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Il Comune di Bova Marina in default


Bova Marina- Il 22 novembre alle ore 12,00, presso la sede del municipio del Comune di Bova Marina, si è svolto l’approfondimento che la Commissione Straordinaria- composta dal dott.Giovanni Meloni, neoprefetto da Sassari, dott.ssa Franca Tancredi, viceprefetto da Roma, dott.Stefano Tenuta, funzionario economico finanziario da Cosenza, il dott.Agostino Caruso, dirigente del settore contabile finanziario, fiduciario della C.S. chiamato ai sensi dell’Art. 145 del T.U.E.L- ha voluto dichiarare. 

Il provvedimento di dissesto finanziario si è reso necessario, un atto dovuto dicono unanimamente i membri della commissione, perché l’Ente non era più in grado di rispettare i debiti maturati dal passato. 

Il debito comunale è piuttosto cospicuo: pari a 8 milioni 400 mila euro circa (inclusi 1 milione 900 mila fuori bilancio) con l’aggiunta del disavanzo dell’anno 2011 di 1 milione 400 mila euro, in totale quasi 10 milioni di debito. La malattia riscontrata particolaremnte nel Comune è stata la bassa riscossione delle imposte che ha provocato la criticità di cassa, evidenziata dall’organo di revisione. 

La commissione, avendo rilevato una contesto particolare, inizierà, da domani (oggi ndr), a svolgere un’opera di risanamento comunale. Questi, in linea di massima, sono le situazioni di disequilibrio e negatività su cui si fonda il dissesto finanziario di Bova Marina. 

Maria Valentina Attinà

ARTICOLO CORRELATO
Bova Marina (Reggio Calabria) 21 novembre 2012 - Nella giornata odierna la Commmissione Straordinaria composta dal dottor Giovanni Meloni, dalla dottoressa Franca Tancredi e dal dottor Stefano Tenuta, ha deliberato la dichiarazione di dissesto finanziario dell'Ente.


DISSESTO FINANZIARIO CONSEGUENZE SUGLI AMMINISTRATORI
A) Le conseguenze sugli amministratori sono limitate a quelli che la Corte dei conti ha individuato come i responsabili del dissesto imputando loro i danni per dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario.
Gli amministratori così riconosciuti responsabili non possono ricoprire, per un periodo di cinque anni (*), incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati, quando, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto responsabile.
L’interdizione temporanea dai pubblici uffici può essere considerata una sanzione accessoria ed automatica a quella principale della condanna patrimoniale.
(*) Il nuovo Decreto Legge prevede l’incandidabilità “per un periodo di dieci anni” per i primi cittadini e i presidenti degli enti provinciali ritenuti responsabili dalla magistratura contabile, anche in primo grado, di aver contribuito al dissesto finanziario.
Interdizione dagli incarichi, dunque, che passa dal periodo prima fissato di 5 anni, a 10anni. La bozza parla chiaro: “gli amministratori che la Corte dei Conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati”.

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