Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, dei Comuni di Melito Porto Salvo, Siderno e San Calogero.Prorogato per sei mesi lo scioglimento del consiglio comunale di Nardodipace. Il Comune di Melito Porto Salvo era stato sospeso il 25 febbraio scorso e quello di Siderno il 28 giugno del 2012.Nel settembre del 2012 era stato disposto l'accesso antimafia nel Comune di San Calogero. L’operazione della DDA, “Falsa politica”, sèguito delle indagini “Il crimine”, “Recupero-Bene comune” e “Locri è unita”, ha rivelato agli inquirenti i rapporti tra 'ndrangheta e politica locale. Le indagini degli inquirenti confermarono come proprio la lavanderia de ‘U Mastru’ fosse divenuta anche il ‘centro nevralgico’ di strategie elettorali dirette al reperimento di voti, pianificate e dirette dal mammasantissima Giuseppe Commisso, che veniva ragguagliato costantemente sugli sviluppi. L’'obiettivo di ottenere candidature utili alla cosca e di suo personale gradimento.
TANTO TUONÓ CHE PIOVVE! ALLA FINE ANCHE IL COMUNE DI SIDERNO, NELLE MANI DEL CLAN DEI COMMISSO ‘U QUAGGHIA’, È STATO SCIOLTO PER MAFIA
Siderno è la patria di tanti illustri figli che le diedero (e ricevette) tanti onori e gloria, nel campo dell’arte, della cultura, dell’economia, della politica ecc. ma ha dato pure i natali a personaggi della malavita, di respiro internazionale come i Macrì ( il padrino Antonio Macrì, inteso ‘U Zzi’ ‘Ntoni, inteso il boss dei due mondi; si dice, che al suo funerale abbiano partecipato, non meno di quindicimila persone), i Commisso, intesi ‘U Quagghia e tanti altri. La cittadina della ‘Riviera del Gelsomino’, era diventata una stanza dei bottoni, dove si decidevano le sorti della Calabria; da qui, partivano le direttive, che decidevano le sorti delle elezioni, comunali, provinciali o regionali. Il clan dei Commisso puntava sulla politica per accrescere il suo potere criminale ed economico. Le strategie elettorali, della ‘ndrina dovevano portare all’elezione di personaggi legati a doppio filo al clan, come Agrippo e Cherubino; ritenuti a tutti gli effetti intranei alla organizzazione criminale e gli arresti di Domenico Commisso, un consigliere comunale della maggioranza ritortiana, dell’ex assessore comunale Antonio Commisso e dell’ex consigliere comunale, Giuseppe Tavernese, tutti accusati di avere intrattenuto rapporti con la ‘ndrangheta
Domenico Salvatore
SIDERNO (Reggio Calabria)- Mai, un padrino riconosciuto della ‘ndrangheta, fu così gettonato, come Giuseppe Commisso, "Peppi U Mastru" (attuale capo dei Commisso e della Locale di Siderno) della stirpe degli ‘U Quagghia’. Il mammasantissima della Piovra calabrese, che da una lavanderia “Ape Green” in Siderno, quartier generale del clan, controllava tutto il pianeta ìndrangheta e dirottava a suo insindacabile giudizio, beni mobili ed immobili, nell’ordine dei milioni di milioni di euri. La sua parola, era legge. Nessuno si sognava, nemmeno per sogno, di metterla in discussione. Sul personaggio Commisso, sono stati scritti fiumi di parole. Si arrivò a dire che fosse il Capocrimine della ‘ndrangheta; il presidente del summit di Montalto; il mammasantissima di Polsi; il capo dei capi della ‘ndrangheta. Un suo avo, Francesco Commisso, era vicecapo dell’Onorata Società, Secondo solo adAntonio Macrì, noto anche informalmente come u Zzi 'ntoni (1902 ca. – Siderno, 20 gennaio 1975); è stato un criminale italiano. Capobastone della 'ndrangheta (Picciotteria ed Onorata Società) calabrese, e capo dell'omonima cosca, controllava la zona della Locride per più di mezzo secolo. Soprannominato “Il boss dei due mondi”. I legami all'estero. Riuscì, fonte Wikipedia, ad avere collegamenti in Canada, Stati Uniti e Australia.
