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Vibo Valentia, Quelle faide infinite, innestate nella più vasta faida dei boschi, delle tre province o dei due mari


E' morto nell'ospedale di Catanzaro Salvatore Lazzaro, di 23 anni, il giovane rimasto ferito la scorsa notte a Sorianello con un colpo di fucile caricato a pallettoni mentre era agli arresti domiciliari nella sua abitazione di localita' Savini. Lazzaro era agli arresti domiciliari per spaccio di droga nell'ambito di un procedimento penale della Procura di Torino. L'agguato potrebbe collegarsi ad una faida di 'ndrangheta.
STRAGE CONTINUA NEL VIBONESE, FAIDA DEI BOSCHI OD ALTRA FAIDA, SI CONTINUA A SPARARE PER UCCIDERE, L’ALLARME SOCIALE È DAVVERO ALTO, ALTISSIMO
Il giovane, era rimasto ferito gravemente, secondo  una sommaria ricostruzione del mortale agguato, dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco alla testa e al collo, mentre si trovava all'interno della sua abitazione. Trasportato all'ospedale di Serra San Bruno, dove è stato sottoposto a una delicata operazione chirurgica, non ce l’ha fatta a superare la crisi. L’ennesima faida delle Serre vibonesi compresa tra Soriano, Sorianello e Gerocarne. Un rosario di morti, che conta già cinque vittime. Sono caduti in precedenza, anche Antonino Zupo e Domenico Ciconte e Filippo Ceravolo
Domenico Salvatore

