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Il presidente Raffa sulla mancata entrata in funzione della Cardiochirurgia degli Ospedali Riuniti.

Il presidente della Provincia Giuseppe Raffa. 
“L’ombra di una nuova incompiuta si allunga sul futuro di Reggio e della sua provincia. La storia del “Centro cuore” ci riporta indietro di quarant’anni: un lungo flashback colorato dal grande spreco di risorse pubbliche che ci ha “regalato” solo cattedrali nel deserto, campanilismi e egoistiche  indifferenze”.

Reggio Calabria 8 giugno 2013. Il presidente della Provincia Giuseppe Raffa si inserisce nel dibattito in atto sulla mancata entrata in funzione della Cardiochirurgia degli Ospedali Riuniti.

“ La storia, con i dovuti distinguo – dice Raffa -, sembra ripetersi: solo che nel passato ha riguardato l’industrializzazione, mentre ora  tocca il comparto della sanità. La storia della Calabria non lascia spazio ai dubbi: ci siamo fidati della politica romanocentrica e siamo rimasti delusi, impoveriti, soggiogati. E mentre la struttura d’eccellenza del centro cuore rimane chiusa, all’orizzonte si profila un altro volo pindarico: la richiesta d’aiuto all’attuale Ministro della Salute, spostando altrove responsabilità che risiedono in Calabria. Se la cardiochirurgia di Reggio rimane un’incompiuta, non possiamo dimenticare il ruolo svolto dagli alfieri dei vecchi municipalismi e, soprattutto, di gruppi di potere per i quali il business viene prima della salute dei cittadini.

Al capitalismo industriale di ieri si è sostituito quello sanitario di oggi che, con scelte discutibili, non tiene, assolutamente, conto dei quasi venti milioni di euro che i calabresi tutti – dai reggini ai catanzaresi, dai cosentini ai vibonesi,  ai pitagorici -  hanno sborsato per realizzare questa struttura, decisa nell’ambito  del progetto di razionalizzazione dei servizi di eccellenza territoriale. In una Calabria alle prese con l’atavica mancanza  di servizi di mobilità pubblica e privata e povera di infrastrutture nel settore dei trasporti su gomma o rotaia, la sanità non può non essere policentrica. L’idea di concentrare i due “Centri cuore” in una sola città è un continuo attentato alla salute pubblica, oltre a un comportamento egoistico che accontenta solo la bramosia di business dei soliti baroni in camice bianco”.

Il Presidente della Provincia reggina dice ancora: “Il piano di razionalizzazione a suo tempo varato  distribuiva equamente le strutture sul territorio, al fine di limitare  l’emigrazione sanitaria  che avviene anche all’interno della stessa Regione. Come ho già avuto modo di dire in un recente passato, nella cardiochirurgia un ruolo fondamentale lo gioca la tempistica: prima avviene l’intervento, maggiori sono la possibilità di riuscita e minori i danni irreversibili  al paziente. Questi non  può e non deve essere considerato un numero, magari per le statistiche di fine anno, quanto  un essere umano al quale vanno riconosciute le stesse opportunità: sia  che abiti in riva allo Stretto sia ai piedi della Sila.

La localizzazione delle eccellenze sanitarie sul territorio – termina Giuseppe Raffa - deve rispettare la logica della popolazione residente.  In questo contesto, ignorare un bacino di  seicentomila abitanti, come nel caso di Reggio Calabria,  fa parte dell’egoismo  di certi nostri corregionali. E basta con questo strano modo di indignarsi che è l’opposto della filosofia dello scomparso pensatore francese Stéphan Hessel. Per sconfiggere qualsiasi logica municipalistica o affaristica e impedire che certi disegni possano realizzarsi, occorre fare presto. Per questo Reggio e la sua provincia, al di là dell’appartenenza, confidano nella concreta lungimiranza della politica regionale”.

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