Cambiano le date, cambiano destinatari delle lettere, non abbiamo cambiato una virgola del testo perchè il problema è sempre lo stesso anzi....
Alleanza Calabrese continua la propria battaglia solitaria mentre le "orfanelle" in mano alla malavita continuano ad operare senza che nessuno metta un freno.
domani si continua a protocollare...
Reggio Calabria 11 novembre 2014
A Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Claudio Sammartino
Al Questore di Reggio Calabria, dott. Guido Longo
Al Sindaco di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Falcomatà
A Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Claudio Sammartino
Al Questore di Reggio Calabria, dott. Guido Longo
Al Sindaco di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Falcomatà
Reggio Calabria 20 marzo 2007
A Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Luigi De Sena
Al Questore di Reggio Calabria, dott. Antonino Pugliese
Al Sindaco di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Scopelliti
A Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Luigi De Sena
Al Questore di Reggio Calabria, dott. Antonino Pugliese
Al Sindaco di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Scopelliti
Lettera Aperta
A Sua
Eccellenza il Prefetto, dott. Claudio Sammartino
Al Questore
di Reggio Calabria, dott. Guido Longo
Al Sindaco
di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Falcomatà
Vorremmo porre alla Loro evidenza, ove mai
ce ne fosse bisogno, un problema che sta interessando la città di Reggio
Calabria, che avviene alla luce del giorno ed al buio della notte, con orari
nonstop da centro commerciale.
Quello che andremo a descrivere accade nella Loro città natale o di domicilio
per motivi professionali.
Parliamo di Piazza Garibaldi e delle zone
limitrofe ad essa. Parliamo anche di molte altre zone di Reggio ormai presidiate
da un esercito di rom. Ogni gruppo etnico di essi è specializzato in varie
attività.
Prostituzione, accattonaggio, borseggio,
furto con scasso e/o aggressione.
Ebbene forse non lo sapete o forse lo
sapete. Forse non avete la possibilità di far rispettare le leggi che forse gli
organi deputati dello Stato hanno emanato o che forse devono ancora pensare di
emanare, talmente impegnati nelle continue lotte legate al mantenimento del
potere.
Forse non avete gli strumenti idonei per
poter lavorare e se fosse questo il caso sarebbe meglio comunicarlo alla
popolazione ed arrendersi agli eventi.
Piazza Garibaldi, biglietto da visita della
città di Reggio Calabria per coloro i quali ancora usano Trenitalia per gli
spostamenti, solo perché obbligati; terminal delle linee automobilistiche private
per gli utenti, tra cui moltissimi studenti, che arrivano dalla provincia;
punto obbligato di passaggio di migliaia di automobilisti che hanno la ventura
di prendere l’uscita Reggio centro della tangenziale. Ebbene, a Piazza
Garibaldi la mattina inizia molto presto. Decine di ragazze rom, tra le quali
sicuramente molte minorenni, si impadronisco di tutta la superficie della
piazza. Giovani, abbigliamento casual e discretamente curato. Bionde, brune,
rosse attendono sparse tra le varie panchine e negli angoli dei marciapiedi
l’arrivo dei reggini, soprattutto anziani.
Chiedono qualche euro, distribuiscono
qualche carezza. Gli anziani desiderano parlare con qualcuno. Hanno bisogno di
parlare con qualcuno. Le giovani sono disponibili, molto disponibili. Si fanno
offrire il caffè, gli euro nelle loro tasche aumentano. Tutto finisce con l’adescamento.
Risultato:- L’anziano ha trascorso dieci minuti della sua giornata, si è
sentito importante, ma ha perso tanto, in tutti i sensi.
E’ diventato una pedina che queste giovani
muoveranno, anche in seguito, a loro piacimento. In piazza è forte anche la
presenza di uomini che controllano che tutto accada nel modo più tranquillo,
pronti a coprire il probabile furto che il malcapitato di turno non denuncerà.
Non denuncerà perché la vergogna sarebbe troppo forte.
Altro gruppo, altra specializzazione.
Il territorio operativo interessa Viale
Calabria, Ponte di Sant’Anna, Via Cardinale Portanova, Via Vittorio Veneto,
Viale Amendola, Via De Nava, Pellaro S.S.106, Svincolo Reggio porto. Ovunque ci sia un semaforo incontriamo,
questa volta, donne malvestite con in braccio bambini malvestiti in cerca di
qualche spicciolo. La dove ci sono supermercati, centri commerciali ci sono
altre donne malvestite con in braccio altri bambini malvestiti.
Queste donne e questi bambini abbandonati
in strada dalle otto del mattino sino all’imbrunire, presenti qualsiasi sia la
condizione climatica, sono anch’essi controllati da giovani in abbigliamento
sportivo che si spostano da un luogo all’altro a bordo di scooters, nuovi di
zecca, per gestire il mercato dell’accattonaggio.
