Scioglimento dei Comuni, sviluppo sostenibile, rivendicazione del diritto di cittadinanza, occupazione e jus soli, ma non solo. La polis a convegno, s'interroga sotto i lampioni della vecchia stazione di posta. L'unione fa la forza?
MELITO PORTO SALVO, MA L'AREA GRECANICA È ALLA SCOPERTA DELL'AGORÁ?
Domenico Salvatore
Campeggiava sovrana, in Piazza Municipio al Paese Vecchio, la scritta 'Bettola', sopra la taverna, punto di ristoro, sin dai tempi antichi, per i viaggiatori provenienti dalla sterminata Locride e diretti a Rhegion; ma, il dialogo, che si andava sviluppando nella piccola agorà, il confronto e perfino lo scontro verbale, non erano chiacchiere da osteria, né di bizolo. Anzi, nell'improvvisato bistrot si vendevano e si compravano o per meglio dire si "sorseggiavano" bei discorsi, interessanti parole, importanti proposte in chiave futura. Il gazebo, dirimpetto alla "Locanda del Turriolo" si è popolato, nel giro di una mezz'oretta, di personaggi in cerca d'autore. Sino alle ore venti, il sole caracolla sopra i Monti Peloritani, dipinge lo Stretto di Reggio e Messina con i colori rosseggianti, nel crepuscolo maestoso ed incomparabile; poi Elios, s'inabissa dietro le Colonne di Ercole e va a morire o 'dormire' sotto la linea dell'orizzonte; nel giardino delle Esperidi dove lascia i cavalli del suo carro a pascolare, e con loro riposa lì durante la notte. Improvvisamente le ombre della sera si allungano ed ammantano il caseggiato mitico e le straducole leggendarie. Quasi in contemporanea si accendono i lampioni, come se volessero opporre i lumi della ragione alle tenebre dell'ignoranza. Ma l'oscurantismo pre-illuminista non c'azzecca per niente, in questo caso. Sebbene qua e là sbircino la gnoseologia e l'espistemologia. L'idea di riunirsi nell'arengo, ha trovato terreno fertile tra le associazioni dell'Area Grecanica, alla ricerca della bussola. Sembrano le poleis del Peloponneso. Il sasso nello stagno lo lancia Federico su Facebook. Benchè, non rivendichi alcuna primogenitura. Melito, non si sente l'Omphalos.
Tuttavia per qualche minuto, diventa l'ombelico del mondo dell'Area Grecanica. Rompe il ghiaccio Rosalia. Non è la sacerdotessa che pronunciava gli oracoli in nome di Apollo nel santuario di Delfi. Non c'è nessuna Pizia. Quando il raduno, raggiunge un numero congruo se non minimum, 'lancia' un sasso nello stagno. Dapprima, si gioca di fioretto e spada, poi si passa alla sciabola. E sono giochi di fuoco, quando da quelle parti incrociano l'ex candidato a sindaco Enzo Russo, Giuseppe Toscano della Pro Pentidattilo e l'ex presidente del Consiglio Comunale Totò Minniti… preferiamo le bugie rassicuranti alle verità scomode?Aurelio Monte,sindacalista di grido, non si tira indietro. Lo strano caso della cittadina di Melito Porto Salvo dove, senza scomodare Epicuro, si applica il principio di Antoine-Laurent Lavoisier… Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.. "La Polis, provoca Rosalia, prevedeva l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica collettiva e nella costruzione del bene comune…". E qualche altro sibila…"In termini giuridici la cittadinanza (diritti civili, diritti politici diritti sociali) è la condizione della persona fisica (detta cittadino) alla quale l'ordinamento giuridico di uno Stato (popolo, territorio, sovranità) riconosce la pienezza dei diritti civili e politici.
La cittadinanza, quindi, può essere vista come uno status del cittadino; ma anche come un rapporto giuridico tra cittadino e stato. Le persone, che non hanno la cittadinanza di uno stato sono stranieri se hanno quella di un altro stato; apolidi se, invece, non hanno alcuna cittadinanza". Le funzioni provvisorie di notaio, custode del 'pennarello nero', vengono assegnate motu proprio a Mario Alberti. Erano stati chiamati ed invitati, tutti i rappresentanti delle ben numerose associazioni grecaniche e non. Ma soltanto pochi sono intervenuti. Dejù vu!... Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.". Ed ancora. Dice Matteo che…"Il regno dei cieli infatti è simile a un padrone di casa, che di buon mattino uscì per prendere a giornata dei lavoratori e mandarli nella sua vigna. Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso l'ora terza, ne vide altri che stavano in piazza disoccupati. E disse loro: "Andate anche voi nella vigna e io vi darò ciò che è giusto". Ed essi andarono. Uscito di nuovo verso l'ora sesta e l'ora nona, fece altrettanto. Uscito ancora verso l'undicesima ora, ne trovò altri che se ne stavano disoccupati e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far nulla?". Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna e riceverete ciò che è giusto". Poi fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e paga loro il salario, cominciando dagli ultimi fino ai primi".
