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Condofuri-Melito al 'Marosimone' di seconda categoria girone F, domenica alle ore 14,30, è un derby dal sapore antico

Condofuri-Melito domenica  2 novembre 2014 al "Saverio Spinella". Formazioni rimaneggiate per le prevedibili assenze d'inizio campionato. Ma, in illo tempore, i 'condofurioti' Nardo Follia e Bruno Ferrante, se non Antonio Chilà, hanno giocato con il Melito
DERBY DAL SAPORE ANTICO, CONDOFURI-MELITO, COME AI VECCHI TEMPI, SARÁ CALCIO SPETTACOLO?
Ritorna la terza categoria. Il comprensorio grecanico è presente con quattro formazioni: Lazzaro, Bovese, Bagaladi e Borgo Grecanico
Domenico Salvatore

CONDOFURI (Reggio Calabria)- Sono quattro le squadre dell'Area Grecanica, che partecipano al Campionato di Seconda Categoria: Melito, Condofuri, Real Altopiano e Motta. Siamo giunti così, alla quarta giornata del girone di andata, e già il calendario e la classifica, hanno cominciato ad offrire agli addetti ai lavori, numeri, date, dati, cifre, statistiche e curiosità per leggere l'andazzo, l'andamento e l'andatura del torneo di seconda categoria girone F. Naturalmente, è ancora presto per tirare le somme. Tuttavia, se il 'buongiorno' si veda dal mattino, si è capito già, senza tema di essere smentiti, che il Pro Pellaro di quest'anno è un'altra cosa. C'è un ricompattamento societario. La rosa dei calciatori è ben diversa da quella dell'anno scorso, quando si salvò ai play-out. Le ambizioni sono quelle del salto di categoria, per intenderci. In ogni caso, chi aspirasse a 'salire' in prima categoria, dovrebbe comunque fare i conti con il Pro Pellaro; o con la Pro Pellaro che dir si voglia. Una delle più antiche società dell'intero comparto, (festeggerà le sue cento primavere tra qualche anno) transitata attraverso alterne vicende dalle stelle, alle stalle. Fallì la serie D in diversi campionati. Uno squadrone ai tempi di Tavilla, Latella, Zimbalatti, Sofi e company. Un girone, interamente reggino. Ogni domenica ci sono derby e stracittadine. Uno va in onda proprio domenica al 'Marosimone', quando saranno di scena Condofuri e Melito. La squadra del presidente Antonio Chilà, è costretta suo malgrado a disputare le gare interne al "Saverio Spinella". Sebbene il sindaco avvocato Salvatore Mafrici, abbia rassicurato gli sportivi, i tifosi e la società. Prima di Natale 2014, dovrebbe consegnare il campo al Condofuri. Più di un mese e mezzo a disposizione per completare. C'è un ritorno di fiamma per il pallone. Nell'Area Grecanica, ci sono numerose squadre di Eccellenza, Prima, seconda e terza categoria e calcetto (serie A e B). Ci sono nuovi entusiasmi ed euforia e nuove cordate disposte ad affrontare i necessari sacrifici. Tutto questo dopo un pur fisiologico crollo della libido per il gioco del calcio; che, non c'entra niente con la crisi economica. Benchè questa, comunque abbia avuto ed abbia ancora il suo peso. Fare calcio è produttivo. Intanto mantiene giovani, freschi, atletici, tonici e rassodati. Poi consente di sviluppare la socialità. Il filosofo greco Aristotele duemila anni fa, definì l'uomo uno 'zoon politikon'. Un animale politico. Ma non è solo questo. Una società di calcio è nella condizione con il contributo di tutti, di assicurare dialogo e confronto delle idee, in un ambiante sano a misura di ragazzo. Poi, c'è l'aspetto educativo-pedagogico, di enorme valenza, valore e validità. Togliere i ragazzi dalle tentazioni della strada, non è impresa facile. Ma la cosa più importante è l'insegnamento del rispetto delle regole, propedeutico alla pratica della legalità. Ecco perché lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni, dovrebbero puntare sui giovani e sullo sport. Senza "se" e senza "ma". I ragazzi vanno educati. Le società devono avere la possibilità di formare l'uomo ed il cittadino e poi l'atleta. Lo stadio, in un certo senso, è una piccola facoltà di sociologìa. Ci sembra perfettamente inutile, nascondere che vi siano in giro persone grezze, rozze, sgarbate, ignoranti e maleducate, inclini, predisposte e votate alla rissa, alla violenza, alla trasgressione e ribellione. Perché ce l'hanno nel dna. Per indole e natura, se non per carattere. O perché siano stati trattati da sempre come le bestie e non hanno imparato le buone maniere ed il bon ton, se non il galateo. E perfino perché provengano dalle banlieu, dalle coree, dalle favelas, dai bassifondi eccetera., Scavezzacollo, birbanti, scapestrati, bricconcelli e scellerati, che osano ribellarsi anche al presidente ed all'allenatore. Una deviazione intollerabile sicuramente. Una mancanza di rispetto per se stessi e per gli altri. I pareri educativi non sempre concordano. C'è, chi li vorrebbe spedire su due piedi ad "arringare" le pecore sulle balze aspromontane, ad una spanna dal regno dei cieli, come 'Serafino'. La panchina e la tribuna, sarebbero un lusso per questi 'zangrei'. E c'è invece chi, ritiene che comunque, serva ed occorra offrire a tutti, la possibilità di una redenzione. Errare humanum est perseverare autem diabolicum. Ma devono concorrere tutti…famiglia, scuola, Chiesa, società, Stato, oratorio, volontariato, associazionismo, boy scout ed altre agenzie educative. Oltre al capitano, all'allenatore, al presidente e gli stessi compagni. Isolare questi elementi o relegarli nell'anonimato, è sicuramente un rimedio peggiore del male. L'autoritarismo è deleterio. Meglio l'autorevolezza. Altro discorso è, la 'lezione', che ci può pure stare. Senza per questo, scivolare nel permissivismo alla Benjamin Spock. Ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi cinquant' anni, da San Siro sino al Granillo, passando per i campetti della provincia. Anche presidenti ed allenatori paterni, prendere a calci in culo e schiaffoni e scappellotti, certi cafoni, villani, insolenti e sgarbati. Facevano più male i rimproveri degli stessi compagni. Gestacci plateali discutibili, ma che avevano un senso. Non vuol dire che li abbiamo approvati. Ma in un dato contesto, potevano avere  il loro valore e valenza. Ci potevano stare. Conquistare un posto in prima squadra, in terza categoria, non era facile per nessuno. Fare il raccattapalle era già un premio. Altri tempi di fame e disperazione; di necessità e bisogno se non di sopravvivenza. Per gli adulti, a prescindere se fossero padri di famiglia e per le donne ed i nonni, si aveva un grande rispetto dentro e fuori dal campo. Non si ribatteva a tono. Questo insegnavano i buoni maestri a scuola. Quando si giocava alla lippa, a Papagilormo, 'fossitta', figurine, noccioline, 'riano', 'carè', a nascondino, a liberati, a mosca cieca, 24 a vurpi, ai quattro cantoni; poi vennero bigliardo e bigliardino, calciobalilla,  flipper, juke box, musicassette, dischetti, telefonini, i-pad, i-pod, tablet, computer, fitness-point, calcio scommesse, pay tv. Tutte le mode del mondo evoluzione ed involuzione. Ma il pallone, il gioco del calcio, che ci ha portato quattro titoli mondiali per nazioni ed un'infinità di titoli per squadre di club a Milan, Inter, juventus, non è crollato; non è passato di moda. "Tira" sempre di più. Ed anzi si espande con il calcetto e con l'arrivo di nuove federazioni come Uisp e CSI. Le società aumentano a vista d'occhio. C'è una domanda di calcio incredibile, che supera l'offerta. Altro che scomparire. Ma quando maiiiiiiiiiii???!!! I numeri smentiscono in maniera clamorosa queste bufale. Basterebbe vedere anche le ben numerose società del così detto calcio giovanile e scolastico. I campioni giocano già nel…'pallone' delle loro mamme e poi si sviluppano nelle categorie federali: "Primi calci", Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi, Juniores, Primavera, Under 18 ecc.Condofuri-Melito, non è un derby inedito. Già in passato si sono incontrati, con altro nome e titolo. La squadra di Antonio Chilà e mister Antonio Stelitano, esprime un calcio spumeggiante, in cui si esaltano le belle individualità. Purtroppo i risultati non sono arrivati. Anche perché non possono disputare le gare interne nel campo del paese, come da tradizione. Il Melito di quest'anno non è un fulmine di guerra. La squadra del presidente Mimmo Tripodi e mister Silvio Malaspina, è partita in sordina, con una squadra raffazzonata e rattoppata. Falcidiata dalle assenze. Per chi non si allena almeno tre volte alla settimana, non c'è spazio. Salvo, che non voglia accontentarsi della panchina e della tribuna. Una regola ferrea, dalla quale non si può prescindere. Altrimenti te li vedi passare davanti e serve a poco…ringhiare e sgambettare. Il fiato è la componente principale; nel torneo dove vige la regola del "palla avanti e pedalare". Al 95 %, ha sempre vinto la squadra meglio attrezzata, che corre di più nell'arco dei novanta minuti e delle  ventisei giornate e la più educata. Il Melito non parte con i favori del pronostico, ma potrebbe concorrere per un posto nella griglia dei play-off, come l'anno scorso, dove venne battuto in finale. A meno che, strada facendo non si attrezzi con giocatori di ruolo in ogni settore; non raccolga i dissidenti, che non sono pochi; non esplodano due elementi o tre, in grado di fare la differenza. E le condizioni, ci sono tutte. Mimmo Tripodi e mister Silvio Malaspina sperano sempre che altri soci entrino in società. Le porte sono aperte. Anzi spalancate. Ogni società, potenzialmente ha la possibilità di allestire una rosa di una ventina di giocatori. Il problema principale è motivare e stimolare l'impegno dei ragazzi, 'distratti' da tanti diversivi. I tifosi ci sono ed anche in numero consistente per la categoria. Il livello tecnico dei giocatori, ci sembra di poter dire che sia aumentato e migliorato. Il segno chiaro che i moderni allenatori della squadre giovanili abbiano svolto un buon lavoro. Le schiappe, i brocchi ed i ronzini, troveranno sempre un posto in squadra. Ma sì, alla fin fine, servono anche quelli. Frattanto, irrompe finalmente anche il campionato di terza categoria…ATLETICO CATONA - BORGO GRECANICO; LAZZARO - CARMELITANA ARCHI; LUDOS VECCHIA MINIERA - AUDAX RAVAGNESE; BOVESE – BAGALADI; REAL SANTO STEFANO - COMPRENSORIO SANT'AGATA; RHEGIUM CITY - VIRTUS SAN PAOLO
Domenico Salvatore

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