Editors Choice

3/recent/post-list

Gioiosa Jonica, ma chi ha ucciso e perchè, l'insensurato Giuseppe Parrelli e ferito Giovanni Schirripa?

Il movente dell'agguato, in cui  nel  pomeriggio 18 novembre 2012, a Gioiosa Jonica, nella Locride, e' stato ucciso un operaio forestale, Giuseppe Parrelli, di 50 anni, ed e' rimasto ferito, perche' colpito involontariamente dagli assassini, Giovanni Schirripa, di 26 è ancora tutto da decifrare. L'agguato e' stato eseguito in un'officina meccanica dove Parrelli aveva portato la propria automobile per farla riparare.

GIOIOSA JONICA (RC) IN QUALE OTTICA VA INQUADRATO L’OMICIDIO DELL’OPERAIO IDRAULICO-FORESTALE, GIUSEPPE PARRELLI 50 ANNI ED IL FERIMENTO DEL MECCANICO GIOVANNI SCHIRRIPA DI 26? MAH! LA MAFIA A QUANTO PARE, NON C’ENTRA MAI(QUASI). NEMMENO DI RIMBALZO E CARAMBOLA. ERRORE DI PERSONA FU! UN, DEUX, TROIS, VOUS CHERCHEZ LA FEMME? NIENTE RAKET DELLE ESTORSIONI. NESSUNA USURA…

Schirripa lavora nell'officina e, al momento dell'agguato, si trovava accanto a Parrelli, vero obiettivo dell'agguato. Secondo quanto e' emerso dai primi accertamenti dei Carabinieri della Compagnia di Locri, diretta dal capitano Nico Blanco e della Compagnia di Roccella Jonica, diretta dal capitano Marco Comparato; tutti agli ordini del t.colonnello Giuseppe De Liso che si avvale della collaborazione del maggiore Michele Miulli, che stanno svolgendo le indagini. Il carrozziere, si sarebbe trovato per caso lungo la traiettoria dei colpi sparati dall'assassino.
Domenico Salvatore




Gioiosa Jonica (Reggio Calabria)-Un morto ed un ferito s.c.nella Vallata del Torbido, non possono essere casuali. Questo è “Territorio di pascolo” dei Commisso, Costa, Futia, Racco, Curciarello, Pezzano, Figliomeni, Galea, Rumbo, Salerno, Correale, Macrì, Ursino, Aquino, Mazzaferro, Scali, Jerinò, Coluccio, Belfiore, Gallizzi, Sainato, Bruzzese, Callà, Panetta, Roccisano, Loccisano, Femia, Agostino, Ciccia, Gorizia, Ientile, Lombardo, Scarfò, Lucà e così via. Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso in “Fratelli di sangue”, Pellegrini Editore, ritengono che alcuni di essi, fossero in collegamento con la Camorra; con i boss Alfonso Annunziata e Carmine Aquino, mammasantissima di Boscoreale-Scafati-Pompei ecc. Qui, comanda la mafia che non è, per intenderci affatto, una banda di rubagallina o di bampapagghiara. Gl’Italiani, (sono ancora milioni), ritengono che la mafia, sia una questione di ordinaria criminalità circoscritta ad alcune regioni meridionali del nostro Paese. A causa di un’informazione insufficiente, incompleta e troppo spesso manipolata o artefatta, se non disinformazione. La mafia (‘Ndrangheta, Cosa Nostra   Camorra e Sacra Corona Unita),  la prima azienda d’Italia con fatturati da capogiro, agisce e prolifera in stretta connessione con il potere politico, economico, istituzionale deviato e occulto. Giuseppe Pignatone ed Antonio Vincenzo Lombardo, paladini della Giustizia, colonne portanti della DDA, parlando di mafia borghese, terzo livello e zona grigia, lo hanno chiarito in ogni sede ed in tutte le salse. Da queste parti, si spara per intenderci, solo quando lo comandi un capobastone o capo crimine. Ci torna difficile pensare, quando accada un delitto a soluzioni diversificate, rispetto alle prerogative della criminalità organizzata…vendetta privata, delitto passionale, omicidio d’istinto, uccisione preter-intenzionale…

