Reggio Calabria 23/05/2013- Nell’ambito degli appuntamenti organizzati dall’associazione “Università Aperta” dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è stato presentato ieri, presso l’Aula Magna “A. Quistelli”, il nuovo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, “Dire e non dire. I dieci comandamenti della ʼndrangheta nelle parole degli affiliati”, edito Mondadori.
«Il compito di dirigere il traffico», come ha lui stesso dichiarato, è andato al professore Vincenzo D’Amico che ha presentato, oltre ai due autori del libro, il professore Adolfo Santini e Federico Cafiero De Raho, il nuovo Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
Un’aula gremita, ha ascoltato gli interventi dei relatori che sono stati capaci di coinvolgere il pubblico.
Adolfo Santini, ha parlato dell’importanza dell’associazione “Università Aperta”, il cui nome non è casuale «aprirci alla realtà che ci circonda per divenire esempio concreto nel nostro territorio. Il nostro più grande desiderio è aprire una nuova stagione, i professori devono e hanno un ruolo importante. Auguro crescita e un futuro migliore e sereno ai nostri studenti».
Il professore D’Amico, ha poi parlato del libro, costituito da dieci capitoli, che altro non sono i “dieci comandamenti” alla base della ʼndrangheta. Questa organizzazione, ha delle regole «comandamenti, precetti, rituali, codici» ben precisi, come è possibile leggere tra le pagine del libro, ed a questi gli affiliati devo ubbidire per tutta la vita, pena la vendetta. Giovanni Falcone diceva “non si cessa mai di essere mafiosi”. «La ʼndrangheta», ha proseguito il professore, «avvelena il presente e distrugge il futuro. Gratteri e Nicaso documentano la feroce violenza che caratterizza l’azione della ʼndrangheta che mira al potere e al denaro, in una logica di sopraffazione e violenza».
Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali e uno dei massimi esperti di ʼndrangheta, nel suo intervento, ha voluto spiegare come questa organizzazione sia riuscita a radicarsi così profondamente nella società calabrese. Punto di forza è «l’unione, esiste una sola ed una sola ʼndrangheta. L’unitarietà fa salda la criminalità». L’unione, è resa possibile anche dai matrimoni che sono utilizzati per ricomporre faide o per creare unioni ancora più forti. Qui entra in gioco il ruolo della donna, che diviene oggetto di politica matrimoniale. Un’altra grande forza della ʼndrangheta è il mito. Ogni storia ha il suo mito, ogni organizzazione e, la ʼndrangheta, si avvale del mito di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, nobili cavalieri spagnoli, che furono costretti a fuggire per aver lavato nel sangue l’onore della sorella sedotta. Nicaso, sottolinea come questo sia un mito, un’invenzione, «solo attraverso la decostruzione del mito, attraverso lo smontare la ʼndrangheta mattoncino per mattoncino, riusciremo a sconfiggerla».
In questo libro, la ʼndrangheta, viene raccontata dall’interno attraverso le parole, i pensieri, di chi l’ha abbracciata, ma anche tradita. Attraverso le registrazioni, le intercettazioni, gli atti giudiziari, i “pizzini”, Nicaso e Gratteri raccontano l’universo criminale della mafia calabrese.
Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha parlato dell’importanza delle intercettazioni che consentono di capire meglio come funziona il sistema ʼndrangheta e le regole alla base di questa, sottolineando l’importanza del consenso popolare, «senza il consenso popolare, non ha niente». Ciò su cui si è soffermato il Procuratore Aggiunto, è stato sottolineare come « l’Europa non è attrezzata alla lotta alla mafia. Non esiste una vera legislazione antimafia, eppure la ʼndrangheta è dappertutto. Il Parlamento Europeo non è interessato alla lotta alla mafia, non è una priorità». Ha poi continuato, «fuori dall’Europa è ancora peggio, non abbiamo trattati bilaterali in materia di estradizione, indagini collegate, ecc. Siamo rallentati nel nostro lavoro da un sistema vecchio». Per poi terminare con una riflessione: «forse gli interessi economici e commerciali prevalgono su quelli della sicurezza?».
A concludere gli interventi, il Procuratore Cafiero De Raho, che riprendendo il pensiero di Nicola Gratteri, ha voluto evidenziare come «la cultura sia l’unico modo che ci insegna a comportarci educatamente». «La ʼndrangheta», ha proseguito, «è il nemico numero uno della Calabria, un soggetto collettivo che ha assunto la forza che ha a causa dell’indifferenza». Per poterla sconfiggere «è necessario assumere strumenti idonei». Il Procuratore, ha voluto rilevare l’importanza del contributo di tutti per poterla sconfiggere «lo Stato siamo noi. Lo Stato ha bisogno del contributo di tutti, solo così sarà possibile stabilire la pace cui tutti aspiriamo. Dove non vi è efficace contrasto alla criminalità, essa s’insidia, si espande e acquista potere».