Ebbe rapporti con Frank Costello e Albert Anastasia, membri di Cosa Nostra americana. Un panettiere di Siderno, Michele Racco gestiva l'organizzazione in Canada e quello che verrà poi chiamato ‘Siderno Group’. Negli Stati Uniti e in Australia si appoggiò su famiglie originarie di Siderno. I legami con Cosanostra. Fin dagli Anni Cinquanta, era in rapporto con Michele Navarra, capo dei Corleonesi, e negli Anni Sessanta e Settanta con Luciano Liggio, Salvatore La Barbera, Pietro Torretta e con i Greco di Ciaculli. Storia. Il 23 maggio 1967 fa uccidere Domenico Cordì, capo dell'omonima cosca per aver rubato 1700 casse di sigarette dategli dai siciliani. Omicidio. Il 20 gennaio 1975 venne ucciso in un agguato a Siderno (Contrada Zammariti); si salvè miracolosamente il suo guardaspalle Francesco Commisso, inteso ‘U Quagghia. “Don Ciccio” rimase sforacchiato come un colabrodo dai colpi di mitra, pistola e lupara, ma vivo. Con la sua morte, ( e quella, del capomafia Domenico Tripodo, inteso “Don Mico”, assassinato nel carcere di Poggioreale a Napoli il 26 agosto 1976 per volere di ‘don Paolo’ De Stefano astro nascente della ‘ndrangheta, poi capo assoluto, alleato di ‘don Raffaele Cutolo, capo della Camorra) scoppiò la prima guerra di 'Ndrangheta.
Si salvo dalla strage di boss e bossicelli, il terzo esponente della ‘Sacra Trimurti mafiosa’ Girolamo Piromalli, alias “don Mommo”, morto pochi anni dopo, l’11 febbraio del 1979, ‘a piedi nudi’, perché si convertì al traffico della droga; per questo, venne anche elevato al grado superiore di ‘santista’; il più alto, a quei tempi. La sua eliminazione, (di Antonio Macrì), viene inquadrata, proprio per il fatto che lui non voleva che le cosche, si immettessero nei nuovi mercati redditizi come la droga e i sequestri di persona, ma che continuassero le consuete attività illecite. Il successore fu Vincenzo Macrì, capo anche della locale di Siderno, ma con ben diverso carisma, ovviamente; anche lui morto di recente. Luigi Malafarina il 22 gennaio del 1975 sulla "Gazzetta del sud" lo descriveva così: "La carriera del boss - che è stato al soggiorno coatto di Ustica, dell'Aquila, e di Casarze Ligure; latitante per nove anni; alla colonia agricola dell'Asinara - è stata costellata, nell'arco di cinquant'anni, da tante assoluzioni. In istruttoria fu prosciolto dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Girolamo Commisso, fulminato il 22 agosto 1947 con una scarica di mitra; il 23 novembre 1961 fu assolto dalla Corte d'Assise di Melfi, dove il processo si celebrò per legittima suspicione, dall'aver organizzato l'uccisione dello studente, Antonio Saracini, 20 anni, figlio di un vecchio rivale; il 2 ottobre 1970 il Tribunale di Locri lo mandò libero dalla imputazione di essere uno dei capi della mafia riunitasi a Montalto.
E, infine, la corte d'Assise di Lecce lo dichiarò innocente dall'accusa di essere uno dei mandanti della strage di Locri (che costò la vita di Domenico Cordì, vecchi amico di don Antonio, Vincenzo Saracini e Carmelo Siciliano, vittima innocente estranea alla contesa tra gruppi mafiosi). Tutte queste assoluzioni (don Antonio ha sostenuto sempre di essere stato estraneo a quei delitti e che la giustizia aveva cercato in lui un capro espiatorio) rafforzano il mito dell'uomo forte, del 'mammasantissima' intoccabile". Poi vennero i Commisso. Altri personaggi, che in un quarantennio, riuscirono a scalare le vette del crimine. Ed oggi sono al vertice. Sebbene la magistratura che sul territorio, coordina il lavoro di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia, abbia inferto durissimi colpi…” Siderno Group, Bluff, Crimine 1, Crimine 2, Crimine 3, Bene Comune, Recupero, Falsa politica”… Il regime del famigerato 41 bis per i capi. Migliaia di anni di galera, per i gregari. Beni mobili ed immobili nell’ordine delle centinaia di milioni di euri, sequestrati e confiscati. I Commisso soprannominati ‘U Quagghia sono una 'ndrina originaria di Siderno con ramificazioni in Canada, Stati Uniti e Australia. Sono attivi nel narcotraffico, in infiltrazioni negli appalti pubblici e nel settore sanitario. Storia. In origine erano una cosca satellite dei Macrì.