Fermo restando, che il movente ufficiale, qualche volta ci possa stare. Un killer armato di pistola, entra o addirittura senza scendere dalla macchina, con una mira olimpionica centra due bersagli mobili e se ne va indisturbato ed insalutato ospite, prima che polizia, carabinieri e finanzieri possano placcarlo per lo stub, l’alibi orario o la perquisizione domiciliare; se non, irretirlo nel blocco stradale volante. I testimoni? Un dato trascurabile in Calabria. Terra dove l’omertà che cuce le bocche a doppia mandata per paura di vendette e rappresaglie, domina sovrana. Ci sono; ma, non hanno  visto niente. O non ricordano. La vittima, Giuseppe Parrelli, forestale idraulico-forestale,( la cronaca asettica ed impersonale, dice che un’altapercentuali di omicidi, colpisca questa categoria) stramazza al tappeto in un lago di sangue e muore sull’istante. A nulla serve il 118, la corsa dei parenti. L’ambulanza della ‘Misericordia’ carica il ferito, Giovanni Schirripa 26 anni, meccanico o carrozziere. Lo avvia verso l’ospedale “Guido Candida”di Locri; e poi verso gli Ospedali Riuniti “Bianchi-Melacrino” di Reggio Calabria, dove qualche volta accadono miracoli. “Radiofante”, dice che il titolare dell'officina,  Donato Commisso, non sia legato da vincoli familiari con l'omonima cosca di 'ndrangheta. Arriva il p.m. Giuseppe Adornato che si muove sotto le direttive del procuratore capo f.f. Salvatore Cosentino, il medico legale Aldo Barbaro, la ditta del ‘caro estinto’ per rimuovere il cadavere e trasferirlo all’Istituto di Medicina Legale.

Le indagini per risalire al commando che ha eseguito la macabra missione di morte, sangue e rovina, sono seguite dai Carabinieri del Comando Provinciale diretto dal colonnello Lorenzo Falferi. Partono in salita. Non c’è nessuna collaborazione. La vittima è incensurata. I testimoni, non hanno visto nulla. Parrello, Commisso, Schirripa. Tre nomi, come tanti altri. Eppure…Gaetano Parrello detto Lupu i notti, capobastone di Palmi sino al 1986. Giuseppe Commisso, ‘U Quagghia, detto U Mastru (1947), attuale  padrino dei Commisso e della Locale di Siderno, influente a livello regionale, nazionale e internazionale. Dirime questioni tra le famiglie in Calabria come in Lombardia e perfino in Canada. In alcune intercettazioni afferma di dover risolvere questioni di ben 96 locali che fanno capo a Siderno[6]. Condannato nel 2012 a 14 e 8 mesi di carcere. La 'ndrina degli Schirripa, che importava dai Los Zetas dieci chili di coca al mese, faceva parte di un consorzio di cosce della 'ndrangheta (fra questi, Coluccio, Aquino, Macrì)…Ma in questa storia, non c’entrano, ovviamente. Nella Valle del Torbido, spadroneggiano ed ingrassano i clan della ‘ndrangheta. Gli Ursino-Macrì, i Mazza ferro, i Coluccio-Aquino-Scali, gli Jerinò e così via…Gli Ursini o Ursino, fonte Wikipedia, sono una potente 'ndrina di Gioiosa Jonica, alleata dei Cataldo di Locri. Ha insediamenti anche a Torino, in Liguria, Francia e Spagna e collegamenti con la criminalità pugliese. Nel capoluogo torinese stringono alleanze con i Macrì e i Belfiore.Anni Settanta: il porto di Gioia Tauro e Rocco Gatto. Negli anni Settanta hanno partecipato alla costruzione del Porto di Gioia Tauro insieme ai Mazzaferro e ai Macrì. Il 12 marzo 1977 a Gioiosa Jonica viene ucciso il mugnaio del PCI Rocco Gatto.

