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Pugni chiusi e bandiera rossa al funerale di Prospero Gallinari

PUGNI CHIUSI E BANDIERA ROSSA A FUNERALI EX BR GALLINARI UN MIGLIAIO DI PERSONE, ANCHE CURCIO, SCALZONE, LA BALZERANI

REGGIO EMILIA, 19 gennaio 2013 - Trovarsi a 60 anni e più, col pugno chiuso alzato al cimitero di Coviolo, frazione di Reggio Emilia, per salutare Prospero Gallinari, ex Br morto a 62 anni per un probabile infarto. Circa mille persone hanno salutato in lui un compagno, perduto, com'erano già andate perse tante illusioni di rivoluzione. Mille, forse, non se le aspettava neanche lui. La bara coperta da un drappo rosso con la falce, il martello e una stella, simboli del comunismo.

C'erano anche gli ex "Brigate Rosse" Raffaele Fiore e Bruno Seghetti, che con Gallinari parteciparono al rapimento di Aldo Moro e per questo vennero condannati. Seghetti e Fiore hanno sollevato in spalla la bara e l'hanno portata fuori dalla camera ardente. Seghetti ha anche letto un'orazione funebre, sottolineando come con Gallinari condividesse «l'amarezza data dalla conclusione di una storia organizzativa che puntava al cambiamento rivoluzionario di questo Paese». E c'era Oreste Scalzone, uno dei fondatori di Potere Operaio, ma oggi significano poco quelle sigle lì, che allora distinguevano tanti diversi modi di fare lotta armata al potere costituito.

Così si diceva. Lo ricordano sicuramente gli ex Br come Renato Curcio, Barbara Balzerani e Loris Tonino Paroli, anche loro a Coviolo. Anche Paroli ha tenuto un'orazione. Scalzone ha seguito le esequie fino all'ultimo, accanto alla compagna di Gallinari. C'erano poi molti giovani, vicini ai centri sociali, e si è alzato un piccolo cartello con la scritta No Tav. Un altro inneggiava alla rivoluzione. Alcuni giovani hanno recitato poesie di Sante Notarnicola e un 'antagonista No Tav', Davide Mattioli, ha letto un messaggio: «Prospero e i suoi compagni di oggi - ha detto - vengono spesso facilmente etichettati come terroristi e persone pericolose. Quello che ho capito è che lui non ha mai rinnegato le sue idee, assumendosi le responsabilità delle sue scelte.

Chi oggi viene chiamato terrorista viene chiamato così dalla tv e della politica e da chi ha fretta di liquidare coloro che dissentono e non lasciano morire le stesse idee per cui, a suo tempo, Gallinari ha compiuto scelte che, giuste o sbagliate che siano, non ha mai rinnegato». I pugni si sono alzati per salutare la bara quando è stata portata fuori dalla camera ardente. Ai funerali c'erano anche Nadia Mantovani, Anna Laura Braghetti, Roberto Ognibene, ex brigatisti anche loro.

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