Dopo la morte di Antonio Macrì nel 1975, il boss Maurizio Commisso inizia a intraprendere relazioni con il cugino Rocco Commisso di Toronto facente parte del cosiddetto Siderno Group, Consorzio criminale dedito al traffico internazionale di droga. Son così cresciuti fino ad avere ramificazioni in Nord Italia, Canada, Argentina e Australia.Il 21 luglio 1987 viene ucciso dai Commisso in località Lamia Luciano Costa fratello del capobastone di allora. Da quel fatto si scatenò una guerra per volere di Cosimo Commisso volta all'annientamento dei Costa. Il 26 giugno 1991 fu ucciso Giovanni Costa che non riuscì a scappare alla faida emigrando a Thornill vicino Toronto in Canada. Furono poi uccisi Vincenzo e Giuliano Costa. Alla fine, anche con l'aiuto di cosche reggine come i Piromalli, furono uccisi gli ultimi esponenti che continuavano la lotta. Nel 2006 i Commisso uccidono Salvatore Salerno, e successivamente il fratello Agostino Salerno e Rocco Alì per il tentativo di allearsi con i Costa, loro rivali.Ad oggi la locale di Siderno, di cui i Commisso fanno parte è diventata una delle più influenti di tutta la 'Ndrangheta. Esponenti di spicco:Cosimo Commisso detto 'U quagghjia', capobastone dal 1975, condannato all'ergastolo, Antonio Commisso (1925), arrestato nel 2005, Rocco Commisso, Giuseppe Commisso detto U Mastru (1947), attuale capo dei Commisso e della Locale di Siderno, influente a livello regionale, nazionale e internazionale.
Dirime questioni tra le famiglie in Calabria come in Lombardia e perfino in Canada. In alcune intercettazioni afferma di dover risolvere questioni di ben 96 locali che fanno capo a Siderno. Condannato nel 2012 a 14 e 8 mesi di carcere. Alessandro Figliomeni, santista ed ex sindaco di Siderno, arrestato il 14 dicembre 2010 con l'operazione Bene comune. Ndrine alleate:Rumbo, Galea, Figliomeni, Pezzaco, Racco, Salerno, Correale. Fatti recenti- Il 28 giugno 2005 la Squadra Mobile della Questura di Reggio, il Servizio Centrale Operativo e l'Interpol. viene arrestato nuovamente (era già stato arrestato nel 1999) a Toronto in Canada il capobastone Antonio Commisso e altri 5 ndranghetisti: Francesco, Domenico e Vincenzo Racco; Vincenzo Forgiane e Antonio Curciarello. Il 26 giugno 2009 nell'operazione vengono arrestate 50 persone presunte componenti di un traffico internazionale di droga, tra cui i Commisso e i Cataldo e vengono sequestrati più di una tonnellata di sostanze stupefacenti, In collaborazione vi era anche il clan camorristico dei Baratto[10]. Il presunto capo sarebbe Salvatore Femia, tra gli arresti c'è anche Giuseppe Zucco, vicino al capobastone Giuseppe Cataldo.
Il 21 agosto 2009 viene arrestato dalla polizia olandese e dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria ad Amsterdam Gianluca Racco, fra i 100 latitanti più pericolosi. Condannato all'ergasto per omicidio, tentato omicidio e associazione di stampo mafioso. Il 18 novembre 2010 vengono sequestrati beni dal valore di 200 milioni di euro alla cosca Commisso tra appartamenti, terreni, aziende e il centro commerciale di Siderno "I Portici”. Il 14 dicembre 2010 con l'operazione Bene Comune-Recupero, a seguito dell'Operazione Crimine di luglio, vengono eseguite 51 ordinanze di custodia cautelare presso 51 presunti affiliati alla cosca accusati di associazione mafiosa. Viene arrestato anche l'ex Sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni. Il 29 marzo 2011, nella frazione Mirto di Siderno viene arrestato Antonio Galea, latitante ritenuto il reggente del clan Commisso di Siderno. Era accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito della vasta operazione "Crimine" scattata il 13 luglio 2010 contro le maggiori cosche della 'ndrangheta calabrese, e nell'ambito dell'operazione "Bene Comune-Recupero" scattata all'alba del 14 dicembre 2010 dove vennero arrestate più di 50 persone ritenute vicine al potente clan di Siderno.Il 14 luglio 2011 vengono arrestate oltre 40 persone nell'ambito dell'operazione internazionale dei carabinieri Crimine 3. Le persone sono accusate di traffico di droga internazionale e associazione mafiosa e sono state arrestate per lo più in Italia, alcune in Spagna, Olanda e negli Stati Uniti.
Il traffico veniva gestito insieme al Cartello del Golfo e ai cartelli colombiani, per la 'Ndrangheta c'erano presunti affiliati agli Ierinò, Commisso, Coluccio, Aquino e Pesce. Il 25 ottobre 2011 vengono sequestrati beni dal valore di 150 milioni di euro ad esponenti di spicco della cosca Commisso,tra terreni e aziende. Il 21 maggio 2012 nell'operazione Falsa politica vengono arrestate a Siderno 15 persone presunte affiliate ai Commisso, tra cui Cosimo Cherubino ex consigliere della regione Calabria, Rocco Agrippo ex consigliere della provincia di Reggio Calabria e Domenico Commisso, consigliere in carica del comune di Siderno”. L’ansa scriveva così… “E' stato catturato (arrestato il 28 giugno 2005 a Toronto (Canada), il boss della 'ndrangheta calabrese, Antonio Commisso pregiudicato, capo indiscusso dell'omonimo clan, attivo a Siderno, in provincia di Reggio Calabria. Il 15 aprile del 2004, Commmisso era stato condannato a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa, finalizzata al traffico di stupefacenti, rapine e condizionamento delle competizioni elettorali. L'arresto del boss, sarebbe avvenuto durante un'azione congiunta tra gli investigatori del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia con gli investigatori canadesi.”