Intorno alle sei del pomeriggio le stesse
donne e gli stessi bambini si radunano alle fermate degli autobus per rientrare
nelle dimore che avevano lasciato la mattina.
Li potete incontrare alla fermata del ponte
di San Pietro direzione S. Anna, alle fermate del Viale Calabria direzione
Aeroporto. Oppure potete scorgere lunghe teorie di donne e bambini che si spostano
a piedi per raggiungere il ponte più a
valle del Calopinace. Chi si preoccupa di sapere dove vanno, dove vivono, in
quali condizioni, che cure ricevono i poveri bimbi. Reggio è stata sempre città
aperta ed ospitale. Reggio non è stata mai una città razzista. Ma Reggio oggi è
una città infastidita. Infastidita dalla noncuranza con la quale non si sta
affrontando questo problema che a brevissimo termine potrà avere delle ricadute
devastanti su di essa e su i suoi cittadini. Questa presenza, oggi già numericamente
importante, andrà ad aumentare in modo esponenziale vista l’apertura delle
frontiere italiane alla Romania. Con la politica delle tre scimmiette si
arriverà ad un punto di non ritorno.
Se la città riesce ad ospitare queste
persone in modo da ridare loro la libertà e la dignità lo faccia. Se la città riesce a fare crescere
tutti questi bimbi in modo da assicurargli una vita normale come tutti i loro
coetanei reggini, lo faccia.
Se la città vuole non porsi il problema non
se lo ponga.
Ma se tutti, istituzioni ed associazionismo
di parata in prima linea, non vedono questi bimbi per strada, senza un presente
da bimbi ed un futuro gia assegnato, noi li vediamo. Se i figli non vedono i
propri genitori rientrare a casa, con la autostima spezzata e le tasche
svuotate da queste giovani rom, noi li vediamo. Se tutti i cittadini dopo il
senso di fastidio e di stizza, ad ogni semaforo, mentre si vedono imbrattare il
parabrezza, o dopo le frasi di rito dette
mentre si vedono allungare le povere manine in cerca di qualcosa, non
pensano a quello che potrà accadere un giorno, noi lo pensiamo. Fra qualche
anno Reggio attraverserà un periodo di grande conflittualità con questi
soggetti, tanto grave da far scordare le pur gravissime problematiche nate con
l’insediamento dei nomadi al 208, che hanno condizionato per decenni le sorti
del quartiere di Sbarre e toccando anche tutta la città..
Scordavo… Quanto appena detto copre un arco
giornaliero che va dalla mattina fino alla sera.
C’è la notte. La location principale rimane
sotto lo sguardo dell’eroe dei due mondi, con l’aggiunta della Villa Comunale, del
corso Vittorio Emanuele, della zona del
porto e del Calopinace.
Ma la notte è un’altra storia, un altro
mondo.
L’unica amara realtà è che Reggio è ormai
in mano loro.
Cordialmente ma con tanta amarezza.
Enzo Vacalebre
Reggio Calabria 11 novembre 2014
QUESTA DI SEGUITO LA LETTERA APERTA INVIATA NEL 2007
Lettera
Aperta
A
Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Luigi De Sena
Al
Questore di Reggio Calabria, dott. Antonino Pugliese
Al
Sindaco di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Scopelliti
Vorremmo
porre alla Loro evidenza, ove mai ce ne fosse bisogno, un problema che sta
interessando la città di Reggio Calabria, che avviene alla luce del giorno ed
al buio della notte, con orari nonstop da centro commerciale.
Quello
che andremo a descrivere accade nella
Loro città natale o di domicilio per motivi professionali.
Parliamo
di Piazza Garibaldi e delle zone limitrofe ad essa. Parliamo anche di molte altre
zone di Reggio ormai presidiate da un esercito di rom. Ogni gruppo etnico di
essi è specializzato in varie attività.
Prostituzione,
accattonaggio, borseggio, furto con scasso e/o aggressione.
Ebbene
forse non lo sapete o forse lo sapete. Forse non avete la possibilità di far
rispettare le leggi che forse gli organi deputati dello Stato hanno emanato o che
forse devono ancora pensare di emanare, talmente impegnati nelle continue lotte
legate al mantenimento del potere.
Forse
non avete gli strumenti idonei per poter lavorare e se fosse questo il caso
sarebbe meglio comunicarlo alla popolazione ed arrendersi agli eventi.
Piazza
Garibaldi, biglietto da visita della città di Reggio Calabria per coloro i
quali ancora usano Trenitalia per gli spostamenti, solo perché obbligati;
terminal delle linee automobilistiche private per gli utenti, tra cui
moltissimi studenti, che arrivano dalla provincia; punto obbligato di passaggio
di migliaia di automobilisti che hanno la ventura di prendere l’uscita Reggio
centro della tangenziale. Ebbene, a Piazza Garibaldi la mattina inizia molto
presto. Decine di ragazze rom, tra le quali sicuramente molte minorenni, si impadronisco
di tutta la superficie della piazza. Giovani, abbigliamento casual e
discretamente curato. Bionde, brune, rosse attendono sparse tra le varie
panchine e negli angoli dei marciapiedi l’arrivo dei reggini, soprattutto
anziani.