E, venuti quelli dell'undicesima ora, ricevettero ciascuno un denaro. Quando vennero i primi, pensavano di ricevere di più, ma ricevettero anch'essi un denaro per uno. Nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa, dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato solo un'ora, e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso e il caldo della giornata". Ma egli, rispondendo, disse a uno di loro: "Amico, io non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". C'erano là, letteralmente sdraiati sulle comode poltroncine plastificate, pure alcune vittime illustri dell'imbelle classe politica locale, ispirata dai proconsoli romani. Malati immaginari, senza scomodare Molière. Tuttavia, in quest'assemblea costituente, per quanto avessimo aguzzato la vista e l'udito ed attivato la substantia nigra, non siamo riusciti a scorgere nemmeno una larvata forma di mitomani e megalomani, dottori dulcamara, azzeccagarbugli, palloni gonfiati, carneadi e ciarlatani di piazza e di bizolo. Un primo punto fermo a favore del dialogo costruttivo; un passo verso il confronto civile e democratico. Il tallone di achille di quest'area, ellenofona, grecofona, palizzitana, laurentina, melitota, boviciana od altra definizione ( a parte il solismo, l'individualismo, il personalismo, il soggettivismo e così via) è stato la mistificazione; se non la confusione dei ruoli, che ha portato i cittadini a parlarsi addosso.
Quasi fossero gli operai della Torre di Babele. Un puparo, per i suoi reconditi fini o scopi, celato dietro le quinte ordinò…Carthago delenda est! E l'Area Grecanica, ma non chiamatela Mandamento di Melito Porto Salvo, venne distrutta, annientata, demolita, annichilita. Non solo sotto il profilo economico-finanziario, spirituale e morale, ma anche sotto l'aspetto sociale, politico e culturale. Un marasma, decadenza, sfascio e sfacelo, del quale non si è mai ripreso. Area Grecanica-dormitorio? Nooo! Area di parcheggio per voti in libera uscita, se non vincolati, condizionati e bloccati, come recitano le ben numerose ordinanze della DDA reggina e catanzarese; i rapporti informativi delle forze di polizia, la relazione della Commissione Parlamentare Antimafia e la relazione annuale all'Anno Giudiziario. Le ben tardiva reazione al ralenti per lo scioglimento ad libitum dei civici consessi dell'Area? Ma il processo di sensibilizzazione e responsabilizzazione presenta tempi giurassici, bibblici, faraonici. L'area è la più penalizzata, tuonano gli oratori al 'Paese Vecchio', scripta manent, verba volant,…"
Paese mio che stai sulla collina/disteso come un vecchio addormentato/La noia, l'abbandono, il niente sono la tua malattia/Paese mio, ti lascio vado via./Che sarà, che sarà, che sarà/che sarà della mia vita, chi lo sa?/So far tutto/o forse niente ma domani si vedrà/e sarà, sarà quel che sarà./…". Un contributo alla discussione lo danno un po' tutti…Nino Minniti, Mario Siviglia, Elisabetta Palamara, Giuditta Manglaviti, Piero D'Aguì, Federico Curatola, Carmelo Marino, Rosaria Catanoso, Ciccio Manti, Davide Sergi, Annunziato Fotia e suo figlio, Roberto Rodà, Mario Alberti, Giuseppe Toscano (Pro Pentidattilo) ed altri di cui ci sfugge il nome. Ha parlato pure l'avvocatessa Aurelia Sansotta, presidentessa dell'associazione "Mondo Verde", che sta calamitando consensi e conquistando la critica; per la dedizione e l'operatività dei suoi programmi e dei suoi progetti; sebbene afflitta da raucedine. Al coro, si è unito anche il giornalista Luigi Palamara, il nuovo che emerge, di cui si parla nel Jet Set culturale reggino, Premio "Pericle d'oro". Molti, hanno disertato i lavori. Ma non sono solo, i bastian contrari, sempre disponibili a gettare l'acqua sporca col bambino dentro ed a lanciare sassi in piccionaia; se non a discutere sul sesso degli angeli. Ci sono anche i don Rodrigo, cultori della politica del…tanto peggio, tanto meglio, sempre pronti a mettere il bastone fra le ruote; a seminare il panico e lo scompiglio. Ed i don Abbondio… Amante della pelle e del quieto vivere, si è fatto prete senza pensare ai gravi obblighi e ai nobili ideali del sacerdozio, solo preoccupato di vivere agiatamente e senza scosse. Debole, pauroso, è un animale senza artigli e senza zanne;…
