferisce a Varese in A1.”

C’è anche il buffet. Soprattutto la bevanda, fresca e dissetante. Poi è il momento di “spararsi la posa”. Chi può, si mette di fianco al campione. Lavoro per telefonini di ultima generazione, telecamere,fotocamere. Non solo i fratelli, ma anche amici, parenti e conoscenti. Il campione si sfila la medaglia e la scodella sul collo e sulle spalle dei fans, hooligans e skin-heads. Poi pian pianino il codazzo si assottiglia. Anche perché il sole continua a salire e l’astina di mercurio della canicola rovente pure, sino a picchi irresistibili. Il momento giusto per sgattaiolare  e fare slam La musica è finita gli amici se ne vanno. La porta si chiude. Più o meno come quella dell’uomo ragno…”notte da lupi nel Bronx /nel locale stan suonando un blues degli Stones /loschi individui al bancone del bar/ pieni di whisky e margaridas/ tutto ad un tratto la porta fa "slam"/ il guercio entra di corsa con una novità/ dritta sicura si mormora che I cannoni hanno fatto "bang"/hanno ucciso l'Uomo Ragno/ chi sia stato non si sa /forse quelli della mala forse la pubblicità/ hanno ucciso l'Uomo Ragno/ non si sa neanche il perché/ avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè/ “. L’occasione giusta per riflettere, trarre consuntivi, chiedere lumi sullo stato dello sport a Melito di Porto Salvo, dove, a parte il calcio, (ma si rischia di perdere la serie B di calcetto, l’altra metà del cielo dello sport nazionale)le altre attività agonistiche sono all’anno zero. Hanno giocato d’anticippo il Commissario-a ed il presidente dell’Ussi.

Il sindaco uscente, dottor Gesualdo Costantino, era riuscito a sgombrare il villaggio degli zingari, che avevano occupato il palazzetto dello sport e soprattutto l’area circostante, con un intervento oneroso per le casse e pericoloso per la salute. Lo spostamento conseguente ed inevitabile di tonnellate di ferraglia inquinante e dell’amianto che sprigionano nell’aria folate di veleni, poi, andrà a generare tumori e leucemie. Fortunato, chi sarà riuscito a non respirare le micro polveri. Non bastano le proprietà immunologiche e tutta la prudenza del mondo, per evitare guai grossi come montagne. La statistica e la casistica sono lì, asettiche ed impersonali ad agitarsi come spettri; a rinfocolare le polemiche, più roventi del solleone torrido. Chi è preposto alla vigilanza, sicuramente ha visto e relazionato sul nuovo stato, quasi identico al primo. E stavolta smantellare non sarà facile. Nonostante gli zingari, abbiano ricevuto le case in assegnazione. Anche ad abundatiam. La VI Satira di Giovenale, recita Quis custodiet ipsos custodes? -   “Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?”. I Nomadi o Rom, hanno richiesto a chiare lettere, un’area, non lontana da adibire a centro di raccolta per i loro lavori tradizionali, fonte di reddito e di guadagno, ma la proposta è rimasta inevasa. Questo dialogo fra sordi, non promette nulla di buono. Ma questo è un altro paio di maniche. Intanto, c’è questa perla di Marco Laganà, poi si vedrà. Domenico Salvatore















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