Il Capobastone Luigi Ursini e Mario Simonetta verranno indagati e rinviati a giudizio per il delitto ma sia in primo che in secondo grado assolti dall'accusa di omicidio per insufficienza di prove, verranno invece condannati in secondo grado per estorsione aggravata ai danni di Rocco Gatto (Mario Simonetta a sette anni di reclusione e Luigi Ursini a dieci anni di reclusione più due milioni di lire di multa) sentenza divenuta definitiva nel 1988.Negli anni '70 Vincenzo Ursini è capobastone fino a quando venne ucciso in uno scontro a fuoco con i Carabinieri il 6 novembre 1976. La cosca, il giorno seguente, impone il lutto cittadino ad armi spianate, obbligando le persone a chiudere i negozi. Sono gli Ursini a uccidere il 12 marzo del 1977 il mugnaio anti-'ndrangheta Rocco Gatto poiché non si volle piegare alle ripetute estorsioni. Esponenti di rilievo. Vincenzo Ursini, capobastone fino alla morte, ucciso il 6 novembre 1976. Mario Ursini (capobastone in carcere), influente sul territorio di Torino. Rocco Ursino (morto), Salvatore Ursino, Vincenzo Ursino (morto), Francesco Ursino (morto), Luigi Ursino (morto),Antonio Ursino (detenuto, arrestato nel 2010 e capolocale di Gioiosa Jonica),Vincenzo Franco, operante in Romagna.Fatti recenti. Nel febbraio 2002 si scopre nella Provincia di Pesaro e Urbino la presenza di affiliati agli Ursino-Macrì che gestivano un traffico di droga per le Marche e l'Emilia-Romagna. Il 22 gennaio 2010 i carabinieri di Locri arrestano a Grotteria il latitante e narcotrafficante Francesco Muià, sfuggito all'arresto nell'operazione Mito 3 del 2006. Gestiva insieme ad altri un traffico di droga dal Sud America all'Europa (Spagna, Olanda e Albania).

Il 18 marzo 2010 durante l'operazione Mistero vengono arrestati 6 persone tra cui il capobastone Antonio Ursino (61 anni) residenti a Gioiosa Jonica, Siderno, San Luca, Bari e Torino.Il 25 aprile 2011, sfuggito all'operazione Crimine nel luglio 2010, è stato arrestato il latitante Giorgio De Masi.Nel novembre 2011 a Rimini sono stati confiscati in via preventiva degli immobili a Vincenzo Franco, coinvolto in fatti di droga nel riminese, nonché nelle estorsioni (ai danni dell'imprenditore Marco Cit) e vicino a Saverio Masellis, ex "re delle bische" della riviera romagnola.I Mazzaferro sono una potente 'ndrina di Marina di Gioiosa Jonica con ramificazioni al nord e all'estero come in Germania, Belgio e Regno Unito. Sono alleati con le 'ndrine degli Ursini e dei Macrì ma hanno contatti anche con i Barbaro i Calabrò i Bruzzaniti, i Morabito e i Raso-Albanese.Al nord Italia sono presenti in Liguria, Piemonte, Veneto e in Lombardia. In quest'ultima vi erano ben 16 locali: 3 a Milano e uno per ognuno per queste altre città: Appiano Gentile, Cermenate, Como, Fino Mornasco, Lentate sul Seveso, Lumezzane, Mariano Comense, Monza, Pavia, Rho, Senna Comasco, Seregno, Varese. Negli ultimi anni un'operazione delle forze dell'ordine ha portato all'arresto molti uomini affiliati alla cosca.Attività criminale. Le loro attività vanno dal traffico di armi a quello di droga (hascisc e cocaina). Il commercio di stupefacenti negli anni '90 è stato fatto insieme ad alcune 'ndrine di Gioiosa Jonica e del clan siciliano agrigentino dei Cuntrera-Caruana. Oreste Pagano, collaborate di giustizia racconta che il 30% della cocaina importata dalla Colombia dai Caruana era destinata ai Mazzaferro, essi rappresentavano anche i Barbaro, gli Ierinò, i Morabito, i Cataldo i Pesce. In passato nel traffico di sigarette si sono scontrati molte volte con gli Aquino.

