Lo spunto viene da un articolo ritagliato a misura e interpretato a proprio uso e consumo. Roberto Galullo cerca di evitare autopromozione, e fa finta di non capire, pur tagliando parti importanti di una intercettazione. poi si rifugia nel suo curriculum.
Che io non conosco e poco mi interessa approfondire.
Certo è che la notizia come riferita da Galullo mi lascia l'amaro in bocca perchè completamente travisata (a mio parere).
http://www.mnews.it/2013/02/melito-rosario-azzara-cerca-tramite-il.html
Caro Galullo io non cerco di integrare nessun suo articolo. Troppa bontà. Devo pensare a ciò che scrivo figurarsi se perdo tempo a suggerire ad altri ( a lei in questo caso),
Parla di linguaggio criptico, di tuffi carpiati, incomprensibile. Così come a volte sono incomprensibili alcune parti di intercettazioni.
Si definisce incapace di comprendere "solo incapacità (per mia deficienza cronica sia ben chiaro) di capirlo", per darmi dell'incomprensibile o peggio ancora.
Poi l'affondo finale. Rivendica il suo ruolo di giornalista, come fosse il solo, per affermare la sua capacità (indiscussa(?) di raccontare la Calabria. D'altro canto poi scende di livello offendendo tutti i calabresi sostenendo che solo noi (calabresi) vorremmo poter raccontare la Calabria. E da incapace passa a predicatore.
Caro Galullo la sua mi sembra falsa modestia, a dir poco.
Ad ogni modo nessun mistero, nessuna polemica, lei ha interpretato a modo sua un notizia ritagliando la stessa in un modo completamente sbagliato. Poi, se insiste su questa strada, si rilegga il tutto e faccia non uno ma più passi indietro e forse allora avrà dato un senso reale o quantomeno vicino alla realtà ad un fatto.
Infine, caro Galullo, non si erga a conoscitore della Calabria, sminuendo i calabresi, e eviti di dire che la Calabria è terra persa. Pensi piuttosto al suo tempo dedicato alla Calabria, quello sì, ritengo sia tempo perso.
Scenda da quel piedistallo di fine conoscitore o di grande giornalista. Si faccia un bagno di umiltà e soprattutto stia più attento nel riportare le notizie. A volte si possono prendere delle cantonate.
Luigi Palamara, Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore della Testata Giornalistica MNews.IT
P.S. Caro Galullo, si informi anche lei prima di spararle alla sans facon, non guardi solo alla sua storia. Altre storie esistono ... ma questa è un'altra storia che prima o poi vi racconterò.
Luigi Palamara,
lei non mi conosce, io non conosco lei ma le censure giornalistiche, forse, appartengono all’area geografica in cui lei vive che, per chi non lo sapesse, è la Calabria. Terra dove l’omertà regna sovrana ma c’è sempre qualcuno, da quella terra, pronto a dare consigli e sputare sentenze su chi la racconta (come il sottoscritto) da quasi 20 anni da vicino (vicinissimo) e da lontano. Ma questo lei non lo sa – probabilmente – perché sarà un lettore occasionale che non conosce la mia storia, il mio impegno e quel che faccio. Poco male ma la prossima volta prima di scrivere ad un giornalista si informi. Per i calabresi – si sa – la Calabria può essere raccontata solo da loro. Tenetevi questa convinzione, così come quella (e rispondo così agli altri cortesi lettori) che la Calabria sia terra salvabile. Per me è persa: l’ho scritto mille volte e lo ridico. Ciò detto caro Palamara, il suo primo commento – che riporto in calce e se così si può chiamare – è criptico come il tuffo carpiato di una sogliola congelata. Motivo per il quale non l’ho pubblicato. Ergo nessuna censura ma solo incapacità (per mia deficienza cronica sia ben chiaro) di capirlo. Se non lo capisco io – mi sono detto – come faranno gli altri a capirlo? Mistero.
Il secondo motivo per cui non l’ho pubblicato è che faceva autopromozione ad un sito che non conosco e che non ho alcuna intenzione – per questo motivo e non per altri – di pubblicizzare.
Il terzo motivo è che con questa autopromozione il suddetto contava di integrare il mio articolo con notizie che io volontariamente ho omesso.
Tre ragioni non valide ma validissime – seppur personali e opinabili - per non pubblicarlo. Ma Palamara no. Lui parla – chissà perché – di censura e mi manda un secondo commento per cazziarmi di questo gesto, presumo io, di dittatura mediatica.
E allora, tagliato della singola ed esclusiva parte autopromozionale che ritengo non per censura ma per i motivi suddetti di omettere, ripubblico il suo primo commento, così ha una risposta (non credo soddisfacente ma tant è). Non pubblico il secondo perché me lo chiede lei espressamente.