SORIANELLO (V.V.). Fatti e circostanze, solo apparentemente scollegati, stanno impegnando duramente, le forze di polizia, coordinate dalla magistratura; costantemente proiettate, alla ricerca della soluzione del rebus-puzzle. L’omicidio di Lazzaro, è solamente l’ultimo anello di una catena di delitti, che stanno insanguinando il Vibonese. Salvatore Lazzaro, 23 anni, vittima nella tarda serata di ieri di un agguato nella frazione "Fago Savini" di Sorianello, in provincia di Vibo Valentia è deceduto in seguito alle gravi ferite riportate nell’imboscata… ha “finito di mangiare pane”. Ferito in modo grave a colpi di fucile caricato a pallettoni, è  morto nell’ospedale “Germaneto” di Catanzaro. A sparare contro di lui, è stato un killer, appostatosi nei pressi della finestra di casa della vittima, che si trovava agli arresti domiciliari per reati legati agli stupefacenti. Lazzaro, a titolo di cronaca, è cugino di Nicola Rimedio, il 27enne  anch’esso ammazzato a colpi di fucile il 4 giugno 2012 e pure lui noto agli inquirenti per spaccio di  droga. La  Polizia di Stato di Serra San Bruno, guidata dal commissario capo Domenico Avallone ed i  carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, in joint-venture, voluta dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, lavorano insieme per fronteggiare al meglio la nuova ondata di violenza criminale, che da mesi insanguina il Vibonese.  Nicola Rimedio,  si stava recando a Serra San Bruno per trascorrere una serata con gli amici. In macchina, era da solo.  A dare l’allarme, sono stati alcuni passanti. Gli agenti del commissariato di Polizia di Serra San Bruno,  hanno ritrovato in località “Fago Savini”, non solo l’auto segnalata dalla telefonata, ma anche un cadavere. Gli altri delitti collegabili. Rimedio era a sua volta imparentato con Domenico Ciconte, 63 anni, ucciso sempre a Sorianello il 25 settembre 2012; il 31enne Antonino Zupo, pure lui “steso”come Lazzaro mentre si trovava agli arresti domiciliari per vicende legate al traffico di droga, il 22 settembre 2012; ucciso a "Comunella" di Gerocarne, a due passi da "Fago Savini".  A parte il tentato omicidio di Giovanni Emanuele (1 aprile 2012); Giovanni Emanuele, 23 anni, è rimasto ferito a Sorianello. a colpi di pistola,  Mezz’ora dopo, è stato ucciso nella frazione Triparni di Vibo Valentia Mario Longo, 40 anni, già noto alle forze dell’ordine, raggiunto da più colpi di pistola al capo e al torace a bordo della sua auto. Dieci giorni prima, a Vibo Marina, era rimasto ucciso in un altro agguato Francesco Scrugli di 42 anni; Rosario Battaglia, 27 anni, e Raffaele Moscato, di 30, anche loro con precedenti penali, sono rimaste ferite in modo lieve. Altre due persone, di 27 e 30 anni, erano rimaste ferite. Poi ci sarebbe pure, il tentato omicidio lungo la strada Pizzoni-Soriano di Domenico Tassone (25 ottobre 2012), noto alle forze dell'ordine, mentr’era alla guida di una Fiat Punto; agguato, costato la vita al 19enne Filippo Ceravolo venditore ambulante; colpito alla testa, ucciso per errore, a Soriano Calabro. Per vivere, vendeva frutta e verdura nei mercati settimanali del Vibonese. Al momento del mortale agguato, stava rientrando a casa, a Soriano, dopo aver trascorso il venerdì sera fuori con alcuni amici. A bordo della sua Fiat Punto, stava percorrendo la strada, che faceva praticamente tutti i giorni, quando una scarica di proiettili ha investito la sua vettura. Morto all'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Pare che  il Ceravolo, fosse estraneo alla "guerra" fra clan, che vedrebbe fronteggiarsi due fazioni: da un lato gli Emanuele di "Fago Savini" e dall'altra i Loielo di Ariola di Gerocarne, in provincia di Vibo.Vibonese rovente dunque. E dov’è la novità? La Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta da Beppe Pisanu, non sa più che pesci pigliare. La Direzione Nazionale Antimafia, ora ‘vedova’ di Piero Grasso, nel frattempo eletto presidente del Senato, non sa più che santo pregare. Il Comitato Provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, riunito dai prefetti del turn-over, si arrovella e si lambicca le cervella, alla ricerca di una soluzione. Così anche i Comando Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, ma pure la Questura. Ma non basta. C’è anche l’associazionismo, il volontariato e la società civile. La catena educativa, famiglia-scuola-società-Stato, sta tentando di trovare la quadratura del cerchio. L’allarme sociale, ha raggiunto picchi intollerabili. Morti ammazzati a colpi di pistola e lupara, ma anche kalashnikov, tritolo. Nel 2007,  addirittura, i clan della ‘ndrangheta, ordinarono un bazooka. Volevano uccidere l'allora pm della DDA, Marisa Manzini, che dal 2003 al 2009 ha coordinato tutte le principali inchieste sulle “famiglie” del territorio. Si spara di giorno. Si spara davanti a donne e bambini inermi ed indifesi. Si spara ( e talora si uccide) anche contro i vecchi. Oramai il vetusto codice della ‘ndrangheta è rispettato poco o niente. La new generation della ‘ndrangheta, spietata e sanguinaria, spara anche nel mucchio, se necessario. La provincia di Vibo Valentia è stata attenzionata più volte dalle alte cariche dello Stato. Dai quattro Presidenti (della Repubblica; del Consiglio; del Senato e della Camera).  In questi ultimi anni è la più turbolenta dell’intera regione. Molti capibastone, capi di società, mammasantissima, sono al cimitero od in galera al 41 bis. Qualcheduno agli arresti domiciliari, ma alcuni si sono anche pentiti. Il clan, non può stare senza un capo ed un vicecapo. Non è nemmeno rara la velocizzazione delle cariche sociali. Effettuate anche in galera , se occorra. E per i più temerari, anche il “salto” di più gradini, della carriera mafiosa, per meriti acquisiti sul campo o per ragioni legate a dinastie e casati di ‘ndrangheta. Gli ultimi scontri, per fermarci a questi accadimenti,  compreso l’omicidio in spiaggia località “ Pennello” in pieno giorno, davanti a moglie e figli di Davide Fortuna, sarebbero iniziati con l’omicidio di Rosario Fiorillo e di Fortunato Patania od hanno un’origine più remota? Poco tempo fa, era stato ucciso un cugino di Fortuna, Francesco Scrugli, 42 anni, di Piscopio, gia' noto alle forze dell'ordine, più volte arrestato, sorvegliato speciale con obbligo di dimora; ferito in un agguato compiuto da sconosciuti a Vibo Valentia.  Era arrivato a Vibo Valentia, anche il generale di brigata Adelmo Lusi, comandante della Legione carabinieri “Calabria”; oltre al ten. col. Daniele Scardecchia, erano presenti il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, il comandante del Reparto operativo dei carabinieri, maggiore Vittorio Carrara e il capitano Stefano Di Paolo, comandante della compagnia. Rivediamo al ralenti gli episodi più eclatanti degli ultimi anni…

