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Il Futsal Melito (serie C femminile Figc) batte il Cus Cosenza (5-1) e conquista la finalissima di Crotone di sabato 5 gennaio

La formazione ospite, ha provato a mostrare i denti, con un primo tempo guardingo ed all’occorrenza aggressivo. Splendide due parate di blackwomen Ceravolo. L’avanguardia ha fato la sua parte, ma ha trovato una muraglia cinese. Anche nella ripresa, le ragazze del presidente Arcangelo Violo, ben allenate dal coach Postorino, hanno tentato di sorprendere la squadra di casa, ma ha trovato un muro di berlino
IL FUTSAL MELITO, BATTE IL CUS COSENZA (5-1) E CONQUISTA LA FINALE DI COPPA ITALIA, DOMENICA A CROTONE, CONTRO IL BELVEDERE. BABBO NATALE HA SCARICATO SOTTO L’ALBERO DEGLI OSPITI, CINQUE CARRETTATE DI CARBONE
Le padrone di casa di mister Davide Oliveri, sconfitte di giusta misura alla’andata (4-5), sono riuscite a ribaltare il risultato in virtù di una gara perfetta in difesa, splendida a centrocampo e superba in attacco, dove la divina Agostino, ha preso per mano la squadra, conducendola verso i Campi Elisi  del Crotonese. Gli hooligans e gli skin-heads, hanno fatto il pieno di emozioni; più di Lucio Battisti
Domenico Salvatore

MELITO PORTO SALVO (Reggio Calabria)-Il sogno della finalissima regionale di Crotone, per le campionesse del Cus Cosenza, ha fatto ploff!... Volare oh! oh!...Ma tutti i sogni all’alba svaniscon perché, quando tramonta la luna, li porta con sé…”. Non è bastato il, benché risicato, 5-4 dell’andata, per conquistare la città pitagorica. La buona sorte, ha arriso invece alla cenerentola melitese. La classe operaia va in paradiso. Ma, ha galoppato più di Gianni Morandi, che dopo cinquant’anni, corre ancora a cento all’ora. Sebbene, unusquisque faber est fortunae suae. Un premio, ch’era follia sperar. Ma ovviamente, non è la fortuna dei novizi, meglio nota come ‘dei pivelli’. Passi per una partita o due. Ma, quando il leit motiv, diventa musica, allora cambia discorso. Qui, c’è sì, una società che non nuota certamente nel lardo; che ogni domenica o sabato che sia, non sa, come reperire le risorse economiche, da destinare alla trasferta. E tuttavia, anche un gruppo, che sta assieme e gioca insieme da anni. Punto e croce, punto e croce, vien fuori la trama fantastica. Un ordito, splendido e splendente. I meccanismi, ben oliati in ogni ingranaggio, diventano fluidi e scorrevoli. Frutto delle scelte societarie oculate, delle valutazioni ponderate dell’area tecnica. Della lotta senza quartiere all’individualismo, ai protagonismo ed ai personalismo. A favore del collettivo. Più decentramenti e coinvolgimenti ad ampio raggio a livello di hinterland e comprensorio. Un’apertura vincente al concorso libero delle idee, al dialogo, al confronto. Un coach giovane, dinamico, ambizioso, severo come Davide Oliveri. Un giocatore di serie A e B, in attività, che viene dalla gavetta; uno, che ha fatto vedere sul campo il suo valore, le qualità ed i numeri agli alti livelli, che ne legittimano il ruolo e le mansioni. Ha carta bianca dalla società. Il modulo vincente, gli schemi collaudati in allenamento, sono il frutto della sua quintessenza. ‘Dietro’ tutto questo, c’è un demiurgo, che ha plasmato la materia caotica ed informe, Mimmo Franco. La modestia, fatta persona. Poco appariscente. Non rullano i tamburi e non squilla la fanfara, quando opera e lavora a vario livello. Privilegia il lavoro di squadra. Non invade, quando i suoi collaboratori, sono impegnati nell’esercizio delle loro funzioni. Un generale di corpo d’armata che coordina con carisma, senza fare rumore; senza fare la primadonna o peggio il narciso. Presenzia alle partite. Ma è come se non ci fosse. Parla, senza aprire bocca. Ordina, senza fare una piega delle labbra. La sola presenza fisica, di per sé,  è già un messaggio eloquente.

Lui, sa mettere a posto i don rodrigo, che infestano e seminano zizzania, i carneadi e gli azzeccagarbugli, se non personaggi in cerca d’autore. Sa come raccogliere la pecorella smarrita. Una fede nei propri mezzi, che sposta le montagne…Domine non sum dignus ut intres sub tectum meum..Tutto questo entroterra, si traduce sul campo, in una coesione perfetta. Sul piano tecnico-operativo, i reparti funzionano a dovere. Le sbavature, non mancano da nessuna parte, il palone è rotondo e rotola; tutto sta, nel saperle gestire ed armonizzare in maniera ottimale. Probabilmente, anche il Cus Cosenza, fa dei sacrifici. Oggi si vince, domani si perde, hodie mihi, cras tibi, ma il successo non arriva mai per caso. Il presidente, non è parente di Bill Gates o di Nelson Rockfeller e nemmeno di Giovanni Agnelli o Silvio Berlusconi. Fa sacrifici, dona se stesso alla società civile. Rappresenta, la città di Cosenza, che ha storia patria, politica, culturale e turistica da vendere. Una società seria, che fa sport sano.