A Gioiosa Jonica e Roccella Jonica estorcevano ad imprese edili tra il 3% e il 5% dell'ammontare dei lavori.Hanno partecipato alla costruzione del porto di Gioia Tauro, alla superstrada Jonio-Tirreno, e all'autostrada del Frejus.Storia. Negli anni '80 scoppia una violenta faida fra loro e gli Aquino.Negli anni Novanta Giuseppe Mazzaferro, uno dei primi a insediarsi in Lombardia, è tra i principali acquirenti di droga dei mafiosi siciliani Cuntrera-Caruana.Dall'Operazione Rajssa e Aneddoto si sono scoperti lo sfruttamento di banche di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica e Platì per l'usura nella Locride, nel vibonese e nel milanese. Il 15 gennaio 1993 a Gioiosa Jonica viene ucciso Vincenzo Mazzaferro capo indiscusso della famiglia. Alcuni mesi prima il boss aveva confidato al capitano dei carabinieri Angelo Jannone di temere per la sua vita avendo mediato per la liberazione della giovane bresciana Roberta Ghidini. Il capitano aveva registrato il contenuto del colloquio e le registrazioni dopo la morte del boss furono utilizzate dalla DDA di Reggio Calabria per l'esecuzione della operazione Zagara. Il capitano subì a sua volta minacce di attentati il cui progetto fu rivelato da un pentito e per questa ragione fu trasferito ad altra sede.Elementi di spicco:Giuseppe Mazzaferro, controllava le locali in Lombardia. Era stato mandato in soggiorno obbligato a Cornaredo. Un'operazione del 1994 porta in carcere 370 presunti affiliati.Francesco Mazzaferro, controllava il locale di Torino. Vincenzo Mazzaferro, controllava il locale di Gioiosa Jonica, ucciso dagli Ierinò il 14 gennaio 1993. Fatti recenti.Il 14 gennaio 1993 viene ucciso Vincenzo Mazzaferro da esponenti dei Ierinò per divergenze sul sequestro di Roberta Ghidini. I

l 27 marzo 2007 nell'operazione Pecunia sono stati arrestati Domenico Tropea e il figlio Maurizio. Responsabili entrambi di spaccio e traffico di droga con altri 5 elementi. Domenico Tropea era già stato arrestato nel 1990 dal Goa della Guardia di Finanza, mentre il figlio è individuato come l'omicida di Giuseppe Commisso. Il 3 maggio 2011 vengono arrestate 40 persone, tra cui il sindaco di Marina di Giojosa Ionica e suoi tre assessori, accusati di aver pilotato le elezioni amministrative del 2008.Anni Ottanta: l'omicidio Caccia e la faida di Gioiosa Jonica.Il 26 giugno 1983 fanno uccidere insieme ai Belfiore a Torino il magistrato Bruno Caccia. Per l'omicidio viene condannato all'ergastolo Domenico Belfiore ai tempi capobastone della cosca. Tra il 1987 e il 1991, come in molti altri paesi calabresi, scoppia una faida a Gioiosa Jonica fra gli Ursino e gli Jerinò. Gli Ursino nella seconda guerra di 'Ndrangheta si schierarono insieme ai Macrì con la fazione Imerti-Condello-Serraino-Di Giovine-Rosmini.In Inghilterra sono sospettati di gestire un traffico di droga proveniente dalla Turchia e dal Pakistan.Gli Jerinò o Ierinò sono una 'ndrina di Gioiosa Jonica dedita al narcotraffico. Sono presenti anche nella zona di Ivrea, nel Salento, nella Borghesiana e a Pisticci in provincia di Matera.Storia. Sequestri. Nel giugno 1976 viene sequestrato l'imprenditore di Siderno Tobia Matarazzi, per volere di Giuseppe Jerinò.Il primo rapimento avvenuto nella Locride dopo l'assassinio del "boss dei due mondi", Antonio Macri' . Con questo, si aprirà la cosiddetta stagione dei sequestri perpetrata da parte di molte 'ndrine come metodo per guadagnare soldi in maniera rapida.Pepè Cataldo, capo carismatico dell'omonimo clan 'ndranghetistico locrese.

