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Napoli, il caffè con... il morto (un barbone) in Galleria Umberto, tra l'indifferenza dei pasanti

L'allarme per la morte dell'uomo in ‘Galleria Umberto’ a Napoli è stato lanciato da un altro clochard, che la notte trova riparo sotto i colonnati del monumento. Antonio Esposito, uno dei gestori di un negozio che si trova proprio davanti al San Carlo, denuncia da anni lo stato di abbandono della Galleria
NAPOLI, QUEI CLOCHARDS DI CUI, NESSUNO SI PRENDE CURA, (TROPPO) SPESSO, COLTI DAL SONNO DELLA MORTE, DURANTE LA NOTTATA GELIDA, BUIA E SENZA STELLE
Domenico Salvatore


NAPOLI – Un lancio dell’Ansa, riporta la ‘solita’ notizia del decesso, nella nottata, di un clochard, che dormiva all’addiaccio. L’abbassamento delle temperatura siberiana à stato fatale…”Un clochard è stato trovato morto sotto il colonnato della Galleria Umberto, nel centro di Napoli. L'uomo, dell'età apparente di circa 50 anni, è avvolto dalle coperte con le quali si riparava la notte come gli agli altri clochard che di solito dormono in Galleria.
Intanto, a pochi metri dal corpo, alcuni avventori bevono tranquillamente il caffé seduti al tavolino di un bar che si trova proprio di fronte al Teatro San Carlo. L'uomo è stato trovato rannicchiato nel giaciglio dove ha trascorso la notte. Attorno a lui, Polizia Scientifica e indifferenza, con avventori nei caffé e qualche turista.

L'allarme per la morte dell'uomo in Galleria Umberto a Napoli è stato lanciato da un altro clochard che la notte trova riparo sotto i colonnati del monumento. Antonio Esposito, uno dei gestori di un negozio che si trova proprio davanti al San Carlo, denuncia da anni lo stato di abbandono della Galleria. Soprattutto di notte, nello spazio antistante il Teatro e nella adiacente piazzetta Matilde Serao - sostiene - diventa un vero e proprio dormitorio pubblico per i tanti clochard che qui trovano riparo. E anche questa mattina, mentre qualcuno era incuriosito dalla presenza della polizia per i rilievi fotografici sul cadavere, c'era qualche senza tetto che continuava a dormire.” Al di là della triste fine e della storia  del barbone, emerge il disinteresse e l’indifferenza degl’istituti preposti. Ivi compreso il volontariato. Una vita umana, sia pure quella di un miserabile, benché viviamo tempi di egoismo, vale oro colato. Un pasto caldo, un panino, una coperta, non si negano a nessuno, ma qui c’è il morto e non possiamo fare spallucce. La cosiddetta società civile non può occuparsi solamente di proteste e contestazione. Deve fare di più. Ai morti ammazzati dalla camorra, si aggiunge quest’altro, ammazzato dal freddo. Domenico Salvatore

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