Chiedono
qualche euro, distribuiscono qualche carezza. Gli anziani desiderano parlare
con qualcuno. Hanno bisogno di parlare con qualcuno. Le giovani sono
disponibili, molto disponibili. Si fanno offrire il caffè, gli euro nelle loro
tasche aumentano. Tutto finisce con l’adescamento. Risultato:- L’anziano ha
trascorso dieci minuti della sua giornata, si è sentito importante, ma ha perso
tanto, in tutti i sensi.
E’
diventato una pedina che queste giovani muoveranno, anche in seguito, a loro
piacimento. In piazza è forte anche la presenza di uomini che controllano che
tutto accada nel modo più tranquillo, pronti a coprire il probabile furto che
il malcapitato di turno non denuncerà. Non denuncerà perché la vergogna sarebbe
troppo forte.
Altro
gruppo, altra specializzazione.
Il
territorio operativo interessa Viale Calabria, Ponte di Sant’Anna, Via
Cardinale Portanova, Via Vittorio Veneto, Viale Amendola, Via De Nava, Pellaro
S.S.106, Svincolo Reggio porto.
Ovunque
ci sia un semaforo incontriamo, questa volta, donne malvestite con in braccio
bambini malvestiti in cerca di qualche spicciolo. La dove ci sono supermercati,
centri commerciali ci sono altre donne malvestite con in braccio altri bambini
malvestiti. Queste donne e questi bambini abbandonati in strada dalle otto del
mattino sino all’imbrunire, presenti qualsiasi sia la condizione climatica,
sono anch’essi controllati da giovani in abbigliamento sportivo che si spostano
da un luogo all’altro a bordo di scooters, nuovi di zecca, per gestire il
mercato dell’accattonaggio.
Intorno
alle sei del pomeriggio le stesse donne e gli stessi bambini si radunano alle
fermate degli autobus per rientrare nelle dimore che avevano lasciato la
mattina.
Li
potete incontrare alla fermata del ponte di San Pietro direzione S. Anna, alle
fermate del Viale Calabria direzione Aeroporto. Oppure potete scorgere lunghe
teorie di donne e bambini che si spostano a piedi per raggiungere il ponte più a valle del
Calopinace. Chi si preoccupa di sapere dove vanno, dove vivono, in quali
condizioni, che cure ricevono i poveri bimbi. Reggio è stata sempre città aperta
ed ospitale. Reggio non è stata mai una città razzista. Ma Reggio oggi è una
città infastidita. Infastidita dalla noncuranza con la quale non si sta
affrontando questo problema che a brevissimo termine potrà avere delle ricadute
devastanti su di essa e su i suoi cittadini. Questa presenza, oggi già
numericamente importante, andrà ad aumentare in modo esponenziale vista l’apertura
delle frontiere italiane alla Romania. Con la politica delle tre scimmiette si
arriverà ad un punto di non ritorno.
Se
la città riesce ad ospitare queste persone in modo da ridare loro la libertà e
la dignità lo faccia. Se la città riesce
a fare crescere tutti questi bimbi in modo da assicurargli una vita normale come
tutti i loro coetanei reggini, lo faccia.
Se
la città vuole non porsi il problema non se lo ponga.
Ma
se tutti, istituzioni ed associazionismo di parata in prima linea, non vedono
questi bimbi per strada, senza un presente da bimbi ed un futuro gia assegnato,
noi li vediamo. Se i figli non vedono i propri genitori rientrare a casa, con la
autostima spezzata e le tasche svuotate da queste giovani rom, noi li vediamo. Se
tutti i cittadini dopo il senso di fastidio e di stizza, ad ogni semaforo,
mentre si vedono imbrattare il parabrezza, o dopo le frasi di rito dette mentre si vedono allungare le povere manine
in cerca di qualcosa, non pensano a quello che potrà accadere un giorno, noi lo
pensiamo. Fra qualche anno Reggio attraverserà un periodo di grande
conflittualità con questi soggetti, tanto grave da far scordare le pur
gravissime problematiche nate con l’insediamento dei nomadi al 208, che hanno
condizionato per decenni le sorti del quartiere di Sbarre e toccando anche
tutta la città..
Scordavo…
Quanto appena detto copre un arco giornaliero che va dalla mattina fino alla
sera.
C’è
la notte. La location principale rimane sotto lo sguardo dell’eroe dei due
mondi, con l’aggiunta della Villa Comunale, del corso Vittorio Emanuele, della
zona del porto e del Calopinace.
Ma
la notte è un’altra storia, un altro mondo.
L’unica
amara realtà è che Reggio è ormai in mano loro.
Cordialmente
ma con tanta amarezza.
Enzo
Vacalebre
Reggio
Calabria 20 marzo 2007
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