Relativamente al sequestro Materazzi, allora si disse che aveva "comprato" il sequestrato dai gioiosani che per punirlo di non aver "pagato" il prezzo pattuito organizzarono un attentato presso la locale stazione Agip. Pepè Cataldo, grazie al suo eccezionale sangue freddo e alla disconoscenza dei luoghi da parte del commando, scampò all'agguato rifugiandosi nel bagno, cosa che gli consentiva di sfuggire alla tempesta di piombo che i sicari, sparando con lupara e mitra, scaricarono. Cataldo, cessata la tempesta di piombo, uscì e, dopo aver chiesto ai terrorizzati benzinai cosa fosse accaduto, si allontanava con la propria auto.Tengono sotto sequestro per un mese Roberta Ghidini. Vincenzo Mazzaferro avrebbe fatto da tramite con lo stato per la contrattazione, ma non mantenendo le promesse fu ucciso dagli Jerinò il 14 gennaio 1993, senza, però, nessun cambio di rapporti per le due famiglie malavitose.Vincenzo Roccisano, di Gioiosa Jonica, broker degli Jerinò, degli Aquino e dei Commisso. A causa di traffici di droga non andati a buon fine e di cui 4 carichi sequestrati che erano destinati alla cosca Pesce di Rosarno; Vincenzo Roccisano, temeva per la sua incolumità, si trasferiva a Toronto, sotto la protezione di esponenti delle famiglie Coluccio - Commisso, da anni radicate in quel Paese e, successivamente, a New York, dove, su attivazione dell’Arma, in data 23.02.2010 veniva tratto in arresto da personale della Dea, per violazione della legge sull’immigrazione.Faida dei boschi. Si ritiene che Giuseppe Jerinò abbia avuto un ruolo nella cosiddetta faida dei boschi, faida avvenuta a cavallo di 3 province tra i boschi delle serre calabresi tra Serra San Bruno, Stilo, Monasterace e Guardavalle, per il controllo del settore del legname.Capibastone:Francesco Jerinò, detto Cicciu Manigghja, ex capobastone.

Ha ospitato Michele Navarra per un periodo della sua latitanza.Giuseppe Jerinò, figlio di Francesco, ex capobastone arrestato il 4 aprile del 1995 dopo 13 anni di latitanza nella cattura è stato ferito: "Non pensavo che i carabinieri fossero cosi' bravi - dice Jerino' - potevano uccidermi, ma non l'hanno fatto". Il boss disteso sul lettino del Pronto Soccorso dell'ospedale di Siderno scherza e si concede volentieri alle domande del cronista. "Volevo costituirmi cinque anni fa, poi la morte di mio padre e altre vicissitudini familiari me l'hanno impedito". È il fratello di Vittorio, il bandito che ha sequestrato Roberta Ghidini, la giovane di Brescia liberata dopo un mese di prigionia. "Mio fratello ci ha rovinati a tutti - dice Giuseppe Jerino - e' un malato ha voluto fare il sequestro con la banda Brancaleone... E' un pazzo. Per colpa sua ci hanno confiscato tutti i beni di famiglia".Il 14 luglio 2011 nell'operazione Crimine 3 rivede il carcere. Antonio Jerinò, figlio di Francesco, arrestato per il sequestro materazzo assieme al fratello Giuseppe.Vittorio Jerinò, figlio di Francesco, viene arrestato nel 1991 per il sequestro di Roberta Ghidini, poi a causa di un permesso non rientra in carcere e si dà alla latitanza e viene arrestato il 1 novembre 2002 davanti alla tomba del padre, dopo cinque mesi di latitanza, insieme alla sorella Maria.Roberto Jerinò, figlio di Francesco, il 14 luglio 2011 viene arrestato nell'operazione Crimine 3.Domenico Jerinò, figlio di Francesco, viene arrestato per un traffico internazionale di droga denominato operazione "Carmen".

