Reggio Calabria, 17 gennaio 2013
Legambiente Calabria chiama in causa la Regione dopo il confronto tra Scopelliti e Clini
Auspichiamo
pertanto che la Regione Calabria accolga l’invito di Legambiente, anche
nella definizione della nuova legge regionale in materia di rifiuti, ed
offre la propria piena e totale collaborazione fornendo il bagaglio di
competenze in materia e la propria partecipazione nell’interesse della
tutela ambientale, della salvaguardia del territorio e della salute dei
cittadini.
Legambiente Calabria chiama in causa la Regione dopo il confronto tra Scopelliti e Clini
La proposta degli ambientalisti: differenziata spinta da finanziare con un’ecotassa sulle discariche
Rifiuti, è l’ora di una legge “partecipata”:
Un tavolo con esperti, associazioni e cittadini
Ciafani: subito una rete di impianti di compostaggio e centri di raccolta
Falcone: la pratica del riciclaggio trasforma il problema in opportunità
Dominijanni: l’Ue sancisce l’obbligo di coinvolgere gli abitanti interessati
Il
presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha incontrato a Roma il
ministro dell’Ambiente Clini per discutere dell’emergenza rifiuti che
sta vivendo la Calabria, rispetto alla quale, proprio in questi giorni è
anche terminata la quindicennale esperienza commissariale del settore.
L’obiettivo dichiarato è quello di individuare un percorso che porti
entro pochi mesi alla definitiva risoluzione della problematica.
Legambiente Calabria coglie l’occasione di questo incontro per rinnovare
quanto già proposto nei mesi scorsi affinché venga istituito, fin da
subito, un tavolo di confronto formato dagli enti coinvolti, che si
avvalga dell’esperienza e delle competenze delle associazioni e dei
massimi professionisti nel settore presenti in Calabria. Un luogo dove
le eccellenze possano essere messe in rete, a confronto con le migliori
esperienze nazionali e internazionali, in un dialogo volto ad
individuare le soluzioni migliori nell’interesse dei cittadini e
dell’ambiente. «Un tema che va affrontato “di petto” – dichiara Francesco Falcone,
presidente di Legambiente Calabria – ma fuori dalla logica nefasta
dell’emergenza che ha condotto la regione sulla soglia del disastro
ambientale. Come dimostrano i “comuni Ricicloni” d’Italia, la via della
differenziata non è utopia, ma l’unica vera strategia vincente in grado
di risolvere e anzi trasformare in opportunità la questione dei
rifiuti».
Riteniamo
inoltre doveroso un pieno ed effettivo coinvolgimento da parte della
cittadinanza che svolge un ruolo cardine nella gestione dei rifiuti,
anche alla luce della recente ed importante sentenza della Corte di
Corte di giustizia Ue, pubblicata in data 15 gennaio, in materia di
diritti di cittadinanza e apertura di impianti a forte impatto
ambientale. «Infatti – dichiara Andrea Dominijanni,
vicepresidente di Legambiente Calabria – la Convenzione di Aarhus,
stabilisce che quando le istituzioni nazionali e locali avviano un
procedimento in materia ambientale, ai soggetti interessati e quindi ai
cittadini deve essere garantita la partecipazione sin dall’inizio e
quindi quando tutte le alternative sono ancora praticabili e la loro
presenza può avere un’influenza effettiva».
È
dal 1997 che si continua a discutere dell'uscita dall'emergenza rifiuti
in Calabria ma non abbiamo visto alcun reale contributo da parte dei
commissari e degli enti locali nel praticare questa soluzione. Per
uscire dalla logica delle discariche, che continuano a farla da padrone
in Calabria, anche nel dibattito delle ultime settimane, serve
utilizzare ogni strumento a partire dalla leva economica per penalizzare
questa opzione di smaltimento, utilizzando ad esempio lo strumento
dell’ecotassa regionale con sconti per i comuni che hanno rispettato nel
2011 l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata finalizzata al
riciclaggio e forti penalizzazioni per chi non lo ha raggiunto. La
regione usi i proventi dell’ecotassa regionale per sostenere la
diffusione della raccolta differenziata domiciliare anche della frazione
organica domestica, ma finanziando solo progetti veri evitando
ulteriore sperpero di denaro pubblico per iniziative che non sono utili
a ridurre in tempi brevi e in modo duraturo i quantitativi di rifiuti
indifferenziati.
«Sull’impiantistica
si deve dire basta al monopolio dello smaltimento in discarica e del
recupero energetico incentrato a Gioia Tauro – dichiara Stefano Ciafani,
vicepresidente nazionale di Legambiente – ma si deve costruire una rete
di impianti, a partire da quelli di digestione anaerobica e
compostaggio e dai centri di raccolta, per finalizzare al meglio l'avvio
a riciclo dei rifiuti raccolti in modo separato. Senza dimenticare le
politiche di prevenzione che la Regione dovrebbe adottare con un
programma di riduzione rifiuti come fatto in altre parti d’Italia. In
poche parole anche in Calabria si potrebbe rivoluzionare in pochi anni
il ciclo dei rifiuti, replicando quanto è riuscita a fare ad esempio la
regione Sardegna che in 6 anni è passato dal 5% di raccolta
differenziata a oltre il 50%, arrivando a eguagliare le migliori
esperienze regionali del nord del Paese. Per fare questo serve la
volontà politica. La Regione la dimostri con i fatti, non solo a parole,
che vuole davvero perseguire questo obiettivo».
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