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Presidente della Camera e del Senato. Le modalità di elezione

Presidente del Senato della Repubblica

Il Presidente del Senato è la seconda più importante carica dello Stato Italiano (per rilievo politico, seconda a quella del Presidente della Repubblica e precedente a quella del Presidente della Camera). L'ultimo a ricoprire tale ruolo è stato il senatore del Popolo della Libertà Renato Schifani, a seguito delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 il nuovo presidente non è ancora stato eletto.
Il Presidente del Senato della Repubblica nel corso della XVI Legislatura, Renato Schifani

Rappresentante del Senato, il presidente adempie al compito di regolare il dibattito nell'aula senatoria attraverso l'applicazione del regolamento e delle norme costituzionali e a quello principale di assolvere al corretto funzionamento dell'aula regolandone l'attività di tutti i suoi organi.

Il Presidente del Senato esercita le funzioni di Presidente supplente in sostituzione del Capo dello Stato in ogni caso in cui questi non possa svolgerle, in base all'art. 86 della Costituzione. Egli è convocato, al pari del Presidente della Camera dei deputati, dal Presidente della Repubblica prima di sciogliere il Parlamento, o anche una sola delle Camere(art. 88 della Costituzione).

Per l'elezione del Presidente del Senato è richiesta, dal regolamento del Senato, la maggioranza assoluta dei voti dei componenti l'assemblea nei primi due scrutini. Nel caso che questi ultimi non diano esito positivo, è sufficiente nel terzo scrutinio la maggioranza assoluta dei voti dei senatori presenti; qualora anche in questa votazione nessuno abbia riportato la maggioranza richiesta, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che abbiano ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

L'elezione del Presidente ha luogo nella prima seduta del Senato, che si tiene entro venti giorni dalle elezioni legislative.

Qualora il Presidente della Repubblica non potesse svolgere le proprie funzioni in quanto impossibilitato o troppo lontano da poter rientrare in patria in tempi brevi, il Presidente del Senato, poiché seconda carica dello Stato, assume tutte le funzioni del primo, con onori ed oneri annessi: nella sua residenza di Palazzo Giustiniani si trasferisce la Guardia d'Onore dei Corazzieri, e nel suo studio è posta una bandiera con l'insegna della Repubblica a ricordagli la sua supplenza.


Presidente della Camera dei deputati


Il Presidente della Camera dei deputati è la terza più importante carica della Repubblica Italiana dopo quelle di Presidente della Repubblica e di Presidente del Senato. L'ultimo a ricoprire tale ruolo è stato Gianfranco Fini, ma a seguito delle elezioni politiche del 24 25 Febbraio 2013 il nuovo presidente non è ancora stato eletto.

Il suo ruolo principale è quello di provvedere al corretto funzionamento della Camera dei Deputati, garantendo l'applicazione del regolamento e provvedendo al buon andamento delle strutture amministrative della stessa. Egli rappresenta la Camera e, in aula, giudica della ricevibilità dei testi, mantiene l'ordine e dirige la discussione. Al Presidente spetta la scelta della Commissione permanente cui far esaminare i progetti di legge presentati alla Camera (salva opposizione di un capogruppo o di un decimo dei deputati, che rimette all'Aula la decisione).
L'attuale presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini.

Il compito di dirigere la seduta è svolto dal Presidente anche mediante l'adozione di provvedimenti disciplinari adottati ai sensi degli artt. 58 ss. del regolamento della camera: egli può richiamare all'ordine un deputato nominandolo, allontanarlo dall'aula o, nei casi più gravi, censurarlo, sospendendolo da 2 a 15 giorni.

Secondo quanto previsto dall'art. 55 della Costituzione egli presiede le riunioni del Parlamento in seduta comune (che si hanno "solo nei casi stabiliti dalla Costituzione" per eleggere il Presidente della Repubblica, i cinque membri della Corte Costituzionale di nomina parlamentare, un terzo dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura e per la formazione della lista dei cittadini aventi i requisiti per la nomina a senatore, che andranno ad integrare la composizione della Corte Costituzionale in caso di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica) e deve essere sentito dal Presidente della Repubblica prima dello scioglimento delle Camere (assieme al Presidente del Senato, secondo quanto disposto dall'art. 88 della Cost.).

Quanto all'elezione del Presidente della Repubblica, spetta al Presidente della camera la convocazione delle Camere 30 giorni prima della scadenza (ex art. 85 Cost.) o 15 giorni dopo la morte o le dimissioni dello stesso Capo dello stato (art. 86 Cost.).

L'elezione del Presidente della Camera avviene a scrutinio segreto e, secondo quanto disposto dal regolamento della stessa, a maggioranza con quorum dei due terzi dei componenti nella prima seduta, nella seconda a maggioranza dei due terzi dei voti, computando tra i voti anche le schede bianche, e a maggioranza dei presenti dalla terza in poi. In apertura di legislatura l'assemblea è presieduta dal più anziano per elezione tra i Vicepresidenti della legislatura precedente. Qualora nessuno di essi sia presente, si risale ai Vicepresidenti delle legislature anteriori e, in mancanza, al decano di età (art. 2 del Regolamento della Camera)

Di concerto con il Presidente del Senato, quello della Camera nomina i membri di alcune importanti autorità amministrative (quella per la concorrenza e quella per la editoria e la televisione), del Consiglio di amministrazione della RAI, del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

La ragione per cui la nomina a cariche così importanti è affidata ai due Presidenti delle assemblee è stata, in passato, legata alla tendenziale imparzialità che le modalità di elezione (con le ampie maggioranza richieste) garantivano e, soprattutto, alla prassi per cui uno dei due Presidenti doveva appartenere alla maggioranza e l'altro al maggior gruppo di opposizione.
A partire dal primo governo Berlusconi, tuttavia, tale prassi è stata interrotta e la coalizione prevalente alle elezioni ha cominciato a nominare Presidenti di assemblea esponenti della maggioranza stessa (nell'occasione Irene Pivetti, della Lega Nord fu eletta Presidente della Camera e Carlo Scognamiglio Pasini, di Forza Italia, fu eletto Presidente del Senato).

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