Maria Jerinò, figlia di Francesco, viene arrestata il 1 novembre 2002 davanti alla tomba del padre insieme al fratello Vittorio latitante, per detenzione di arma clandestina in concorso (e non per favoreggiamento, in quanto parente del latitante); viene condannata per rapine, estorsioni insieme al fratello Vittorio e altri affiliati nell'operazione "Manigghja 3". Dopo l'appello e laconfermadella condanna oltrepassa i cancelli del carcere nel novembre del 2010.Giorgio Jerinò, figlio di Francesco, arrestato più volte e il 24 giugno 2010 dai carabinieri di Milano in quanto al momento del fermo da parte dei militari, ha conseguito dei documenti falsi ed era in possesso di una ingente somma di denaro, ben 325 000 euro.Fatti recenti. Il 14 luglio 2011 vengono arrestate oltre 40 persone nell'ambito dell'operazione internazionale dei carabinieri Crimine 3. Le persone sono accusate di traffico di droga internazionale e associazione mafiosa e sono state arrestate per lo più in Italia, alcune in Spagna, Olanda e negli Stati Uniti. Il traffico veniva gestito insieme al Cartello del Golfo e ai cartelli colombiani, per la 'Ndrangheta c'erano presunti affiliati agli Jerinò, Commisso, Coluccio, Aquino e Pesce. Gli Aquino sono una 'ndrina di Marina di Gioiosa Ionica.Esponenti di rilievo.Salvatore Aquino, presunto capobastone arrestato il 13 febbraio 1999 per traffico di droga, condannato a 15 anni di carcere nell'operazione Nord-Sud.Rocco Aquino detto il colonnello, latitante dal 13 luglio 2010 e arrestato il 10 febbraio 2012Fatti recenti.Il 17 settembre 2008 in un'operazione dell'FBI e della DEA americana, dell'ICE messicana a cui hanno partecipato anche i carabinieri del ROS sono state arrestate 200 persone appartenenti al cartello messicano dei Los Zetas e ad altre organizzazioni criminali a cui vendevano la droga.