Lo spessore di Commisso nella gestione delle dinamiche criminali a Siderno e Locri, confermata da alcuni segnali di conflittualità mafiosa…”.
Il sindaco di Siderno, Riccardo Ritorto, (le cui condizioni di salute non erano ottimali), che nell'ambito dell'operazione anti-'ndrangheta "Falsa politica", aveva ricevuto un avviso di garanzia, nel giugno del 2012, si era dimesso dalla carica di sindaco, attraverso una missiva inviata al Consiglio Comunale. L’ipotesi investigativa dei magistrati collegata al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. “Rassegno, oggi, le mie dimissioni, particolarmente sofferte e maturate nel corso degli ultimi giorni. Ritengo che le mie condizioni di salute, allo stato attuale non perfettamente stabilizzate e gravemente deficitarie in seguito ad un intervento subito, non possano garantire la mia piena efficienza nella conduzione del governo cittadino e, venendo meno i presupposti fondamentali di serenità e tranquillità ideali al mio recupero psicofisico, viste le ultime vicende giudiziarie che mi vedrebbero coinvolto nell’inchiesta della DDA di Reggio Calabria denominata “Falsa Politica”, possano penalizzare, in maniera irreversibile, i risultati finora raggiunti con faticose e lunghe terapie subite.
D’altro canto, in un quadro di salute già precario, ogni fonte di stress e preoccupazione legate alle attività della macchina amministrativa, sarebbero difficilmente sopportabili, considerato che la mia principale preoccupazione ed esigenza, allo stato attuale, è dimostrare alle autorità giudiziarie competenti, la mia totale ed assoluta estraneità ai fatti contestati e riportati nell’avviso di garanzia. E’ doveroso, al contempo, ringraziare la Giunta Comunale, i consiglieri comunali di maggioranza, i miei stretti collaboratori ed il personale dipendente in seno al Municipio, per la sensibilità che, certamente, dimostreranno nell’accettare una scelta “dolorosa” e “sentita” , e agli ultimi chiedo di continuare il percorso e le tante progettualità in itinere avviate da questa Amministrazione, consapevole che l’indagine cui sono stato sottoposto, non ha mai scalfito la fiducia, il rispetto e l’affetto che, in dodici mesi di gestione pubblica, si sono sempre più consolidati. Alla mia città, alla maggioranza dei cittadini che, democraticamente, mi hanno voluto quale sindaco, agli amici che, in questi giorni, si stringono nell’abbraccio che conforta e mi commuove, ai tanti sostenitori, grandi e piccini, che mi incitano a “non mollare”, chiedo di comprendere “umanamente” la decisione delle dimissioni, non lasciandovi mai sfiorare dal dubbio, o far convincere, che sia un “passo indietro” verso quell’impegno assunto pubblicamente nel maggio del 2011”. Firmato Riccardo Ritorto. Il tira e molla sulle sue dimissioni è andato avanti per parecchio tempo, ma alla fine è crollato “per gravi motivi di salute”.
Il Consiglio Comunale di Siderno proveniva da un commissariamento per l’arresto, nell’àmbito dell’operazione “Bene Comune”, del sindaco Alessandro Figliomeni (14 dicembre 2010) Accusato di associazione mafiosa, secondo gli inquirenti sarebbe inserito a pieno titolo nella cosca dei Commisso con il grado di santista; "Contribuiva a dirigere e coordinare il sodalizio prendendo le decisioni più rilevanti, impartendo ruoli e disposizioni agli altriassociati". In nome e per conto dei Commisso, (in particolare, con Commisso Giuseppe cl. 47 e con Commisso Antonio cl. 25), un clan di ‘ndrangheta che operava in Italia e all’estero, grazie all’appoggio di numerosi "locali", articolati in tre "mandamenti" e con un organo di vertice denominato "Provincia", particolarmente attivo nel territorio del comune di Siderno e nelle zone limitrofe. Figliomeni, era stato sindaco di Siderno, sino al marzo 2010, quando decise di candidarsi alle elezioni regionali nella lista "Autonomia e diritti con Loiero presidente", dopo avere aderito all'Mpa. La maggioranza dei consiglieri comunali di Siderno a quel punto rassegnò le dimissioni, provocando lo scioglimento.
Domenico Salvatore




0 Commenti