La partecipazione attiva di tutti e la conoscenza, sono uno strumento efficace per poter capire a fondo la ʼndrangheta e poterla così sconfiggere. Lo strumento della conoscenza, è la lettura, le pagine di “Dire e non dire”, possono aiutare a conoscerla e combatterla.
Valentina Raffa
«Il compito di dirigere il traffico», come ha lui stesso dichiarato, è andato al professore Vincenzo D’Amico che ha presentato, oltre ai due autori del libro, il professore Adolfo Santini e Federico Cafiero De Raho, il nuovo Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
Un’aula gremita, ha ascoltato gli interventi dei relatori che sono stati capaci di coinvolgere il pubblico.
Adolfo Santini, ha parlato dell’importanza dell’associazione “Università Aperta”, il cui nome non è casuale «aprirci alla realtà che ci circonda per divenire esempio concreto nel nostro territorio. Il nostro più grande desiderio è aprire una nuova stagione, i professori devono e hanno un ruolo importante. Auguro crescita e un futuro migliore e sereno ai nostri studenti».
Il professore D’Amico, ha poi parlato del libro, costituito da dieci capitoli, che altro non sono i “dieci comandamenti” alla base della ʼndrangheta. Questa organizzazione, ha delle regole «comandamenti, precetti, rituali, codici» ben precisi, come è possibile leggere tra le pagine del libro, ed a questi gli affiliati devo ubbidire per tutta la vita, pena la vendetta. Giovanni Falcone diceva “non si cessa mai di essere mafiosi”. «La ʼndrangheta», ha proseguito il professore, «avvelena il presente e distrugge il futuro. Gratteri e Nicaso documentano la feroce violenza che caratterizza l’azione della ʼndrangheta che mira al potere e al denaro, in una logica di sopraffazione e violenza».
In questo libro, la ʼndrangheta, viene raccontata dall’interno attraverso le parole, i pensieri, di chi l’ha abbracciata, ma anche tradita. Attraverso le registrazioni, le intercettazioni, gli atti giudiziari, i “pizzini”, Nicaso e Gratteri raccontano l’universo criminale della mafia calabrese.
Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha parlato dell’importanza delle intercettazioni che consentono di capire meglio come funziona il sistema ʼndrangheta e le regole alla base di questa, sottolineando l’importanza del consenso popolare, «senza il consenso popolare, non ha niente». Ciò su cui si è soffermato il Procuratore Aggiunto, è stato sottolineare come « l’Europa non è attrezzata alla lotta alla mafia. Non esiste una vera legislazione antimafia, eppure la ʼndrangheta è dappertutto. Il Parlamento Europeo non è interessato alla lotta alla mafia, non è una priorità». Ha poi continuato, «fuori dall’Europa è ancora peggio, non abbiamo trattati bilaterali in materia di estradizione, indagini collegate, ecc. Siamo rallentati nel nostro lavoro da un sistema vecchio». Per poi terminare con una riflessione: «forse gli interessi economici e commerciali prevalgono su quelli della sicurezza?».
A concludere gli interventi, il Procuratore Cafiero De Raho, che riprendendo il pensiero di Nicola Gratteri, ha voluto evidenziare come «la cultura sia l’unico modo che ci insegna a comportarci educatamente». «La ʼndrangheta», ha proseguito, «è il nemico numero uno della Calabria, un soggetto collettivo che ha assunto la forza che ha a causa dell’indifferenza». Per poterla sconfiggere «è necessario assumere strumenti idonei». Il Procuratore, ha voluto rilevare l’importanza del contributo di tutti per poterla sconfiggere «lo Stato siamo noi. Lo Stato ha bisogno del contributo di tutti, solo così sarà possibile stabilire la pace cui tutti aspiriamo. Dove non vi è efficace contrasto alla criminalità, essa s’insidia, si espande e acquista potere».
La partecipazione attiva di tutti e la conoscenza, sono uno strumento efficace per poter capire a fondo la ʼndrangheta e poterla così sconfiggere. Lo strumento della conoscenza, è la lettura, le pagine di “Dire e non dire”, possono aiutare a conoscerla e combatterla.
Valentina Raffa
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