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Cinquefrondi, il Comune si aiuta col "Fondo anticipi". La replica di Cascarano a Rinascita

Cinquefrondi (Reggio Calabria) - «Si compiacciono nel sollevare inutili polveroni. E questo è l’ennesimo». Così il sindaco Cascarano ha inteso circoscrivere la polemica dei consiglieri di Rinascita circa il prossimo impegno finanziario a cui si sta per accingere il Comune. Questi ultimi, servendosi di un social network, avevano sollevato dubbi ed eccezioni in proposito: "Il Comune di Cinquefrondi - ha infatti scritto il portavoce  Michele Conia sul suo profilo - ha stipulato un contratto "di anticipazione con la Cassa Depositi e Prestiti spa,dell’importo di €. 892.499,22, al fine di procurare le risorse necessarie al pagamento dei debiti certi,liquidi ed esigibili di parte corrente" per la durata di 30 anni e la data di inizio ammortamento e' 31 MAGGIO 2015.... Devo aggiungere qualcosa?". 


Da qui la replica: «Quello che non hanno capito o hanno finto di non capire – rileva sulla questione Cascarano – è che si tratta di una mera operazione di anticipazione di liquidità, e quindi di cassa, peraltro consentita dalla legge nelle more dell’art. 32 del DL 66/2014 per permetterci di far fronte al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili certificati al 31/12/2013 e dare una boccata d’ossigeno agli impegni del Comune, per giunta per passività anche fuori bilancio ereditate dalle precedenti amministrazioni». 

La polemica - scoppiata in relazione alla delibera di giunta n. 17 del 17/10/2014 - concerne l’accettazione dell’anticipazione ai sensi dell'articolo 32 del D.L. 66/2014 (poi convertito in legge la n. 89 del 23/6/2014, ndr) concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti spa per l’ammontare complessivo di € 892.499,22 da mutuare al Comune con apposito schema contrattuale (ancora da sottoscrivere, ndr)  che lo vedrà obbligato alla restituzione di 30 rate costanti annuali a partire dal 31/05/2015 e fino al 31/05/2044. In sostanza, si tratta del rispolvero dell'"aiutino" introdotto dal fù governo Letta del 2013 per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione. 

«Queste somme – spiega - non ci sarebbero mai state concesse se il nostro bilancio non fosse stato, come è, perfettamente sano ed in ordine. Peraltro, l’importo non inficia nessun equilibrio del già prudente esercizio finanziario dell’ente atteso che si tratta semplicemente di un anticipo impiegato, paradossalmente, per evitare azioni di rivalsa e recupero che i creditori potrebbero utilizzare contro l’ente con il maggior aggravio di spese per le casse comunali e per alleggerire la collettività di onerosi adempimenti non più differibili». 

Un prestito, dunque, al tasso agevolato dell’1,295% sostenuto dalla capienza delle entrate comunali che contemplerà, secondo contratto, anche la possibilità di recesso anticipato totale o parziale senza la corresponsione di penali ed oneri attinto da un fondo appositamente predisposto dal Mef ed implementato, per l’anno 2014, di ulteriori 6 miliardi di euro rispetto ai 57 già destinati con DL n. 35/2013.    

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