Il curato incontra due loschi figuri, i Bravi, che sono al comando di Don Rodrigo, il signorotto del paese, e riferendosi al matrimonio tra Renzo e Lucia, che il parroco doveva celebrare il giorno dopo, gli intimano, "Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai". Il curato torna a casa e si confida con Perpetua, la sua domestica pettegola. Don Abbondio non è una persona coraggiosa, vuole vivere tranquillo ed evitare gli scontri e, se non può farlo, preferisce mettersi dalla parte del più forte. Ma oramai siamo al punto di non ritorno. Non c'è più posto per Mister Hyde ed il dottor Jekyll; senza scomodare Nino Bixio…Qui si fa l'Area Grecanica, la democrazia, la libertà o si muore. Sebbene, sia giunto il momento di chiedersi, se sia ancora viva oppure morta…"E i medici arrivarono subito, uno dopo l'altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante. "Vorrei sapere da lor signori", disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, "vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!..."
A quest'invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand'ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:"A mio credere il burattino è bell'e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!". "Mi dispiace, disse la Civetta, di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!". "E lei non dice nulla?" domandò la Fata al Grillo-parlante."Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto." Finalmente ecco il momento dell'ite missa est; non della camomilla o della tisana della nonna. Benchè, ci sia ancora spazio per qualche rigurgito di dietrologia. Subito stoppata dal dottor Alberti, nei panni di nonna Abelarda, che ha messo a posto pure l'incompetente ministro 'Scartoffia'. O.K. al diritto di replica, ma il rischio, al di là del narcisismo, sempre in agguato, è quello di scivolare sulla buccia di banana della demagogìa. In queste riunioni, non mancano nemmeno gli avari della parola, più taccagni di Arpagone. Hanno la…cultura dell'ascolto. Non mancherà l'occasione, se veramente ci sarà la voglia di cambiare disco, registro e codice. Il dubbio è amletico….' To be or not to be. That is the question'. Domenico Salvatore
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MELITO PORTO SALVO, MA L'AREA GRECANICA È ALLA SCOPERTA DELL'AGORÁ?
Domenico Salvatore
Campeggiava sovrana, in Piazza Municipio al Paese Vecchio, la scritta 'Bettola', sopra la taverna, punto di ristoro, sin dai tempi antichi, per i viaggiatori provenienti dalla sterminata Locride e diretti a Rhegion; ma, il dialogo, che si andava sviluppando nella piccola agorà, il confronto e perfino lo scontro verbale, non erano chiacchiere da osteria, né di bizolo. Anzi, nell'improvvisato bistrot si vendevano e si compravano o per meglio dire si "sorseggiavano" bei discorsi, interessanti parole, importanti proposte in chiave futura. Il gazebo, dirimpetto alla "Locanda del Turriolo" si è popolato, nel giro di una mezz'oretta, di personaggi in cerca d'autore. Sino alle ore venti, il sole caracolla sopra i Monti Peloritani, dipinge lo Stretto di Reggio e Messina con i colori rosseggianti, nel crepuscolo maestoso ed incomparabile; poi Elios, s'inabissa dietro le Colonne di Ercole e va a morire o 'dormire' sotto la linea dell'orizzonte; nel giardino delle Esperidi dove lascia i cavalli del suo carro a pascolare, e con loro riposa lì durante la notte. Improvvisamente le ombre della sera si allungano ed ammantano il caseggiato mitico e le straducole leggendarie. Quasi in contemporanea si accendono i lampioni, come se volessero opporre i lumi della ragione alle tenebre dell'ignoranza. Ma l'oscurantismo pre-illuminista non c'azzecca per niente, in questo caso. Sebbene qua e là sbircino la gnoseologia e l'espistemologia. L'idea di riunirsi nell'arengo, ha trovato terreno fertile tra le associazioni dell'Area Grecanica, alla ricerca della bussola. Sembrano le poleis del Peloponneso. Il sasso nello stagno lo lancia Federico su Facebook. Benchè, non rivendichi alcuna primogenitura. Melito, non si sente l'Omphalos.