OMICIDIO ANTONINO LOPREIATO
l’8 aprile 2008, Un commerciante di 46 anni in passato titolare di una impresa edile,con precedenti penali, Antonino Lopreiato, è stato ucciso l’8 aprile 2008; con otto colpi di pistola calibro 7,65, che lo hanno raggiunto al volto ed al torace in un agguato avvenuto stasera intorno alle 20.30 a Stefanaconi, un comune nei pressi di Vibo Valentia. La vittima è deceduta sul colpo. Al momento dell'agguato,  Lopreiato era appena salito a bordo della sua Fiat Panda dopo avere chiuso il negozio di materiale per edilizia e giardinaggio che gestiva nel centro del paese.   abitanti.

LA MORTE MISTERIOSA DI DOMENICO LABELLA
Il 23 luglio 2011, muore Domenico La Bella, un uomo di 51 anni,   nella frazione Piscopio al culmine di una lite, un’accesa discussione tra conoscenti nella quale è rimasta ferita a colpi di pistola una seconda persona. Nazzareno Galati, 42 anni,  poi ricoverato in ospedale. Sul posto per i rilievi e le indagini, intervennero i Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia, diretta dal capitano Stefano Di Paolo, coordinato dal colonnello Daniele Scardecchia, comandante provinciale. Delle indagini se n’è occupato il p.m. che agisce sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo

L’OMICIDIO DI MICHELE MARIO FIORILLO
Il 15 settembre del 2011, quattro colpi di fucile, caricato a pallettoni, mettevano fine alla vita di Michele Mario Fiorillo, stramazzato al suolo in una pozza di sangue, mentre lavorava la terra sul suo trattore; sul ciglio della strada interpoderale della Valle del Mesima che conduce a Francica. Michele Mario Fiorillo, 64 anni, agricoltore incensurato, era armato. I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia diretta dal capitano Stefano Di Paolo, che si muove sotto le direttive del colonnello Daniele Scardecchia, stabilirono che il Fiorillo, fosse in possesso di una pistola clandestina , calibro 7,65 di fabbricazione estera, con matricola intatta, scoperta dagli investigatori, tra la vittima e il mezzo cingolato, durante i rilievi; e che il 64enne non avrebbe fatto in tempo neanche a sfiorare.  Segno che temesse per la sua vita. Come ipotizzò il sostituto procuratore Santi Cutroneo, diretto dal procuratore capo della Repubblica, Mario Spagnuolo . Gl’inquirenti, coordinati dal magistrato di turno lavorarono anche all’ipotesi di un litigio scoppiato fra Nato Patania e Michele Mario Fiorillo, l'agricoltore incensurato. In passato, tra i due, c'erano stati dei problemi relativa al pascolo di animali sul terreno di Fiorillo. 

IL FERIMENTO DI FRANCESCO SCRUGLI 42 ANNI
 L’11 febbraio 2012 Francesco Scrugli già noto alle forze di polizia viene ferito a colpi di pistola d’arma da fuoco a Vibo Valentia, poco dopo le 15, in via S. Aloe, nella zona delle case popolari; appena uscito dalla sua abitazione. Un colpo d’arma da fuoco, lo ha raggiunto al collo ed i sanitari, dopo le cure in ospedale, allo Iazzolino Vibo Valentia, lo hanno giudicato guaribile in quindici giorni.  Sul luogo della sparatoria, sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile al comando del dirigente Antonio Turi e gli agenti della Squadra Volante. La Corte d’Appello di Catanzaro nel febbraio del 2011 gli aveva revocato pure la sorveglianza speciale per «difetto di pericolosità sociale

IL DELITTO DI GIUSEPPE MATINA A STEFANACONI
Il 20 febbraio 2012 intorno  alle 18    una decina di colpi di pistola esplosi da due diverse pistole, non hanno lasciato scampo Giuseppe Matina, 33 anni. L’agguato a pochi metri da  contrada Breve, nel territorio di Stefanaconi (Vibo Valentia), dove abitava la vittima designata.  Era nipote acquisito del boss Nato Patania?Nel dicembre  2011 era riuscito miracolosamente a scampare ad un agguato di killers appostati lungo la strada, mentre era a bordo della sua automobile. La gragnuola di colpi gli aveva sforacchiato la carrozzeria. Ma se l'era cavata tirando dritto Delitto solo rimandato. Stavolta l'imprenditore agricolo, era appena uscito da casa quando due sicari armati, gli sono piombati davanti e gli hanno scaricato addosso i caricatori delle pistole. l'indagine passi in mano alla Direzione distrettuale antimafia in corso la classica guerra fra cosche per la gestione del territorio