La partita è stata interpretata con lo spirito sportivo giusto. Giove Pluvio, ha minacciato con tuoni e fulmini, i comuni mortali, ma, per fortuna, non ha versato un solo goccio d’acqua. Anche il mitico re dei venti, sua maestà Eolo, ha fatto il crumiro, prima di consegnare  i  suoi capricciosi figli e nipoti, ben stipati come le sardine in scatola, ad Ulisse che partiva; uno ‘sciopero’ dei… lavoratori del vento, quanto mai gradito. Vinca il migliore. Sebbene ciò non sempre accada; e non sia per niente scontato. Ma oggi ci sentiamo di poterlo affermare con certezza: ha vinto il migliore. Quello che ha costruito di più e meglio; che, ha creato più occasioni da rete. Una partita che ha emozionato le giocatrici ed i dirigenti; ma, anche il pubblico, accorso numeroso per assistere alla gara. Se volete, metteteci le parate dei portieri, le punizioni, i calci d’angolo, i tiri sbilenchi,  le grosse occasioni fallite clamorosamente,  le reti spettacolari e quelle fortuite, gli errori della difesa, il filtro di centrocampo, la manovra agile e snella, il foraggiamento puntuale delle punte, il “tasso di mangiamento”, la battuta sibillina od esilarante del tifoso classico. Volano gli aggettivi di sempre…’cretino, scemo, pazzo, cornuto, venduto, “orbu cani, mangiuni e mangiatariu”, animale’; ed anche le allocuzioni avverbiali, preposizioni, esclamazioni, voci onomatopeiche…sei un figlio di p… vaffa…vai a quel paese e così via. Una partita aperta, sincera e leale, senza tatticismi. Benchè questa disciplina agonistica, dove si gioca senza offside, non li preveda. Ceravolo, Pugliese, Candito, Agostino, Sorrenti, Florio, Meduri, Crea, Nucera, Pulitanò, Iaria e Nastasi, praticamente difesa, centrocampo ed attacco, hanno disputato un match perfetto sotto tutti i punti di vista. Davvero brave: bisogna dargliene atto, pubblicamente. La retroguardia, ha saputo neutralizzare le punte avversarie, che erano davvero pericolose. Agostino e Pulitanò mettevano il risultato in cassaforte e lo blindavano con Nucera. Senza mai abbassare la tensione. In questo gioco, altamente spettacolare, sibila il generale manager, si possono rimontare con facilità, anche cinque o sei reti, in una manciata di minuti. Il Cosenza, mai rinunciatario, è stato sempre in partita. Non tragga in inganno, il largo punteggio a favore dei padroni di casa.

L’equipe cosentina, ha trovato sulla sua strada, un avversario granitico, tetragono e monolitico, che l’ha sovrastata, in ogni zona del campo. Quando, Postorino, Marigliano, Mollame, Colace, Pellegrini, Fiume, Barini ed Imbrogna a turn-over, si sono presentati dalle parti del portiere avversario, la tarantola nera Ceravolo, abile nel muovere i tentacoli sulla ragnatela, ci ha messo una pezza in takle scivolato o smanacciato la sfera di cuoio. Nella ripresa, ha calato la saracinesca e se n’è andata a pesca di trote, sui ‘Monti Pallidi’….” Voglio andare a vivere in campagna… in questo traffico bestiale, la solitudine ti assale, ti butta giù e non mi diverto più…  qui non si può più respirare, non si può più comunicare, il cielo non è più blu…” Mister Davide Oliveri, che aveva già tirato i remi in barca, pago del risultato, era sprofondato sul sofà, davanti al caminetto; intento a spizzichettare semi di zucca, arachidi, pinoli e pistacchi, birra e coca-cola. Negli scampoli di partita, le ‘lupacchiotte’ della Sila, hanno sguainato  denti affilati come quelli di Zanna Bianca. Allo scopo, di buttarle giù, come fossero una bambola di Patty Pravo. Troppo tardi per impensierire le…ragazze della via Paal. Ottimo, l’arbitraggio del signor Roberto Cantafio di Lamezia. Deve collaborare meglio con la stampa accreditata. Un bel successo, chiaro e meritato, che mette in risalto le qualità tecniche ed agonistiche della squadra melitese. Piccole donne crescono. Babbo Natale,  maestoso nella sua giubba rosso fucsia, sbuca sul mitico viale imparruccato, da dietro gli abeti, che grondano fiocchi di neve, sulla magica slitta, trainata da una renna; e deposita ninnoli, balocchi e profumi. Un buon viatico, in vista del campionato, che scatterà subito dopo la Coppa Italia. Davvero, una bella paginetta, consegnata agli annali della storia calcistica; e non solo. Domenico Salvatore

Il tabellino di dosa
FUTSAL MELITO-CUS COSENZA 5-1
FUTSAL MELITO: Ceravolo 7, Pugliese 8, Candito 8, Agostino 10, Sorrenti 8 Florio 9, Meduri 9, Crea 8, 5 Nucera 8, Pulitanò 10, Iaria Nastasi 8. Allenatore Davide Oliveri 10
Presidente, Gianluca Borruto s.v.
CUS COSENZA: Aprile 5, Postorino 6 , Marigliano 5, Mollame 5, Colace 5, Pellegrini 5,5 Fiume 5, Barini 5,  Imbrogna 5, 5. Allenatore Postorino Giovanna 5,5
Presidente: Arcangelo Violo s.v.
Marcatori: Agostino (2), Pulitanò (2), Nucera per il Futsal Melito; Postorino per il Cus Cosenza
Arbitro, Roberto Cantafio di Lamezia Terme 8,5
Campo di gioco in ottime condizioni di gioco, spettatori un centinaio, angoli 3-5, rimesse laterali 9-5, punizioni 5-4











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