Tra questi,  la 'Ndrangheta, nella fattispecie sono stati arrestati Vincenzo e Giulio Schirripa appartenenti all'omonima 'ndrina, la quale faceva parte di un'alleanza con i Coluccio, gli Aquino e i Macrì e con i quali avrebbero importato ogni volta 1000 chili di cocaina. I contatti fra le due organizzazioni venivano prese tramite elementi del cartello messicano a New York. Sono stati arrestati anche 16 esponenti dei Coluccio e degli Aquino tra New York e la Calabria. L'accordo con i Los Zetas è avvenuto dopo l'arresto dell'ecuadoriano Luis Calderon, principale fornitore per queste 'ndrine.. Il 9 luglio 2009 la polizia di Siderno e la Questura di Reggio Calabria sequestrano 13 appartamenti a Salvatore Aquino, presunto boss della cosca. Il 14 luglio 2011 vengono arrestate oltre 40 persone nell'ambito dell'operazione internazionale dei carabinieri Crimine 3. Le persone sono accusate di traffico di droga internazionale e associazione mafiosa e sono state arrestate per lo più in Italia, alcune in Spagna, Olanda e negli Stati Uniti. Il traffico veniva gestito insieme al Cartello del Golfo e ai cartelli colombiani, per la 'Ndrangheta c'erano presunti affiliati agli Ierinò, Commisso, Coluccio, Aquino e Pesce. Il 10 febbraio 2012 i carabinieri del ROS arrestano Rocco Aquino, latitante in un bunker a Marina di Gioiosa Jonica, inserito nell'elenco dei cento latitanti più pericolosi. Il 1º agosto 2012 i Carabinieri del Ros arrestano Giuseppe Aquino presunto esponente di vertice della 'ndrina Aquino,trovato in un bunker a Marina di Gioiosa Jonica dopo 2 anni di latitanza(era sfuggito nel luglio 2010 all'operazione Crimine).    Giuseppe Coluccio (Marina di Gioiosa Ionica, 12 aprile 1966) è un criminale italiano. Capobastone dell'omonima famiglia di 'ndrangheta..

Inserito nella lista dei 30 più ricercati d'Italia dal 2005, anno in cui cominciò la latitanza fu arrestato il 7 agosto 2008 a Toronto in Canada. È accusato di associazione a delinquere di stampo mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti.Primi anni.A 10 anni gli muore il padre durante una faida tra 'ndrine. Inizia la carriera con la vendita di pesce tramite l'intimidazione, i ricavati furono reinvestiti nel traffico di cocaina. La prima volta fu arrestato nel 1991, proprio per traffico di droga. Importava insieme a Roberto Pannunzi la cocaina dai cartelli colombiani per un gruppo di famiglie calabresi.Traffico di droga.Nel 1998 si scopre nuovamente, grazie all'operazione Windshear del suo coinvolgimento in un traffico di cocaina tramite aerei da turismo presso l'Aeroporto di Sant'Egidio a Perugia.Sembra che a Toronto si sia alleato anche con Giuseppe Big Joe Cuntrera, un capo di cosa nostra americana, della famiglia dei Cuntrera-Caruana, anch'essa coinvolta nel traffico di cocaina con i colombiani.Fu coinvolto inoltre, insieme ai cugini Rocco e Giuseppe Aquino in un traffico di eroina proveniente dalla Turchia. Veniva spedita su barche da pesca controllate dalla famiglia dei Coluccio-Aquino.Latitanza. Nel 2005 si dà alla latitanza dopo l'operazione Nostromo da cui si salvò, che arrestò suo fratello Salvatore Coluccio insieme ad altre 29 persone. Si scopre che era coinvolto insieme al capo catanese Santo mazzei in attività estorsive nel mercato ittico della costa ionica-reggina.Si trasferisce in Canada dopo il 2005, dove entra nella Camera di controllo dell'Ontario del Sud, cui fanno parte sei o sette capi di famiglie della zona al fine di coordinare le attività e risolvere le dispute fra le 'ndrine.

Sembra che a Toronto si sia alleato anche con Giuseppe Big Joe Cuntrera, un capo di cosa nostra americana, della famiglia dei Cuntrera-Caruana, anch'essa coinvolta nel traffico di cocaina con i colombiani. Con il boss Cuntrera era anche socio dell'azienda di generi alimentari Mangiare.Arresto ed estradizione.Il 7 agosto 2008 viene arrestato nei pressi di un centro commerciale a Markham in Ontario. Il 19 agosto 2008 è stato estradato in Italia.Arresto di Salvatore Coluccio.Il 10 maggio 2009 è stato arrestato a Roccella Jonica Salvatore Coluccio, fratello di Giuseppe e fra i 30 latitanti più pericolosi, accusato di associazione di stampo mafiosa e traffico di droga. Era nascosto in un bunker dietro la parete di una lavanderia” Domenico Salvatore

Posta un commento

0 Commenti