L’ OMICIDIO DI FRANCESCO SCRUGLI

22/03/2012 Un omicidio eccellente quello del 42enne Francesco Scrugli ucciso a colpi di pistola sulle scale di una palazzina nel quartiere “Pennello” a Vibo Marina, esplosi da distanza ravvicinata in varie parti del corpo dai killers che forse hanno ricevuto una “dritta”. Un colpo, quello fatale, alla testa. Gl’inquirenti ritengono che fosse affiliato al clan Lo Bianco.  Coinvolto pure nell’operqazione della DDA “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco; sebbene dopo una condanna a 6 anni in primo fosse stato   assolto con sentenza passata in giudicato ; indagato in un’altra operazione, “Nasty Embassy”.  Scrugli  venne ammazzato, intorno alle 19,30, mentre si trovava nell’abitazione, sita in via Arenile, a Vibo Marina. Con lui, si trovavano due suoi amici: Rosario Battaglia 27 anni e Raffaele Moscato, 26, rimasti feriti alla spalla e a una gamba il primo, e ad un braccio il secondo. Il Moscato, era stato gambizzato nella serata del 17 aprile 2011 a Vibo Marina,  per un proiettile di pistola che lo ha raggiunto alla coscia sinistra con foro d'entrata e d'uscita; Soccorso e ricoverato dapprima allo ‘Jazzolino‘ di Vibo Valentia e successivamente all’Annunziata di Cosenza. I tre amici,  in base alle oprime ipotesi, avevano appena  superato il portone d’ingresso della palazzina di quattro piani per recarsi nell’appartamento, sito proprio all’ultimo, utilizzato esclusivamente nella stagione estiva da un parente di Battaglia, invischiato nell’operazione “Zain”; tuttavia, assolto al termine del processo con rito abbreviato.  I sicari hanno sparato sino ad esaurimento scorte. La strage non è stata completata perché le vittime sono riuscite muovendosi a zig-zag a sottrarsi alla violenza del piombo. Benchè feriti,  hanno raggiunto in auto, l’ospedale “Jazzolino”, dove sono stati immediatamente medicati. Se la caveranno con una prognosi di qualche settimana. Indagano per risalire ai killers, al movente ed al mandante, i carabinieri del Nucleo investigativo agli ordini del maggiore Vittorio Carrara e dal capitano Giovanni Migliavacca, tutti agli ordini del colonnello Daniele Scardecchia, comandante provinciale di Vibo Valentia ed in sinergìa, gli agenti della Squadra Mobile della questura guidati dal dirigente Antonio Turi e dal suo vice Antonio Lanciano nonché dal sostituto commissario Carmelo Pronestì. Sul posto anche il medico legale Katiuscia Bisogni e la ditta del caro estinto per la rimozione del cadavere.  Coordina le indagini, il sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro, che si muove sotto la regìa del procuratore capo della repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo

IL FERIMENTO A STEFANACONI DEL SORVEGLIATO SPECIALE 38NNE FRANCESCO CALAFATI
Il 21 marzo 2012 Francesco Calafati, di 38 anni, sorvegliato speciale con precedenti penali, in compagnia del suocero, venne ferito in un agguato compiuto da sconosciuti  nelle campagne di  Stefanaconi; alla gamba ed al piede da alcuni colpi d’arma da fuoco, esplosi da una siepe ad una distanza di poche decine di metri dalla vittima; fu condannato a 15 anni di reclusione per l’omicidio del titolare di un autosalone di Zungri, Domenico Maurici commesso nell’agosto del 1996, che  aveva denunciato sia Calafati che altri giovani di Stefanaconi per tentata estorsione,. Secondo gli inquirenti, Francesco Calafati sarebbe vicino ad un'organizzazione criminale della zona. L'uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile diretta dal vicequestore aggiunto