Tuttavia per qualche minuto, diventa l'ombelico del mondo dell'Area Grecanica. Rompe il ghiaccio Rosalia. Non è la sacerdotessa che pronunciava gli oracoli in nome di Apollo nel santuario di Delfi. Non c'è nessuna Pizia. Quando il raduno, raggiunge un numero congruo se non minimum, 'lancia' un sasso nello stagno. Dapprima, si gioca di fioretto e spada, poi si passa alla sciabola. E sono giochi di fuoco, quando da quelle parti incrociano l'ex candidato a sindaco Enzo Russo, Giuseppe Toscano della Pro Pentidattilo e l'ex presidente del Consiglio Comunale Totò Minniti… preferiamo le bugie rassicuranti alle verità scomode?Aurelio Monte,sindacalista di grido, non si tira indietro. Lo strano caso della cittadina di Melito Porto Salvo dove, senza scomodare Epicuro, si applica il principio di Antoine-Laurent Lavoisier… Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.. "La Polis, provoca Rosalia, prevedeva l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica collettiva e nella costruzione del bene comune…". E qualche altro sibila…"In termini giuridici la cittadinanza (diritti civili, diritti politici diritti sociali) è la condizione della persona fisica (detta cittadino) alla quale l'ordinamento giuridico di uno Stato (popolo, territorio, sovranità) riconosce la pienezza dei diritti civili e politici.
La cittadinanza, quindi, può essere vista come uno status del cittadino; ma anche come un rapporto giuridico tra cittadino e stato. Le persone, che non hanno la cittadinanza di uno stato sono stranieri se hanno quella di un altro stato; apolidi se, invece, non hanno alcuna cittadinanza". Le funzioni provvisorie di notaio, custode del 'pennarello nero', vengono assegnate motu proprio a Mario Alberti. Erano stati chiamati ed invitati, tutti i rappresentanti delle ben numerose associazioni grecaniche e non. Ma soltanto pochi sono intervenuti. Dejù vu!... Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.". Ed ancora. Dice Matteo che…"Il regno dei cieli infatti è simile a un padrone di casa, che di buon mattino uscì per prendere a giornata dei lavoratori e mandarli nella sua vigna. Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso l'ora terza, ne vide altri che stavano in piazza disoccupati. E disse loro: "Andate anche voi nella vigna e io vi darò ciò che è giusto". Ed essi andarono. Uscito di nuovo verso l'ora sesta e l'ora nona, fece altrettanto. Uscito ancora verso l'undicesima ora, ne trovò altri che se ne stavano disoccupati e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far nulla?". Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna e riceverete ciò che è giusto". Poi fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e paga loro il salario, cominciando dagli ultimi fino ai primi".
E, venuti quelli dell'undicesima ora, ricevettero ciascuno un denaro. Quando vennero i primi, pensavano di ricevere di più, ma ricevettero anch'essi un denaro per uno. Nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa, dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato solo un'ora, e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso e il caldo della giornata". Ma egli, rispondendo, disse a uno di loro: "Amico, io non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". C'erano là, letteralmente sdraiati sulle comode poltroncine plastificate, pure alcune vittime illustri dell'imbelle classe politica locale, ispirata dai proconsoli romani. Malati immaginari, senza scomodare Molière. Tuttavia, in quest'assemblea costituente, per quanto avessimo aguzzato la vista e l'udito ed attivato la substantia nigra, non siamo riusciti a scorgere nemmeno una larvata forma di mitomani e megalomani, dottori dulcamara, azzeccagarbugli, palloni gonfiati, carneadi e ciarlatani di piazza e di bizolo. Un primo punto fermo a favore del dialogo costruttivo; un passo verso il confronto civile e democratico. Il tallone di achille di quest'area, ellenofona, grecofona, palizzitana, laurentina, melitota, boviciana od altra definizione ( a parte il solismo, l'individualismo, il personalismo, il soggettivismo e così via) è stato la mistificazione; se non la confusione dei ruoli, che ha portato i cittadini a parlarsi addosso.
