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Lo spread soporifero del presidente Napolitano.


Napolitano e la sua politica.
Un anno il 2012 da incorniciare. Una rivoluzione politico-economica senza precedenti. L'Italia e l'europa sono a pezzi. Eppure c'è chi ancora fa il furbo. I potenti di turno o di sempre. Sacrifici che servono a lenire le "pene" dei più forti e ridicolizzano e spremono sempre più i deboli. Una distanza tra Stato e società sempre più accentuata.  Eppure chi è stato alla guida (Monti ndr) sembra non essersene accorto. Ha continuato  il suo cammino travolgendo con la sua armata brancaleone tutto e tutti in nome e per conto di un' Europa che pochi sentono propria, solo i politici a dire il vero e manco tutti. Europa che detta leggi e umilia i più deboli.

Tagli di qua e tagli di là. Tasse e ancora tasse. Stato e sempre più Stato senza più popolo sovrano, cittadini, individuo. Libertà negata. Nessuna prospettiva e nessuna speranza per il futuro. Solo sacrifici in favore e nel segno dell'economia dei potenti (vedesi banche) .

Eppure il professor (senatore) Monti detta ancora i tempi. Il Presidente Napolitano lo "sponsorizza" nel discorso di fine anno. Un Presidente della Repubblica che ci sembra il saggio del villaggio. Staccato dalla realtà. Un extraterrestre. Più che rappresentare lo Stato ci è sembrato uno Status. Questo o nisba.

In Italia comandano e dispongono i ricchi, i saggi (per acquisizione e convenienza). Il popolo sovrano come un somaro abbassa la testa e continua a spingere verso la direzione sbagliata. Dignità e orgoglio allo stato minimo altro che spread.

Il termometro di una società civile è il rispetto della dignità individuale nel contesto sociale e non lo SPREAD. Ci hanno riempito la testa di SPREAD di DEFAULT, di salva Italia, di cresci Italia, a me è sembrato ti FREGO ITALIA.
E' stata saccheggiata la dignità di ognuno di noi. La democrazia è a rischio. Una società che ignora i deboli e non li tutela è destinata a implodere.

Ci saremmo aspettati da Napolitano altro. Ma ha solo rappresentato se stesso ed una parte che oramai non fa più ridere nessuno. Se questo è il messaggio del capo dello Stato, povero STATO, povera ITALIA.

Luigi Palamara

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