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La Dia di Reggio Calabria confisca beni per un valore di circa 20 milioni di euro ad un noto imprenditore della Piana di Gioia Tauro


REGGIO CALABRIA: CONFISCATI BENI PER UN VALORE DI CIRCA 20 MILIONI DI EURO AD UN NOTO IMPRENDITORE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO (RC).


La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria – a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., Arturo De FELICE -  ha dato esecuzione ad un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Mis. di Prev., nei confronti di DE MARTE Ferdinando Fortunato Maria, 50enne di Rizziconi (RC), facoltoso imprenditore operante nel settore della produzione, raffinazione e commercio dell’olio d’oliva nella piana di Gioia Tauro nonché nel settore immobiliare.

Lo stesso risulta essere stato, altresì, uno dei soci della DEVIN  - società che ha costruito il noto centro commerciale “Porto degli Ulivi” in Rizziconi (RC) - successivamente ceduto ad una società estera – e già oggetto di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolta, in particolare, la cosca “CREA” operante in quel territorio.

Nei confronti del DE MARTE, sin dalla fine degli anni ‘80 ad oggi, plurime indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Taurianova (RC), Gioia Tauro (RC) e Catanzaro e dai Carabinieri di Rizziconi (RC), avevano evidenziato che alcune società del gruppo DE MARTE erano soltanto dellecartiere create ad hocal fine di emettere fatture per operazioni inesistenti e/o per ottenere indebiti contributi comunitari.



In data 01.02.2008 è stata emessa, dal G.I.P. di Bologna, nei confronti dell’imprenditore,  una ordinanza applicativa degli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla emissione e utilizzazione di fatture false e per l’indebita percezione di contributi comunitari per importi consistenti (in una occasione avrebbe indebitamente ricevuto contributi per circa 4,6 milioni di euro, mentre in altre circostanze avrebbe decuplicato i costi sostenuti per l’acquisto di impianti a mezzo di fatture inesistenti). Tale provvedimento restrittivo veniva confermato dal Tribunale del Riesame in data 28.02.2008 e successivamente dalla Corte di Cassazione in data 24.09.2008. In data 16.03.2011 il DE MARTE veniva rinviato a giudizio unitamente ad altre 14 persone. Il processo è ancora in corso.

A seguito di una articolata attività di indagine patrimoniale, condotta dal Centro Operativo della D.I.A. di Reggio Calabria e volta a verificare le modalità di acquisizione dell’ingentissimo patrimonio societario e personale riconducibile all’imprenditore, nello anno 2011 era già stato sottoposto a sequestro preventivo l’ingente patrimonio del DE MARTE.

Nell’odierno provvedimento di confisca il collegio giudicante ha ritenuto, che “tutto quanto fin qui detto giustifichi ampiamente l’accoglimento della proposta personale avanzata dalla Direzione Investigativa Antimafia in quanto dimostra senza alcun dubbio l’abitualità del proposto nella commissione di condotte fraudolente, nell’ambito dell’esercizio delle attività imprenditoriale nell’unico ed evidente obiettivo di conseguire lucrosi ma illeciti profitti…E’ proprio la ripetizione di questi comportamenti senza soluzione di continuità nell’arco di circa un ventennio a dimostrare quanto sia attuale la pericolosità sociale del DE MARTE, trattandosi di una modalità di agire talmente consolidata da far legittimamente che questa sia per il proposto l’unica, ma soprattutto ordinaria, modalità di esercizio dell’attività imprenditoriale…[]… stando così le cose, deve ritenersi che i beni acquisiti – tanto quelli personali quanto quelli aziendali – con le risorse generate dall’attività imprenditoriale inquinata, si configurano inequivocabilmente come frutto o reimpiego di attività illecita. La sproporzione rilevata già in sede di sequestro appare corroborare questa conclusione.

E’ stata pertanto ribadita la sussistenza della c.d. abitualità a delinquere protrattasi per circa un ventennio  in capo  all’imprenditore, fattispecie oggi contemplata dal nuovo Codice Antimafia.

Con il provvedimento adottato a carico del DE MARTE è stata disposta la confisca del patrimonio riconducibile al medesimo, stimato in circa 20 milioni di euro, tra cui figurano, in particolare:

-       il patrimonio aziendale di sette società con sede in Rizziconi e Gioia Tauro (RC), di cui quattro operanti nel settore oleario e tre nel settore immobiliare ed edilizio;
-       25.000 mq di terreno, di cui circa 15.000 di natura edificabile, siti in Rizziconi (RC);
-       un fabbricato sito a Rizziconi  (RC);
-       disponibilità finanziarie aziendali e  personali  ammontanti a quasi un milione di euro.

Il Tribunale Sez. Mis.  ha sottoposto altresì il DE MARTE  alla misura della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di tre anni con obbligo di soggiorno nel comune di dimora.

Reggio Calabria, 13 maggio 2013



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