Milano, 28 ottobre 2014 - Il boss Antonio Galati, il figlio Giuseppe Galati del 79, il nipote Giuseppe Galati del 71, nonché l'altro nipote Fortunato Galati, Saverio Sorrentino, Antonio Denami, Fortunato Bartone, Matteo Rombolà e un nono indagato per il quale è stata rigettata la richiesta di arresto sono accusati di associazione di stampo mafioso «quali appartenenti alla famiglia Galati radicata sul territorio del comune di Cabiate (CO) e zone limitrofe, espressione in Lombardia della cosca mafiosa dei Mancuso operante sul territorio di Limbadi (VV), come giudiziariamente accertato con le sentenze della Corte di Appello di Catanzaro, irrevocabile 1'1.10.2009, e della Corte di Appello di Catanzaro, irrevocabile i125.3.2008».
È quanto si legge nell'ordinanza di arresto del gip Alfonsa Ferraro. Nel capo di imputazione si legge che «avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva nel territorio di riferimento», avevano «come scopo l'acquisizione del controllo di attività economiche (esercizi commerciali di compro - oro e vendita di sigarette elettroniche), l'ottenimento di autorizzazioni amministrative per porre in essere speculazioni edilizie, tra le quali quella relativa ad un terreno sito in Rho, frazione di Lucernate, influenzando l'approvazione, in sede di adozione del Piano Generale del Territorio del Comune di Rho, di una variazione di destinazione d'uso dell'area, con conseguente aumento di valore della stessa; la commissione di delitti contro l'incolumità individuale e la libertà personale, quali l'aggressione commessa da Galati Antonio unitamente a Mazzeo Silvano nei confronti di De Ferrariis Isidoro a Milano nel luglio 2007; l'aggressione perpetrata da Galati Antonio nei confronti di Malfronte Luigi nel settembre 2007; condotte di intimidazione perpetrate da Galati Antonio nei confronti di Ghirardelli Leopoldo, Ferrari Paolo e Zaninelli Paolo, Addisi Luigi Calogero, Vellone Luigi e Vellone Bruno; da Denami Antonio nei confronti di Galanti Luigi e infine quelli commessi nei confronti della dott.ssa Pitaniello Maria - Direttrice della Casa Circondariale di Monza». Secondo gli inquirenti, inoltre, il Sodalizio criminoso «fornisce protezione, anche procurando armi, a persone minacciate da affiliati di altre locali di 'ndrangheta, come, per esempio, quella offerta ai fratelli Francesco e Gerardo Sessa (tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008) minacciati da Cristello Rocco e Belnome Antonino (all'epoca rispettivamente capo locale e capo società del locale di Seregno), ai quali Galati Antonio procura 2 pistole calibro 38, una pistola calibro 9 e 16 proiettili per il tramite del nipote Galati Giuseppe classe '71; provvede a garantire sostegno economico alle famiglie dei partecipi al sodalizio detenuti, e segnatamente Galati Fortunato classe '78 e Galati Giuseppe classe '71; detiene e introduce nello Stato le armi meglio indicate nei capi 6), 7), 8), 18), acquista armi per il conseguimento delle finalità dell' associazione; esercita il controllo del territorio mediante interventi per la risoluzione di controversie scaturenti da affari illeciti; come l'episodio del 29.4.2013 in cui, su richiesta del figlio Giuseppe (cl. '79), Galati Antonio interviene a favore di Adotta Giuseppe, minacciato da Branco Costantino e da un soggetto non meglio identificato, per la riscossione di un credito per acquisto di sostanza stupefacente, incontrando i creditori e ottenendo una dilazione di pagamento; che intesta fittiziamente beni e attività commerciali, compro - oro sito in Cantù, VIa Brambilla n. 15/a, intestato all'impresa individuale »Galati Giuseppe«, nonché il negozio di sigarette elettroniche sito in Cantù, via Baracca n. 14 di proprietà della società »G.M. di Galati Giuseppe & C.« nella quale sono soci Galati Giuseppe (cl. '79) e Maccarone Fortunata, rispettivamente figlio e moglie di Galati Antonio; ricetta beni provento di delitto, il tutto meglio indicato nel capo 9). che mantiene contatti con esponenti del mondo politico, istituzionale, imprenditoriale, bancario in modo da ottenerne favori, notizie riservate, erogazione di finanziamenti, rete di relazioni, e in particolare avvalendosi, del concorso di personaggi tra cui Guerrera Giuseppe (agente di polizia penitenziaria in servizio presso la casa Circondariale di San Vittore), Baldessarro Giuseppe (funzionario dell'Agenzia delle Entrate della sede distaccata di Cantù), Pagnotta Giuseppe (imprenditore immobiliare), Ronzoni Alessandro (già esponente del mondo bancario) Pizzinga Emilio (consigliere comunale di Mariano Comense sin dal 2004 e attualmente membro della Commissione Urbanistica del Comune di Mariano Comense) tutti in grado di fornire un contributo rilevante al mantenimento in vita, al rafforzamento dell'organizzazione e ad aumentarne il prestigio».