Quasi fossero gli operai della Torre di Babele. Un puparo, per i suoi reconditi fini o scopi, celato dietro le quinte ordinò…Carthago delenda est! E l'Area Grecanica, ma non chiamatela Mandamento di Melito Porto Salvo, venne distrutta, annientata, demolita, annichilita. Non solo sotto il profilo economico-finanziario, spirituale e morale, ma anche sotto l'aspetto sociale, politico e culturale. Un marasma, decadenza, sfascio e sfacelo, del quale non si è mai ripreso. Area Grecanica-dormitorio? Nooo! Area di parcheggio per voti in libera uscita, se non vincolati, condizionati e bloccati, come recitano le ben numerose ordinanze della DDA reggina e catanzarese; i rapporti informativi delle forze di polizia, la relazione della Commissione Parlamentare Antimafia e la relazione annuale all'Anno Giudiziario. Le ben tardiva reazione al ralenti per lo scioglimento ad libitum dei civici consessi dell'Area? Ma il processo di sensibilizzazione e responsabilizzazione presenta tempi giurassici, bibblici, faraonici. L'area è la più penalizzata, tuonano gli oratori al 'Paese Vecchio', scripta manent, verba volant,…"
Paese mio che stai sulla collina/disteso come un vecchio addormentato/La noia, l'abbandono, il niente sono la tua malattia/Paese mio, ti lascio vado via./Che sarà, che sarà, che sarà/che sarà della mia vita, chi lo sa?/So far tutto/o forse niente ma domani si vedrà/e sarà, sarà quel che sarà./…". Un contributo alla discussione lo danno un po' tutti…Nino Minniti, Mario Siviglia, Elisabetta Palamara, Giuditta Manglaviti, Piero D'Aguì, Federico Curatola, Carmelo Marino, Rosaria Catanoso, Ciccio Manti, Davide Sergi, Annunziato Fotia e suo figlio, Roberto Rodà, Mario Alberti, Giuseppe Toscano (Pro Pentidattilo) ed altri di cui ci sfugge il nome. Ha parlato pure l'avvocatessa Aurelia Sansotta, presidentessa dell'associazione "Mondo Verde", che sta calamitando consensi e conquistando la critica; per la dedizione e l'operatività dei suoi programmi e dei suoi progetti; sebbene afflitta da raucedine. Al coro, si è unito anche il giornalista Luigi Palamara, il nuovo che emerge, di cui si parla nel Jet Set culturale reggino, Premio "Pericle d'oro". Molti, hanno disertato i lavori. Ma non sono solo, i bastian contrari, sempre disponibili a gettare l'acqua sporca col bambino dentro ed a lanciare sassi in piccionaia; se non a discutere sul sesso degli angeli. Ci sono anche i don Rodrigo, cultori della politica del…tanto peggio, tanto meglio, sempre pronti a mettere il bastone fra le ruote; a seminare il panico e lo scompiglio. Ed i don Abbondio… Amante della pelle e del quieto vivere, si è fatto prete senza pensare ai gravi obblighi e ai nobili ideali del sacerdozio, solo preoccupato di vivere agiatamente e senza scosse. Debole, pauroso, è un animale senza artigli e senza zanne;…
Il curato incontra due loschi figuri, i Bravi, che sono al comando di Don Rodrigo, il signorotto del paese, e riferendosi al matrimonio tra Renzo e Lucia, che il parroco doveva celebrare il giorno dopo, gli intimano, "Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai". Il curato torna a casa e si confida con Perpetua, la sua domestica pettegola. Don Abbondio non è una persona coraggiosa, vuole vivere tranquillo ed evitare gli scontri e, se non può farlo, preferisce mettersi dalla parte del più forte. Ma oramai siamo al punto di non ritorno. Non c'è più posto per Mister Hyde ed il dottor Jekyll; senza scomodare Nino Bixio…Qui si fa l'Area Grecanica, la democrazia, la libertà o si muore. Sebbene, sia giunto il momento di chiedersi, se sia ancora viva oppure morta…"E i medici arrivarono subito, uno dopo l'altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante. "Vorrei sapere da lor signori", disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, "vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!..."
A quest'invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand'ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:"A mio credere il burattino è bell'e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!". "Mi dispiace, disse la Civetta, di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!". "E lei non dice nulla?" domandò la Fata al Grillo-parlante."Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto." Finalmente ecco il momento dell'ite missa est; non della camomilla o della tisana della nonna. Benchè, ci sia ancora spazio per qualche rigurgito di dietrologia. Subito stoppata dal dottor Alberti, nei panni di nonna Abelarda, che ha messo a posto pure l'incompetente ministro 'Scartoffia'. O.K. al diritto di replica, ma il rischio, al di là del narcisismo, sempre in agguato, è quello di scivolare sulla buccia di banana della demagogìa. In queste riunioni, non mancano nemmeno gli avari della parola, più taccagni di Arpagone. Hanno la…cultura dell'ascolto. Non mancherà l'occasione, se veramente ci sarà la voglia di cambiare disco, registro e codice. Il dubbio è amletico….' To be or not to be. That is the question'. Domenico Salvatore
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