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Reggio Calabria, nasce l'Associazione Giornalisti Reggini. Presidente Massimo Calabrò.


Nasce l’associazione “Giornalisti Reggini”: «non solo sport, ma anche solidarietà», ha affermato Massimo Calabrò. «Sono insoddisfatto per il giornalismo che stiamo facendo», ha dichiarato Enzo Iacopino, «per la prima volta sono seriamente preoccupato per quello che può succedere all’ordine dei giornalisti». Carlo Parisi: «senza l’ordine dei giornalisti vivremo nella giungla».


Reggio Calabria, 9/03/2013 - Si è svolta questa mattina, presso la sala conferenza del palazzo della Provincia di Reggio Calabria, la presentazione della nuova associazione “Giornalisti Reggini”.
Alla conferenza, che ha dato occasione ai relatori di parlare della situazione dei giornalisti calabresi, hanno preso parte numerosi giornalisti reggini, dai cronisti ai cameraman, giornalisti professionisti e pubblicisti. Erano presenti il presidente dell’associazione Mimmo Calabrò, e i vice presidenti Maurizio Gangemi e Francesco Legato, oltre al presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino e Carlo Parisi vice segretario della (FNSI) Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Il presidente Massimo Calabrò, oltre a ringraziare i presenti, ha posto l’accento sull’importanza della nascita di un’associazione di questo tipo a Reggio che raccoglie giornalisti reggini che assieme condividono la passione per lo sport e non solo. «L’idea di Giornalisti Reggini», come ha dichiarato il presidente, «nasce nel 2000 quando la Reggina calcio era in seria A e ciò ci ha dato l’opportunità di conoscere giornalisti a livello nazionale e con alcuni di loro organizzammo una partita di calcio A11: inviati della nazionale e giornalisti reggini». 

In seguito a ciò, ha proseguito poi Calabrò, «abbiamo capito l’importanza di dare un seguito a ciò, al di là dell’aspetto ludico». Ecco che a tredici anni di distanza, l’associazione è nata grazie agli iscritti che sono al momento 40, under 50, appassionati di calcio, ma che condividono spirito di aggregazione e partecipazione. «L’obiettivo dell’associazione non si limita solo alla partecipazione a gare sportive, ma è anche un’iniziativa sociale, i cui fondi possono essere utilizzati anche per chi sta peggio di noi», come ha dichiarato Massimo Calabrò.

Ad intervenire poi, anche i due vice presidenti, Maurizio Gangemi il quale ha raccontato la storia della nascita dell’associazione dal lontano 2000 e che ha anche affermato come «l’associazione deve essere una realtà seria e qualificata; deve essere protagonista del proprio presente e del proprio futuro» e Francesco Legato il quale ha sottolineato come «l’associazione è protagonista non solo su un campo di calcio, ma è protagonista anche negli eventi sociali; vicina ai problemi sociali come l’impegno che si è assunta nella giornata contro la droga e durante il rapimento di Francesco Azzarà in cui l’associazione è stata vicina alla famiglia».

Hanno preso poi la parola Franco Pellicanò  presidente regionale dell’Ussi Calabria, gruppo di specializzazione dei giornalisti sportivi della Fnsi, che si è soffermato sull’importanza di aprire l’associazione anche alle altre provincie e il presidente del CONI, Mimmo Praticò, che si è complimentato per l’idea di creare questa associazione «che non si limita al calcio, ma che si apre a tante iniziative sociali». Praticò che capisce le difficoltà degli sponsor e che a tal proposito si è detto disponibile «di chiedere al CONI di poter dare qualche contributo per questa associazione».

A parlare anche Carlo Parisi, vice segretario FNSI, che ha dichiarato come «l’associazione nasce tra giornalisti che devono avere la consapevolezza e soprattutto la coscienza di non perdere i principi etici e deontologici della professione». Parisi è poi passato all’analisi della situazione dei giornalisti calabresi e di come vengano sottopagati o non pagati. Ha fatto riferimento all’episodio che ieri ha interessato Sergio Notaro, giornalista che si è visto notificare una mail di cessione di rapporto con il Quotidiano della Calabria dopo che aveva chiesto la corresponsione dei compensi per le prestazioni effettuate nei due anni precedenti. Il caso di Sergio Notaro, non è un singolo episodio: sono numerosi i giornalisti che lavorano “in nero”, e che, dati alla mano, “pagano” l’editore per poter lavorare. Ha affermato che «con contratti come quello del Quotidiano della Calabria a 6,50 euro al pezzo e 0,04 centesimi a rigo a Calabria Ora, è il giornalista che paga l’editore, in quanto per fare un articolo deve investire del denaro, per acquistare il giornale, per la benzina e per chiamate». Quello che manca è la coscienza da parte dei giornalisti, nell’applicazione delle leggi, «in Italia è vietato rubare» ha proseguito Parisi, «ma non basta avere le leggi se poi non vengono rispettate». Il ruolo del sindacato è diverso rispetto a quello dell’associazionismo, il sindacato deve tutelare i giornalisti: «senza l’ordine dei giornalisti, vivremo nella giungla. Non possiamo farci calpestare sia dal punto di vista professionale e soprattutto umano. Se non ci facciamo pagare da subito, nessun editore dopo 3-4 anni deciderà di pagarci». Parisi ha dichiarato e posto l’accento su come «il lavoro deve essere garantito a tutti. È ora di finirla con bandi nascosti, assunzioni a figli di.».

A concludere la conferenza Enzo Iacopino, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, reggino di nascita e romano di adozione, che si è detto felice per questa associazione, ma ha anche sottolineato che «il periodo che stiamo attraversando è devastante e per la prima sono seriamente preoccupato per quello che può succedere all’ordine dei giornalisti. Sono insoddisfatto per la qualità dell’informazione che facciamo; continuiamo a scrivere cose assurde e senza senso». Ha poi proseguito affermando la necessità di seguire la deontologia del giornalismo per poterlo fare bene e in maniera corretta, «per fare buon giornalismo bisogna raccontare i fatti senza violare le regole del giornalismo e quelle umane».

Ai nostri microfoni, abbiamo chiesto a Iacopino perché non deve essere abolito l’ordine dei giornalisti, come invece ha dichiarato Beppe Grillo. Iacopino ha dichiarato «contrariamente a quanto si pensa, l’ordine dei giornalisti non va abolito in quanto non tutela i giornalisti, ma i lettori. Se ci sono giornalisti che non lavorano bene, vanno segnalati e vanno puniti». Sottolineando come «l’informazione resta indispensabile per informare il cittadino».

Valentina Raffa



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