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Oggi pomeriggio ella ore 14,30 del 26 gennaio 2013, al "Saverio Spinella" derby d'altri tempi, Melito-Bagaladi

Stavolta in terza categoria, ma pur sempre una stracittadina, tra gl'inquilini della stessa fiumara, il Tuccio. All'andata al "Tina Abenavoli", glorioso stadio di tanti trionfi, finì 3-3

RITORNA IL DERBY…MELITO-BAGALADI, CHE BRIVIDO, QUANTE EMOZIONI! TANTI RICORDI STRUGGENTI, MA LA PASSIONE, LE MOTIVAZIONI TECNICO-ATLETICHE ED AGONISTICHE, IL PRESUPPOSTO DELLA VITTORIA, IL TIFO CALIENTE, RUSPANTE E RURALE, SONO INTATTI NEL TEMPO, SE NON PIỦ INTENSI

"Dov'eravamo rimasti?" avrebbe detto uno dei padri del giornalismo italico, Enzo Tortora (proprio 'lui', il mattatore di "Portobello"). Allo scontro titanico, fra le due corazzate, entrambe in Eccellenza: Melitese ed Omega Bagaladi San Lorenzo.

Domenico Salvatore

MELITO PORTO SALVO (RC)-Il leggendario pittore Nunzio Bava, considerato il maggiore esponente del verismo calabrese del Novecento; se non re del"Verismo" italiano novecentesco, (il suo talento, rivive nella Basilica-Cattedrale di Reggio Calabria; altre opere della stessa tematica sono presenti nel Santuario di San Paolo, nella Chiesa del Carmine e nella Cattolica dei Greci; bozzetti e cartoni per vetrate e mosaici nelle ben numerose altre chiese reggine Bava esegue. rivolgendosi alla sua amataBagaladi, una volta disse:"Un grande amore non finisce mai". Poi, vennero personaggi altrettanto mitici come i fratelli Angelo (colonnello del CFS, comandante provinciale di Reggio Calabria) e Francesco "Ciccio", che inventarono il calcio a Bagaladi, assieme ai soliti, immancabili, scontati coetanei e perfino più grandicelli. Compreso, Antonio"Totò" Rocca, tanto per fare dei nomi, che incarnarono quella battuta di sapore storico.  In tempi di penuria di strutture sportive al chiuso od all'aperto sigiochettava dove si poteva. Nelle piazzette od in altri spazi, tipo la fiumara. Ciccio Ciancia era stato un grandissimo portiere. Senza esagerare, il Gianluigi Buffon del dilettantismo calabrese. Sembrava cosa fatta, il suo passaggio nelle file della Lazio, ma…giocò nel Melito di mister Guido Pizzi e nella Melitese di Lillo Crocè, in Promozione, che comprendeva squadre dell'intera Calabria (allora, si transitava direttamente in serie D, poi venne l'Eccellenza). S'inventarono il calcio  ufficiale, iscrivendo la squadra del paese al campionato di Lega calcio-Figc. Sotto la guida di mister Domenico Tripodi, nelle vesti di giocatore-allenatore, scalò le vette sino a conquistare tutta una serie di vittorie nei campionati in Coppa e Supercoppa, che la fecero entrare nell'olimpo del calcio non soltanto a livello locale o calabrese, ma oltre. Con l'avvento anche del presidente dottor Giovanni Maesano (in seguito anche di mister Pippo Laface e Giovanni Villari) e tanti altri, che meriterebbero la citazione, ma non è questa la sede, conincarichi importanti, perché non bisogna mai dimenticare o mistificare la Storia ed i personaggi che l'hanno scritta. Storie che s'incrociano. Giocatori di Bagaladi che giocano a Melito. Giocatori di Melito, che giocano a Bagaladi. Per non dire che alcuni melitesi abbiano sposato le bagaladesi ebagaladesi che abbiano sposato le melitesi. Ma nel pallone sono stati sempre "fratelli coltelli". Quella sana competizione, agonismo, rivalità, grinta, foga, ardore, impeto e slancio, tipici del gioco del calcio. Perfino cattiveria agonistica, quando si deve vincere; se non agguantare almeno il pareggio. La dea bendata a sfogliare gli anali della storia, ha arriso, ora all'una ed ora all'altra squadra. "Dov'eravamo rimasti?" avrebbe detto uno dei padri del giornalismo italico Enzo Tortora (proprio 'lui', il mattatore di "Portobello"). Allo scontro titanico fra le due corazzate, entrambe in Eccellenza: Melitese eOmegaBagaladi San Lorenzo. Ma al "Saverio Spinella" quel giorno c'erano almeno mille e cinquecento persone, provenienti da ogni angolo del vasto hinterland melitese. E Giovanni Maesano, sognava la fusione fra le due squadre del Tuccio, per "andare" in serie D. Fu il Bagaladi a conquistarla, ad onor del vero. La Melitese salì sul carro del vincitore. I presidente Giovanni Maesano e con lui ilparogrado Gianni Villari, volevano…"passare lo Stretto di Messina". E nacque la Vallata Grecanica. Una meteora, che durò due anni. Poi sparì; sprofondò nell'abisso dell'amnesia o peggio dell'oblìo, dov'è silenzio e tenebre, la gloria che passò; una Geenna infocata, dove c'è pianto e stridore di denti. Il Tuccio si trasformò in Lete ( a questofiume infernale, dovevano bere le anime dei defunti per cancellare i ricordi della loro vita terrena).Nunzio Bava, era ancora in vita, quando il "duo" Bagaladi, cominciava a calcare la scena. La Vallata del Tuccio risuonava di antiche canzoni. Tipo "Un'altra estate" dei Collage ( il gruppo sardo, che si piazzò al secondo posto, al Festival di Sanremo del 1977 con "Tu mi rubi l'anima"; battuto dagli Homo Sapiens, ex "Tarli" con la canzone "Bella da morire"), che ci sembra possa calzare a pennello su questa storia calcistica…"Quando finisce una storia/non serve più piangere/quando finisce un amore/non serve discutere/chiudi i tuoi sogni delusi in un vecchio barattolo/gettalo a mare e aspetta solo che affondi giù/Quando la sabbia arrossisce/le ombre si allungano/quando una lama di luna sperduta ci illumina/mentre curiosi tendiamo le mani per prenderci/piccole onde i tuoi ricordi cancellano/e ritorna un'altra estate/ricomincia un altro amore sul tuo viso da inventare/carezze da rubare e da restituire.../e ritorna un'altra estate/porta sempre un batticuore/questa volta siamo noi puoi ridere se vuoi/ma è troppo tardi ormai./Quando ritrovi l'amore/puoi anche commuoverti/è come un amico lontano che viene a riprenderti/guarda stanotte che notte mi sembra una favola/sembra che il mare respiri piano negli occhi tuoi.../e ritorna un'altra estatericomincia un altro amore/sul tuo viso da inventare/carezze da rubare e da restituire/quando torna un'altra estate/sei il ritratto dell'amore/questa volta siamo noi/tocchiamo ferro, vuoi,/che non finisca mai/". Tuttavia, come gli sportivi sanno, i cicli si chiudono e si riaprono. A Bagaladi, uno si è chiuso ed un altro è stato aperto. A Melito, uno si è chiuso ed un altro è stato aperto. Inevitabile e scontato il ritorno del derby. Per ora in terza categoria, poi in…seconda e prima categoria. Sebbene le vie del Signore siano infinite.

Domenico Salvatore

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