È quanto si legge nell'ordinanza di arresto del gip Alfonsa Ferraro. Nel capo di imputazione si legge che «avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva nel territorio di riferimento», avevano «come scopo l'acquisizione del controllo di attività economiche (esercizi commerciali di compro - oro e vendita di sigarette elettroniche), l'ottenimento di autorizzazioni amministrative per porre in essere speculazioni edilizie, tra le quali quella relativa ad un terreno sito in Rho, frazione di Lucernate, influenzando l'approvazione, in sede di adozione del Piano Generale del Territorio del Comune di Rho, di una variazione di destinazione d'uso dell'area, con conseguente aumento di valore della stessa; la commissione di delitti contro l'incolumità individuale e la libertà personale, quali l'aggressione commessa da Galati Antonio unitamente a Mazzeo Silvano nei confronti di De Ferrariis Isidoro a Milano nel luglio 2007; l'aggressione perpetrata da Galati Antonio nei confronti di Malfronte Luigi nel settembre 2007; condotte di intimidazione perpetrate da Galati Antonio nei confronti di Ghirardelli Leopoldo, Ferrari Paolo e Zaninelli Paolo, Addisi Luigi Calogero, Vellone Luigi e Vellone Bruno; da Denami Antonio nei confronti di Galanti Luigi e infine quelli commessi nei confronti della dott.ssa Pitaniello Maria - Direttrice della Casa Circondariale di Monza». Secondo gli inquirenti, inoltre, il Sodalizio criminoso «fornisce protezione, anche procurando armi, a persone minacciate da affiliati di altre locali di 'ndrangheta, come, per esempio, quella offerta ai fratelli Francesco e Gerardo Sessa (tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008) minacciati da Cristello Rocco e Belnome Antonino (all'epoca rispettivamente capo locale e capo società del locale di Seregno), ai quali Galati Antonio procura 2 pistole calibro 38, una pistola calibro 9 e 16 proiettili per il tramite del nipote Galati Giuseppe classe '71; provvede a garantire sostegno economico alle famiglie dei partecipi al sodalizio detenuti, e segnatamente Galati Fortunato classe '78 e Galati Giuseppe classe '71; detiene e introduce nello Stato le armi meglio indicate nei capi 6), 7), 8), 18), acquista armi per il conseguimento delle finalità dell' associazione; esercita il controllo del territorio mediante interventi per la risoluzione di controversie scaturenti da affari illeciti; come l'episodio del 29.4.2013 in cui, su richiesta del figlio Giuseppe (cl. '79), Galati Antonio interviene a favore di Adotta Giuseppe, minacciato da Branco Costantino e da un soggetto non meglio identificato, per la riscossione di un credito per acquisto di sostanza stupefacente, incontrando i creditori e ottenendo una dilazione di pagamento; che intesta fittiziamente beni e attività commerciali, compro - oro sito in Cantù, VIa Brambilla n. 15/a, intestato all'impresa individuale »Galati Giuseppe«, nonché il negozio di sigarette elettroniche sito in Cantù, via Baracca n. 14 di proprietà della società »G.M. di Galati Giuseppe & C.« nella quale sono soci Galati Giuseppe (cl. '79) e Maccarone Fortunata, rispettivamente figlio e moglie di Galati Antonio; ricetta beni provento di delitto, il tutto meglio indicato nel capo 9). che mantiene contatti con esponenti del mondo politico, istituzionale, imprenditoriale, bancario in modo da ottenerne favori, notizie riservate, erogazione di finanziamenti, rete di relazioni, e in particolare avvalendosi, del concorso di personaggi tra cui Guerrera Giuseppe (agente di polizia penitenziaria in servizio presso la casa Circondariale di San Vittore), Baldessarro Giuseppe (funzionario dell'Agenzia delle Entrate della sede distaccata di Cantù), Pagnotta Giuseppe (imprenditore immobiliare), Ronzoni Alessandro (già esponente del mondo bancario) Pizzinga Emilio (consigliere comunale di Mariano Comense sin dal 2004 e attualmente membro della Commissione Urbanistica del Comune di Mariano Comense) tutti in grado di fornire un contributo rilevante al mantenimento in vita, al rafforzamento dell'organizzazione e ad aumentarne il prestigio».
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