Reggio
Calabria, 25.06.2019
245° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA.
UN ANNO E MEZZO DI ATTIVITÀ AL SERVIZIO DEL PAESE IN CIFRE.
ACCERTATA UNA BASE IMPONIBILE NON
DICHIARATA PER OLTRE 850 MILIONI DI EURO. SCOPERTI 100 EVASORI TOTALI,
COMPLETAMENTE SCONOSCIUTI AL FISCO.
APPALTI “TRUCCATI” PER OLTRE 66 MILIONI DI
EURO. ACCERTATI DANNI ERARIALI PER CIRCA 85 MILIONI DI EURO.
SEQUESTRATE OLTRE 6,7 TONNELLATE DI
STUPEFACENTI.
SOTTRATTI ALLA ‘NDRANGHETA 1,41 MILIARDI DI
EURO TRA SEQUESTRI E CONFISCHE.
Cifre,
queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività della GdF
contro i gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria.
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LOTTA
ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI
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A contrasto di tali fenomeni sono stati
condotti 1133 tra verifiche e controlli
fiscali che hanno consentito di constatare una base imponibile sottratta a
tassazione per oltre 850 milioni di euro
ed iva evasa per circa 54 milioni di
euro.
Interventi
mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del
territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest'ultima, in
ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e
all'introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
Una
strategia di controllo che permette quindi di intervenire, a colpo sicuro, nei
confronti dei responsabili delle grandi frodi fiscali e di chi, a scapito dei
contribuenti onesti, non rispetta le regole alterando i meccanismi di leale
concorrenza e di sano sviluppo del mercato.
Sono 100 gli evasori totali che hanno sottratto al fisco un imponibile
di oltre 755 milioni di euro ed
evaso IVA per circa 37 milioni di euro.
In materia di fiscalità internazionale è
stata constatata una base imponibile non dichiarata per circa 625 milioni di euro.
313 sono i
soggetti denunciati per reati fiscali, quali emissione o utilizzo di fatture
false, dichiarazione fraudolenta, occultamento di documentazione contabile.
I
sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ammontano a circa 105 milioni di euro, cui si aggiungono
le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per oltre 272 milioni di euro. Tali misure sono finalizzate ad assicurare
all'Erario l'effettivo recupero delle risorse indebitamente
sottratte dai responsabili.
Nel contrasto allo
sfruttamento della manodopera “irregolare” o "in nero", 122 datori di lavoro sono stati
verbalizzati per aver illecitamente impiegato 482 lavoratori in "nero" o
“irregolari”.
Nel settore
dei giochi e delle scommesse illegali, i 134 controlli eseguiti hanno consentito
di rilevare 43 violazioni e sottoporre
a sequestro 20 punti clandestini di
raccolta scommesse, 40 apparecchi e
congegni da divertimento ed intrattenimento. Accertata una base imponibile
UNICA non dichiarata per oltre 1 miliardo di euro ed un’imposta UNICA
evasa per 50,7 milioni di euro.
Fortemente intensificate, infine, anche le indagini contro
il commercio internazionale della fauna e della flora in via di estinzione, tutelate
dalla Convenzione di Washington (c.d. C.l.T.ES.).
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CONTRASTO
AGLI ILLECITI NEL SETTORE
DELLA
TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA
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L'azione dei Finanzieri del Comando
Provinciale Reggio Calabria contro gli illeciti in materia di spesa pubblica è stata finalizzata a individuare quelle condotte che,
pregiudicando la legalità e la correttezza nella Pubblica Amministrazione,
minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni.
Il settore è strategico per il Paese: solo un equo impiego degli investimenti e
dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa
del tessuto economico nazionale.
È per questa ragione che il Corpo
continua a rafforzare il proprio dispositivo di vigilanza, che si sviluppa
lungo una duplice direttrice: il potenziamento delle unità operative
territoriali dedicate allo specifico settore di servizio (da gennaio 2019 sono
state infatti istituite 4 nuove Compagnie nell’ambito del Comando Provinciale) e
l'intensificazione delle collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione,
con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria,
dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto
impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l'esborso complessivo
dello Stato, come nel caso di trattamenti pensionistici e di invalidità non
spettanti, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con
positive ricadute in termini di sviluppo del Paese.
È in questo senso che vanno letti i risultati
conseguiti nel settore nel periodo gennaio 2018-maggio 2019.
Sono 819 gli interventi svolti a tutela dei principali flussi di spesa pubblica, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa
sanitaria alle erogazioni a
carico del sistema previdenziale, dai fondi
europei alla responsabilità per danno
erariale.
Le frodi scoperte dai Reparti in danno
del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 29 milioni di euro, mentre si attestano
intorno ai 27 milioni di euro quelle nel comparto della spesa
previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di persone denunciate
complessivamente pari a 2.747.
