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Melito. L'obitorio del Tiberio Evoli divenuto discarica e parcheggio dell'amore

Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) 9 aprile 2013. L’obitorio del Tiberio Evoli( ormai da tempo ridotto a  discarica e ricovero per animali) oggi è diventato meta “di coppiette clandestine”.

L’ospedale, uno dei punti di eccellenza della sanità calabrese, nonostante le varie proteste portate avanti da istituzioni, cittadini, associazioni e comitati, oggi “affoga” nel degrado.
La camera mortuaria, dopo la chiusura di anatomia patologica  è divenuta “ il parcheggio” dell’amore. Una meta per tante coppiette, che, incuranti dello stato di degrado e della mancanza di igiene, si rifugiano in cerca di un po’ intimità.
Siringhe , spazzatura, panni sporchi, registri abbandonati, palloni, scatoloni, rifiuti, bombolette, giornali sono alcuni dei rifiuti che si possono trovare passeggiando all’esterno della camera mortuaria.

Il parcheggio dell’ospedale, inoltre, sembra una palude, l’erba è altissima. Il piazzale è un ricettacolo di rifiuti speciali ed ospedalieri. Questo è quel che rimane: una cartolina sdrucita del nosocomio melitese.
Un ospedale centenario, un presidio importante,un vero centro per la salute pubblica,  che è stato ed è tutt’oggi il punto di riferimento per un territorio vasto e frammentato come quello dell’area grecanica.
Nel momento in cui, dopo le promesse del  piano di accorpamento, divenute oggi  un oasi nel deserto,  l’ospedale è  alle prese con una condizione di terribile degrado e d’incuria.
Un ospedale che, dopo le mancate promesse, invece di essere potenziato ed incentivato è ad un passo dalla morte.
Nonostante le molteplici proteste, si è giunti solo ad un ridimensionamento ed a gettare acqua su un fuoco che non si spegne.

Il “Comitato Mamme per un futuro” ed il  “Comitato Civico Pro-Condofuri”(che sono stati i protagonisti delle varie proteste a difesa dell’ospedale)hanno  annunciato, che nei prossimi giorni sarà organizzato un momento di partecipazione popolare, al quale saranno invitati i cittadini, le associazioni, le organizzazioni sociali dell’area che hanno a cuore le sorti del noscomio melitese.
Una battaglia di civiltà, combattuta a fianco del popolo e per il popolo perché l’ospedale è un affare di tutti.

Lo scorso 19 Febbraio, la proposta di  accorpamento, presentata dal commissario per il rientro sanitario,Giuseppe Scopelliti, era apparsa accettabile. Il piano,  prevedeva un interscambio di chirurgi tra i vari presidi. Due piattaforme di assistenza media:  una di chirurgia con 35 posti letto(15 di chirurgia, 10 di ortopedia e 10 di ginecologia)ed una di medicina, con 20 posti letto.
Una serie di attività ambulatoriali: il day surgery per la chirurgia ed il day hospital per la medicina (dermatologia, chirurgia, ematologia, oncologia, genetica medica, terapia antalgica reumatologia, medicina, neurologia, pediatria, senologia, angiologia, radioterapia).

La gestione delle emergenze con una guardia H24 di pronto soccorso, una piastra H 24 per i malati chirurgici, una piastra H24 per l’area medica,  una reperibilità specialistica chirurgica e d una medica. Il servizio di 118 potenziato, con l’arrivo di altre due ambulanze medicalizzate ed un finanziamento 10 milioni per realizzare un nuovo padiglione da destinare ai servizi di sanità territoriale. Ma alle promesse, purtroppo sono seguite in questi giorni i provvedimenti amministrativi che hanno decretato la chiusura di pediatria, per non parlare dell’abbandono e del decadimento  in cui versa il nosocomio melitese. Una situazione che indigna, un affronto al decoro ed ai sentimenti.

Maria Manti




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