Operazione “Erga Omnes”: eseguite 08 ordinanze cautelari personali nei confronti di Consiglieri Regionali della Nona Consiliatura della Regione Calabria per i reati di peculato e falso. Sequestrati beni per equivalente pari a complessivi 2,5 milioni di euro ai danni di 27 indagati.
È un terremoto quello di stamattina per la giunta regionale della Calabria guidata dal governatore Mario Oliverio (nella foto). La Guardia di finanza ha arrestato l’assessore ai Trasporti Antonino De Gaetano del Partito Democratico. Dopo essere finito al centro di un’informativa della Squadra mobile che lo aveva denunciato per voto di scambio con la cosca Tegano, il nome di De Gaetano stamattina compare nell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta “Erga Omnes” sui rimborsi percepiti dai consiglieri regionali nella precedente legislatura.
Il gip ha accolto la richiesta del procuratore Federico Cafiero De Raho e del sostituto Matteo Centini e ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari così come per l’ex consigliere regionale di Forza Italia Luigi Fedele e per il senatore del Nuovo Centrodestra Giovanni Bilardi (all’epoca eletto nella lista “Scopelliti presidente”). Per quest’ultimo i magistrati dovranno ottenere l’autorizzazione del Parlamento.
È stato disposto anche il divieto di dimora in Calabria per altre cinque persone: Carmelo Trapani (ex autista del senatore Bilardi) e per gli consiglieri regionali Giovanni Nucera (Udc), Pasquale Tripodi (Centro democratico), Alfonso Dattolo (Udc) e Nicola Adamo (Pd).Proprio quest’ultimo, marito della deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio, era tra i nomi più accreditati come candidato a sindaco di Cosenza alle prossime amministrative.
Trentuno gli indagati e tra questi c’è tutta la giunta Oliverio. Oltre che agli arrestati, le Fiamme Gialle hanno sequestrato i beni al vicegovernatore Enzo Ciconte (Pd) e all’assessore Carlo Guccione (Pd) e al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo (Pd). Complessivamente a tutti gli indagati, accusati di peculato e falso, sono stati sequestrati beni per 2 milioni e mezzo di euro.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, hanno in corso di esecuzione, su provvedimento emesso dal G.I.P., 3 ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari, 5 ordinanze di divieto di dimora nei confronti di altrettanti Consiglieri Regionali della Nona Consiliatura della Regione Calabria e il sequestro per equivalente di beni per complessivi 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 indagati.
Il gip ha accolto la richiesta del procuratore Federico Cafiero De Raho e del sostituto Matteo Centini e ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari così come per l’ex consigliere regionale di Forza Italia Luigi Fedele e per il senatore del Nuovo Centrodestra Giovanni Bilardi (all’epoca eletto nella lista “Scopelliti presidente”). Per quest’ultimo i magistrati dovranno ottenere l’autorizzazione del Parlamento.
È stato disposto anche il divieto di dimora in Calabria per altre cinque persone: Carmelo Trapani (ex autista del senatore Bilardi) e per gli consiglieri regionali Giovanni Nucera (Udc), Pasquale Tripodi (Centro democratico), Alfonso Dattolo (Udc) e Nicola Adamo (Pd).Proprio quest’ultimo, marito della deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio, era tra i nomi più accreditati come candidato a sindaco di Cosenza alle prossime amministrative.
Trentuno gli indagati e tra questi c’è tutta la giunta Oliverio. Oltre che agli arrestati, le Fiamme Gialle hanno sequestrato i beni al vicegovernatore Enzo Ciconte (Pd) e all’assessore Carlo Guccione (Pd) e al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo (Pd). Complessivamente a tutti gli indagati, accusati di peculato e falso, sono stati sequestrati beni per 2 milioni e mezzo di euro.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, hanno in corso di esecuzione, su provvedimento emesso dal G.I.P., 3 ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari, 5 ordinanze di divieto di dimora nei confronti di altrettanti Consiglieri Regionali della Nona Consiliatura della Regione Calabria e il sequestro per equivalente di beni per complessivi 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 indagati.