Sul versante dei danni erariali sono
state segnalate condotte illecite alla Magistratura contabile per circa 85 milioni di euro, a carico di 68 soggetti.
I controlli svolti in materia di
prestazioni sociali agevolate e di indebita esenzione dal pagamento dei ticket
sanitari hanno fatto emergere tassi di irregolarità pari, rispettivamente, al 56,6%
e al 100%: nel caso dei ticket sanitari è stata sviluppata una specifica
analisi di rischio in grado di evidenziare, ab
origine, i nominativi di beneficiari caratterizzati da elevati indici di
anomalia.
Passando al settore degli appalti, il
valore delle procedure contrattuali risultate irregolari è stato pari a circa 66 milioni di euro; contestualmente,
l'ammontare complessivo delle gare sottoposte a controllo si è attestato a
circa 131 milioni di euro. Le
persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri reati
contro la Pubblica amministrazione sono state 123.
Un sicuro indice dell'efficienza
dell'azione investigativa è rappresentato dai dati sui sequestri. Le
determinazioni dell'Autorità giudiziaria, che ha accolto le proposte di
sequestro avanzate dai Reparti del Corpo, rappresentano infatti la concreta
misura della possibilità per lo Stato di vedere ristorati i danni causati dai
fenomeni di illegalità, frode, malaffare e cattiva gestione scoperti dalla Guardia
di Finanza.
Gli oltre
21 milioni di euro sottoposti a
sequestro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso
dell'efficacia delle misure intraprese e consentono, almeno in parte, di
ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione
scoperti dalla Guardia di Finanza.
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LOTTA
ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA
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E’
ormai un dato acquisito che
la criminalità organizzata reggina,
di gran lunga la più numerosa nel panorama regionale, operi in maniera unitaria sui più importanti processi decisionali del
territorio e risulti fondata non più solo sulla forza di intimidazione delle
armi, ma anche su un più cogente ruolo economico.
Il sempre più ampio interesse rivolto
all’economia legale ha così determinato la progressiva acquisizione del
controllo di ampi settori dell'economia, dall’esercizio dell’attività di
impresa al commercio, dall'agricoltura al mercato dei beni e servizi.
L’enorme disponibilità di ricchezza
(acquisita grazie al malaffare e, soprattutto, attraverso i redditizi traffici
di droga) ha spinto le cosche ad investire direttamente nei trasporti, nelle
cave, nella lavorazione del calcestruzzo, originando lo sviluppo delle cd “imprese
a partecipazione mafiosa”, finanziate peraltro - in modo diretto ed indiretto -
con capitali illeciti immessi nel circuito legale, al termine di complesse
operazioni di riciclaggio.
Ma la ‘ndrangheta reggina è anche
“contraente pubblico”: il mercato delle commesse pubbliche rappresenta,
infatti, una fonte privilegiata di approvvigionamento di profitti illeciti per
le cosche, così come di costante attualità è l’interesse dei clan verso
l’acquisizione di lavori nell’ambito della realizzazione di servizi ed opere
pubbliche.
L’infiltrazione ed il condizionamento
dell’economia legale avviene inoltre anche attraverso l’imposizione
dell’acquisto di beni e servizi da ditte o soggetti contigui alle consorterie,
nonché dettando l’assunzione di accoliti e/o di individui vicini ai sodalizi
insistenti sul territorio.
L’infiltrazione
della ‘ndrangheta nel tessuto economico riesce così a minare l’ordine pubblico
economico ed i diritti fondamentali della libertà d’iniziativa economica
privata e la tutela del risparmio. Impedisce lo sviluppo della libera
concorrenza, svilisce ed azzera la realizzazione del libero mercato,
annichilisce ogni possibilità di sviluppo economico, di creazione di posti di
lavoro ed ostacola ogni prospettiva di accrescimento del benessere generale.
È allora necessario intervenire, sul
piano repressivo, nell’arginare il potere delle cosche: non solo sul versante
personale e soggettivo delle strutture criminali, ma anche e soprattutto sul
lato della loro espressione economica e finanziaria.
L’impegno
della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con riferimento ai risultati conseguiti in applicazione
della normativa antimafia, nel periodo gennaio 2018-maggio 2019, si è materializzato nell’approfondimento e
nella segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria di 990 posizione soggettive legate a reati di criminalità organizzata: nei
confronti di 99, sono state disposte misure cautelari o di prevenzione
personale.
Ammonta, invece, a circa 1,2 miliardi di euro il valore dei beni
mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie
proposti all'Autorità Giudiziaria per il sequestro, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca operati hanno raggiunto,
rispettivamente, la quota di 1,23 miliardi e 180 milioni di euro.
