Roma, 18 Gennaio 2013. Affettuoso, docile, privo di qualsiasi traccia di aggressività e per questo utilizzato spessissimo nella Pet-Therapy: il Labrador Retriever è fra i cani più amati in Italia, con 7.700 esemplari registrati all'Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), i più numerosi dopo quelli di Pastore tedesco (14.700) e Setter inglese (14.500). Così come in Gran Bretagna, terra dove il Labrador è stato per la prima volta riconosciuto ufficialmente e considerata vera e propria patria della razza. E come se il Labrador non avesse già contribuito abbastanza al bene della società, parte ora proprio Oltremanica un megastudio che consentirà, 'radiografandò la salute di questi simpatici cani, di capirne di più su quella in generale della specie canina. La ricerca, ribattezzata 'Dogslife Project', si è già guadagnata le pagine della rivista 'Bmc Veterinary Research' perchè è davvero ambiziosa: intende colmare i gap esistenti oggi nella conoscenza delle condizioni di salute dei 'pet' di casa, studiando dettagli mai presi in considerazione prima. Viene portata avanti dal Kennel Club inglese e, dal 1 luglio 2010, ha già iniziato ad 'arruolarè i primi Labrador.
Nel primo anno della ricerca ne sono stati coinvolti 1.407 e ci sono dunque già i primi risultati. È emerso, ad esempio, che quattro cani su 10 fra quelli coinvolti nel megastudio si sono ammalati almeno una volta. L'80% dei quattrozampe che hanno avuto problemi di salute è stato male attorno all'anno di età, ma solo la metà è stata portata dal veterinario: nell'altro 50% dei casi, il proprietario non ha ritenuto che la situazione fosse abbastanza grave da rivolgersi al medico degli animali. «Il Labrador - commenta Dylan Clements della Royal School of Veterinary Studies e del Roslin Institute, entrambi parte dell'università di Edimburgo, autore principale dello studio - è il cane più diffuso nel Regno Unito. Allevatori e proprietari tengono molto alla salute di questi cani. Speriamo di poter seguire gli esemplari coinvolti nello studio per tutta la loro vita e, in questo modo, contribuire in futuro a combattere le malattie che possono colpirli».
«Si tratta di una razza - dice all'Adnkronos Salute Emanuela Castaldo Ruggiero, allevatrice di Labrador Retriever con l'affisso 'Acque Lucentì a Roma dal 1988 - che si è ampiamente diffusa in Italia e in molti altri Paesi del mondo perchè si adatta a molte situazioni diverse. Quando vive in famiglia, non riconosce un solo padrone», come fanno molte altre altre razze, «ma obbedisce a tutti i componenti» del suo 'brancò umano, rendendone l'educazione più semplice. «Tutto sommato, poi - aggiunge l'allevatrice - è un cane frugale, che non ha particolari problemi di adattamento a climi o a tipi di alimentazione diversi fra loro. Se se ne ha cura, è un cane longevo, cosa particolarmente importante quando in casa ci sono dei bambini», che il cane potrà accompagnare durante la crescita. La vita media di un Labrador «negli ultimi anni sta aumentando - assicura Ruggiero - e si aggira oggi attorno ai 13 anni. Vedo inoltre sempre più cani che vivono fino a 15-16 anni», grazie anche agli avanzamenti della medicina veterinaria e delle cure che è possibile assicurare ai nostri amici a quattro zampe. Infine il Labrador viene considerato il cane 'col camice biancò per antonomasia, grazie all'ampio utilizzo che se ne fa nelle corsie d'ospedale con la Pet-Therapy: «Questa razza - evidenzia l'allevatrice - ha un temperamento socievole e desideroso di compiacere l'uomo. Per questo motivo, è molto adatta all'assistenza di persone disabili, di anziani, di non vedenti. Insomma, nelle situazioni più difficili il Labrador non si tira indietro. Naturalmente occorre un addestramento specifico e intensivo, che però questi cani affrontano bene, dando enormi soddisfazioni» a chi li educa e a chi li adotta. (Adnkronos Salute)
ANIMALI: CANE 'MURATÒ VIVO NEL VANO CONTATORE, LO SALVANO GUARDIE ZOOFILE. ERA COSTRETTO DA MESI AL BUIO IN UN MINUSCOLO LOCULO, LEGATO E SENZA ACQUA.
Caltanissetta, 18 gen. Era costretto a vivere nell'oscurità, legato a una catena corta che ne limitava ulteriormente i movimenti, tra i suoi stessi escrementi, senza acqua e con qualche avanzo di pane secco in un piccolo vano, 30x30 cm, destinato probabilmente ai contatori di acqua e luce, chiuso da uno sportello metallico il cane di circa 11 mesi soccorso, a seguito di una segnalazione, dal nucleo di guardie zoofile dell'Oipa Caltanissetta a Marianopoli. Secondo alcune testimonianze l'animale avrebbe passato la maggior parte del suo primo anno di vita rinchiuso in quel loculo, che veniva aperto solo per la somministrazione del cibo. All'apertura dello sportello il giovane cane è impazzito di gioia ed è stato accudito e tranquillizzato dalle guardie zoofile Oipa coadiuvate nell'intervento dai carabinieri di Marianopoli. A un primo esame l'animale è risultato molto denutrito e con qualche difficoltà a deambulare. La forzata reclusione ha infatti impedito il corretto sviluppo della muscolatura delle zampe posteriori. Inoltre il collare, indossato probabilmente da cucciolo e mai adattato alla crescita del collo, si era ormai attaccato alla pelle causando infezioni estese. Le guardie zoofile Oipa hanno denunciato il proprietario per maltrattamento di animale e hanno posto il cane sotto sequestro. Il cucciolone, affidato al coordinatore del nucleo, Fabio Calì, è ora in cura e sarà presto dato in affidamento. «La crudeltà delle condizioni di detenzione di questo cane era davvero estrema. Il totale isolamento e le privazioni a cui è stato sottoposto rendono ancora più incredibile la fiducia e l'affetto che ci ha riservato - ha commentato Fabio Calì, coordinatore regionale delle guardie zoofile OIPA Sicilia - Episodi come questo invitano a riflettere sul fatto che, oltre a perseguire i colpevoli di questi reati, è importante fare sensibilizzazione affinchè anche nelle piccole comunità dell'entroterra siciliano venga compreso e rispettato che gli animali sono esseri senzienti con diritti tutelati dalla legge.»
0 Commenti