L’OMICIDIO DI MARIO LONGO ED IL FERIMENTO DI GIOVANNI EMANUELE
Il 2 aprile 2012 per puro caso non ci scappano due morti nella stessa giornata. A Triparni, frazione di Vibo Valentia  viene ucciso a colpi di pistola Mario Longo, 50 anni, di Vibo Marina, già con precedenti penali per furto e altro, nei pressi dello stabilimento “Snamprogetti”, alla guida della sua Matiz. L’agguato  è stato messo a segno dopo le 21.30   a circa un chilometro dall’abitato di Triparni, sulla Provinciale che conduce a Portosalvo. Aveva appuntamento con i suoi killers? Il 23enne  Giovanni Emanuele, anch’egli già noto per reati in materia di droga. parente del presunto boss Bruno e del fratello Gaetano, tutti e due   arrestati nell’operazione “Luci nel Bosco” ed accusati di associazione mafiosa, intorno alle 21,20 stava viaggiando da solo  a bordo della sua Alfa 146 quando, giunto in località Savini, è stato travolto da  a colpi di pistola di grosso calibro, che l’hanno attinto al torace e alla testa provocando la fuoriuscita di materia cerebrale. Soccorso dai medici del 118, Emanuele è stato portato nell'ospedale di Vibo Valentia, dove è stato sottoposto ad un intervento chirugico.

IL FERIMENTO DI PIETRO SCHINELLO
DINAMI (Vibo Valentia) -
20 giugno 2012 19:50 Una  discussione legata a vecchi rancori riaffiorati, mentre Pietro Schinello, 35 anni, stava giocando a carte nel bar di Antonio Cavallaro, 57 anni. Il diverbio ed il battibecco ed in un secondo momento la sparatoria.Il ferimento di Schinello è avvenuto nel bar di Cavallaro, dove tra i due, è scoppiata una lite brutale , a conclusione della quale il primo si è allontanato per poi tornare poco dopo. Quando Cavallaro ha visto rientrare il suo rivale ha estratto una pistola calibro 38, legalmente detenuta, ed ha sparato un colpo. Schinello  fu ferito ad una gamba. Soccorso e trasportato in ospedale,  venne medicato; le sue condizioni non destavano preoccupazione. Come hanno accertato i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia. In serata, gli uomini dell'Arma hanno provveduto ad arrestare Antonio Cavallaro, proprietario del bar, che ha sparato a Schinello con il quale già in passato ha avuto diverse animate discussioni.

IL FERIMENTO DI FRANCESCO MEDDIS 50 ANNI STEFANACONI
martedì 26 giugno 2012 STEFANACONI (V.V. Nuovo grave fatto di sangue nel Vibonese, a Stefanaconi. Francesco Meddis, 50 anni, dipendente Sacal, è  rimasto ferito gravemente in un agguato, avvenuto stamattina. Era appena uscito di casa, Meddis   colpito al braccio ed al bacino da  due colpi di pistola di grosso calibro, rispetto ai sei-sette esplosi da corta distanza. Soccorso e trasportato all’ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, dovrebbe cavarsela con una prognosi di qualche settimana; sebbene le sue condizioni, siano  state giudicate gravi. I carabinieri della compagnia di Vibo Valentia, diretta dal capitano Stefano Di Paolo, coordinato dal colonnello Daniele Scardecchia, comandante provinciale hanno avviato le indagini per identificare i  killers e risalire al movente ed al mandante. Sull'ennesimo fatto di sangue verificatosi nel Vibonese negli ultimi mesi sovrintende il p.m. di turno, coordinato dal procuratore capo della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo. A poca distanza dal luogo dell’omicidio, intanto, la Polizia di Stato ed i Carabinieri hanno trovato uno scooter, bruciato rubato nei giorni scorsi, che potrebbe essere quello utilizzato dal killer professionista venuto da fuori e dal suo complice forse un basista o “palo” per raggiungere la spiaggia. Gl’inquirenti coordinati dalla magistratura, come in casi del genere, orientano indagini a 360 gradi. Sebbene, la pista privilegiata (che non deve, necessariamente collimare, con l’ipotesi investigativa ufficiale) sembra essere quella della faida.Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur- Come dire che mente a Roma, si discute sulla formazione del Governo, in nome degl’interessi di scuderia e di partito e sulle misure da prendere, a Vibo si continua ad uccidere ed a sparare nel mucchio delle faide. Domenico Salvatore













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