Tali misure ricomprendono l'esecuzione
di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 381 milioni di euro e confische in via
definitiva di beni per 180 milioni di
euro, conseguenti allo svolgimento di 21
accertamenti nei confronti di soggetti connotati da c.d. "pericolosità
economico-finanziaria", ovvero coloro che per condotta e tenore di vita, possa
ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi derivanti da
ogni genere di attività delittuosa, in particolare di natura tributaria,
societaria, fallimentare, ecc.
Al contempo, è avvertita l'esigenza di
ricorrere in maniera sistematica e crescente alle alternative misure di
prevenzione, individuate dal Codice Antimafia nell'amministrazione e nel
controllo giudiziario di aziende infiltrate o condizionate dalla criminalità
organizzata, tese al recupero delle condizioni di legalità ed al reinserimento
nel mercato economico di queste realtà imprenditoriali.
Infine, continua incessantemente la
collaborazione istituzionale con le Autorità Prefettizie, quale fulcro del
sistema di prevenzione antimafia in ambito provinciale.
Complessivamente
sono stati eseguiti quasi 700 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai
Prefetti della Repubblica,
riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
L'azione volta alla prevenzione e
repressione del riciclaggio dei capitali illeciti per impedirne l'introduzione
nel tessuto economico-finanziario sano del Paese, nonché per intercettare possibili
pratiche di finanziamento del terrorismo, si è fondata e continuerà sempre più
a basarsi in futuro, sul piano repressivo, nell'esecuzione di mirate indagini
di polizia giudiziaria e sul piano
preventivo, nell'approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette
inviate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa antiriciclaggio.
Tali attività si sono concretizzate con
la la denuncia all'Autorità Giudiziaria di 33
persone per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio, 15 delle quali sono state arrestate. Il valore del riciclaggio
accertato si è attestato intorno ai 18
milioni di euro, mentre sono stati effettuati sequestri su ordine della
magistratura per circa 50 milioni di
euro.
Sul fronte della prevenzione, il Reparti
hanno proceduto all'analisi di 273 segnalazioni di operazioni sospette.
Per il contrasto del riciclaggio di
denaro e del finanziamento al terrorismo la Guardia di Finanza si muove lungo
tre importanti direttrici, tese a valorizzare rispettivamente le informazioni
acquisite nell'ambito delle attività preventive, delle indagini di polizia
giudiziaria e nel corso del controllo economico del territorio.
In questo contesto assume grande rilievo
il monitoraggio dei movimenti transfrontalieri di valuta, che può offrire utili
spunti investigativi per l'avvio di più penetranti approfondimenti.
Sempre al fine di garantire la tutela
della trasparenza e della legalità del sistema economicoimprenditoriale,
ulteriore priorità del Corpo continuerà ad essere quella di reprimere i reati
fallimentari, societari e bancari, nonché i fenomeni usurari e di abusivismo
bancario e finanziario, per salvaguardare i risparmiatori da offerte di
soluzioni d'investimento non sicure.
Con particolare riguardo al campo dei
reati fallimentari, sono stati
sequestrati beni per un valore pari ad oltre 13 milioni di euro, su un totale
di patrimoni risultati distratti di circa 25 milioni di euro.
Nell’ambito dei reati societari, le
attività svolte hanno consentito di denunciare 11 responsabili (di cui 4
tratti in arresto) e sequestrare beni
per 12 milioni di euro.
In tema di sicurezza prodotti, di
contrasto alla contraffazione e al falso made in ltaly e di lotta all'illecito sfruttamento economico delle opere
protette dal diritto d'autore, i Reparti operativi hanno eseguito 79 interventi, sequestrando 353.770 prodotti industriali contraffatti,
con falsa indicazione "made in ltaly"
o non sicuri.
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CONTROLLO
DEL TERRITORIO E CONTRASTO AI TRAFFICI ILLECITI
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Il controllo del territorio, del mare e
dello spazio aereo sovrastante per il contrasto ai traffici illeciti, è
assicurato da un dispositivo d'intervento unitario, che integra tra loro le
componenti territoriali, investigative, aeronavali e speciali del Corpo.
Ciò garantisce una sempre più penetrante ed incisiva
azione di contrasto dei traffici di droga, uno dei principali settori illegali
tramite i quali la ‘ndrangheta costituisce ed accumula i propri ingenti ed
illeciti patrimoni: nel 2018 e nei primi cinque mesi del 2019, sono state infatti sequestrate
complessivamente oltre 6,7 tonnellate di stupefacenti (di cui oltre 1
tonnellata di cocaina) e denunciati 74 soggetti (di questi 16 agli arresti).
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