Besitos
Il link all'articolo del Galullo
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2013/02/operazione-ada3-il-sindaco-di-melito-porto-salvo-cercava-riparo-dal-vicepresidente-della-commissione.html
Che io non conosco e poco mi interessa approfondire.
Certo è che la notizia come riferita da Galullo mi lascia l'amaro in bocca perchè completamente travisata (a mio parere).
http://www.mnews.it/2013/02/melito-rosario-azzara-cerca-tramite-il.html
Caro Galullo io non cerco di integrare nessun suo articolo. Troppa bontà. Devo pensare a ciò che scrivo figurarsi se perdo tempo a suggerire ad altri ( a lei in questo caso),
Parla di linguaggio criptico, di tuffi carpiati, incomprensibile. Così come a volte sono incomprensibili alcune parti di intercettazioni.
Si definisce incapace di comprendere "solo incapacità (per mia deficienza cronica sia ben chiaro) di capirlo", per darmi dell'incomprensibile o peggio ancora.
Poi l'affondo finale. Rivendica il suo ruolo di giornalista, come fosse il solo, per affermare la sua capacità (indiscussa(?) di raccontare la Calabria. D'altro canto poi scende di livello offendendo tutti i calabresi sostenendo che solo noi (calabresi) vorremmo poter raccontare la Calabria. E da incapace passa a predicatore.
Caro Galullo la sua mi sembra falsa modestia, a dir poco.
Ad ogni modo nessun mistero, nessuna polemica, lei ha interpretato a modo sua un notizia ritagliando la stessa in un modo completamente sbagliato. Poi, se insiste su questa strada, si rilegga il tutto e faccia non uno ma più passi indietro e forse allora avrà dato un senso reale o quantomeno vicino alla realtà ad un fatto.
Infine, caro Galullo, non si erga a conoscitore della Calabria, sminuendo i calabresi, e eviti di dire che la Calabria è terra persa. Pensi piuttosto al suo tempo dedicato alla Calabria, quello sì, ritengo sia tempo perso.
Scenda da quel piedistallo di fine conoscitore o di grande giornalista. Si faccia un bagno di umiltà e soprattutto stia più attento nel riportare le notizie. A volte si possono prendere delle cantonate.
Luigi Palamara, Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore della Testata Giornalistica MNews.IT
P.S. Caro Galullo, si informi anche lei prima di spararle alla sans facon, non guardi solo alla sua storia. Altre storie esistono ... ma questa è un'altra storia che prima o poi vi racconterò.
Luigi Palamara,
lei non mi conosce, io non conosco lei ma le censure giornalistiche, forse, appartengono all’area geografica in cui lei vive che, per chi non lo sapesse, è la Calabria. Terra dove l’omertà regna sovrana ma c’è sempre qualcuno, da quella terra, pronto a dare consigli e sputare sentenze su chi la racconta (come il sottoscritto) da quasi 20 anni da vicino (vicinissimo) e da lontano. Ma questo lei non lo sa – probabilmente – perché sarà un lettore occasionale che non conosce la mia storia, il mio impegno e quel che faccio. Poco male ma la prossima volta prima di scrivere ad un giornalista si informi. Per i calabresi – si sa – la Calabria può essere raccontata solo da loro. Tenetevi questa convinzione, così come quella (e rispondo così agli altri cortesi lettori) che la Calabria sia terra salvabile. Per me è persa: l’ho scritto mille volte e lo ridico. Ciò detto caro Palamara, il suo primo commento – che riporto in calce e se così si può chiamare – è criptico come il tuffo carpiato di una sogliola congelata. Motivo per il quale non l’ho pubblicato. Ergo nessuna censura ma solo incapacità (per mia deficienza cronica sia ben chiaro) di capirlo. Se non lo capisco io – mi sono detto – come faranno gli altri a capirlo? Mistero.
Il secondo motivo per cui non l’ho pubblicato è che faceva autopromozione ad un sito che non conosco e che non ho alcuna intenzione – per questo motivo e non per altri – di pubblicizzare.
Il terzo motivo è che con questa autopromozione il suddetto contava di integrare il mio articolo con notizie che io volontariamente ho omesso.
Tre ragioni non valide ma validissime – seppur personali e opinabili - per non pubblicarlo. Ma Palamara no. Lui parla – chissà perché – di censura e mi manda un secondo commento per cazziarmi di questo gesto, presumo io, di dittatura mediatica.
E allora, tagliato della singola ed esclusiva parte autopromozionale che ritengo non per censura ma per i motivi suddetti di omettere, ripubblico il suo primo commento, così ha una risposta (non credo soddisfacente ma tant è). Non pubblico il secondo perché me lo chiede lei espressamente.
Besitos
Il link all'articolo del Galullo
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2013/02/operazione-ada3-il-sindaco-di-melito-porto-salvo-cercava-riparo-dal-vicepresidente-della-commissione.html
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