In particolare, le indagini, effettuate anche a mezzo intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno consentito di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei Gruppi Consiliari Regionali degli anni 2010/2011/2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto” annuale”, celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati.
In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’Ente Regionale un doppio rimborso.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria Dott. Cafiero de Raho.
OPERAZIONE “ERGA OMNES”
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REGGIO CALABRIA – “Eseguite
nr.08 ordinanze cautelari personali e 27 provvedimenti di sequestro
per “equivalente” per €.2.500.000,00, per i reati di peculato e falso in
danno della Regione Calabria, nei confronti di consiglieri regionali in
carica della scorsa Legislatura.
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A seguito di complesse attività
investigative che hanno riguardato la precedente consiliatura regionale, ovvero
gli anni 2010/2011/2012, i militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Reggio Calabria, in collaborazione con altre articolazioni
territoriali della Guardia di Finanza, hanno proceduto all’esecuzione, su
ordine della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale, di 3
ordinanze di custodia cautelare personali degli arresti domiciliari, di
5
ordinanze di divieto di dimora in Calabria, nonché alla notifica
contestuale, nei confronti di 27 indagati, di un provvedimento di sequestro
preventivo di disponibilità patrimoniali per €.2.500.000,00, circa,
corrispondente all’equivalente delle somme previste e stanziate per le attività
istituzionali dei Gruppi Consiliari, ma ottenute sulla base di documentazione
giustificativa falsa e, comunque, impiegate per finalità diverse da quelle
istituzionali.
Le ipotesi di reato contestate nell’ordinanza
di custodia cautelare del GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria sono
quelle previste dagli artt.110 - 314 – 479 c.p., configurate, a vario titolo,
in ragione dell’incarico ricoperto dai 27 destinatari dei provvedimenti.
Il tutto ha origine da una ampia
attività di indagine, finalizzata alla verifica del corretto impiego delle
somme stanziate dalla Regione Calabria per le finalità di “funzionamento” dei
Gruppi Consiliari Regionali che, dopo la catalogazione della copiosa
documentazione di spesa acquisita, ha consentito di riscontrare le condotte
illecite contestate, mediante l’esecuzione di mirati accertamenti bancari, di
indagini tecniche, riscontri contabili esterni finalizzati alla verifica oggettiva
e soggettiva delle operazioni documentate dai vari esponenti politici.
Le diversificate attività svolte,
relativamente al corretto impiego dei fondi regionali ai sensi della normativa
regionale pro tempore (L.R.13/2002 – 15/2008 e succ. modifiche ed integr.) hanno
interessato la IX Legislatura ed hanno riguardato tutti i gruppi politici
operanti nel triennio 2010/2012.
Oltre alla non “idoneità” della
spesa, sono state rilevate dai Finanzieri, irregolarità oggettive e soggettive
delle prestazioni documentate ovvero casi di operazioni inesistenti. Inoltre,
accurati riscontri contabili, suffragati dagli accertamenti bancari esperiti
sul conto delle varie compagini politiche, hanno consentito di riscontrare
diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei citati
Gruppi Consiliari e quanto documentato mediante la presentazione del rendiconto
“annuale”, celando il corretto impiego per cui i fondi pubblici erano
destinati. Ulteriore elemento di frode, rilevato nel corso delle indagini, è
stata la doppia documentazione delle spese che, in taluni casi, ha consentito ai
soggetti agenti di ottenere un duplice rimborso in danno all’Ente Regione
Calabria nonché al proprio gruppo politico di appartenenza.
L’importo complessivo delle somme
oggetto di contestazione, in quanto non ritenute conferenti con le finalità
legislative afferenti il loro corretto impiego per motivi di ordine
istituzionale/gestionale delle compagini politiche all’epoca dei fatti operanti
in seno al Consiglio regionale della Calabria, ammontano a circa €.2.491.263,00,
per le quali, come detto, veniva disposta la richiesta di sequestro per equivalente.

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