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Targa System il nuovo "Grande fratello" degli automobilisti, nel mirino bollo, assicurazione e revisione, se non "cassetta"

“Fermi tutti, c’è “Targa System” e la ‘strisce blu’ ad libitum. Tantissime le novità strutturali, ambientali, burocratiche ecc. che stanno arrivando negli ultimi decenni. Ma, occorre tempo e denaro e soprattutto pazienza e sani costumi per cambiare rotta. Una battaglia di civiltà, che i Commissari di tre scioglimenti per mafia e gli altri per deficienze amministrative, hanno tentato e tentano ancora di vincere. In conferenza stampa il comandante della Polizia Municipale, capitano Onofrio Antonio Laganà, ha spiegato le ultime novità al traffico veicolare, ma ha sciorinato anche i numeri e le cifre. Presente la Commissione che da un anno e mezzo amministra la cosa pubblica melitese, dopo lo scioglimento per mafia (quattro volte di cui una ‘insabbiata’)record nazionale:Giuseppina Di Raimondo, Antonio Giannelli e Rosanna Pennestrì
MELITO PORTO SALVO, UNA CITTÁ, ALLA RICERCA DELLA LEGALITÁ; IL “GRANDE FRATELLO” PER GLI AUTOMOBILISTI E GLI ALTRI UTENTI DELLA STRADA MOROSI O TRASGRESSIVI
Domenico Salvatore


Benjamin McLane Spock, ha fatto il suo tempo. Si cambia disco, registro e codice. Lo ha fatto anche Luca Cordero di Montezemolo, che lascia la Ferrari dopo 23 anni; Sergio Marchionne, sarà il nuovo presidente. Fine del permissivismo, dunque; ma anche esigenze di cambiamento, ammodernamento ed aggiornamento. I furbetti del quartierino, non la passeranno liscia. Non più. Le volpi del deserto, gl’indiani per non pagare le tasse, gli scemi per non andare in guerra, gli ‘scecchi ‘ntro linzolu’, i topi d’auto, stanno per diventare una specie in estinzione. Intanto, bollo, assicurazione e revisione, macchine rubate ecc. poi il resto. Il “Grande fratello” degli automobilisti, motociclisti, camionisti eccetera, ti becca ed in tre secondi ti dà il “benservito”….Paga e dopo reclami! In attesa dell’Autovelox. Insomma tolleranza ‘zero’ per gli automobilisti. Per invertire la rotta e giungere al cambiamento, se non all’adeguamento ed alla presa di coscienza e di responsabilità, ovvero per acquisire una nuova mentalità, una nuova cultura, serve l’apporto di tutti e di ciascuno. Le battaglie di civiltà non si vincono dall’oggi al domani; in quattro e quattr’otto. Occorre tempo, denaro e pazienza, in primis. Poi, anche volontà comune, sana programmazione, progetti credibili e fattibili, sviluppo sostenibile. Grande lavoro nelle famiglie e dentro la scuola. Senza per questo, ignorare o tralasciare l’intervento efficace dell’associazionismo e del volontariaro; l’opera funzionale della Chiesa; l’azione efficiente dei boy-scouts, là dove ci siano. Per crescere, occorre la legalità, che non può essere un optional. “Il principio di legalità afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge. Tale principio, fonte Wikipedia, ammette che il potere venga esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario. Storia. Il principio di legalità si afferma dopo la Rivoluzione francese del 1789. Sorge come risposta al potere e all'oppressione dell'Ancien Régime, come rigetto della funzione giurisdizionale come concepita nell'idea del tempo. Il magistrato, funzionario del Re, diceva la legge, e la legge promanava dal re. Il rifiuto di questa idea si traduceva nella dottrina di chi credeva che il giudice dovesse essere la "bocca della legge" e di chi riteneva di ricacciare nell'oblìo di costumi medievali la "legge dei tribunali". Nell'idea giacobina del tempo, si afferma l'idea che la legge non possa essere interpretata dunque, se non rigidamente e in maniera letterale. La concezione del giudice come mero tramite della regola è sopravvissuta fino ai giorni nostri, perdendosi però il significato partigiano e giacobino della funzione giurisdizionale, e affermandosi un significato universale: il principio di legalità esprime oggi una scelta politica in base alla quale la libertà viene limitata nella misura essenziale per assicurare la pace. Storicamente, limiti rigidi sono stati imposti alla funzione giurisdizionale, a vantaggio del legislatore, rappresentante del popolo, che non può nuocere a sé stesso. La fiducia illuministica nella ragione dell'uomo si concretizza poi nel pensiero che la legge, in quanto traduzione materiale di principi naturali, è cosa intrinsecamente giusta, e che la certezza dello strumento-legge deve essere massima. Viene quindi elevato a principio costituzionale della Carta Fondamentale, e fra i destinatari figura il legislatore, il quale non potrà demandare ad altri il proprio compito (delegificazione), dovendo provvedere con legge ordinaria. E tale legge sarà soggetta al giudice costituzionale, che vaglierà la corrispondenza ai sommi principi. La legalità ha quindi come fine quello di farci vivere seguendo diritti e doveri per farci vivere in maniera civile e pacifica. Classificazione. Si distingue in: principio di legalità formale e sostanziale:  il primo afferma che l'amministrazione pubblica e la giurisdizione non hanno altri poteri se non quelli conferiti dalla legge. Esso si atteggia, quindi, come necessità di una previa norma di legge attributiva del potere; il secondo aggiunge che amministrazione e giurisdizione devono esercitare i loro poteri in conformità con i contenuti prescritti dalla legge. L'amministrazione è tenuta non solo a perseguire i fini determinati dalla legge (legalità-indirizzo), ma anche a operare in conformità alle disposizioni normative stesse (legalità-garanzia).Sul piano giuridico, il principio di legalità esprime una scelta garantista e di libertà, che si traduce nella predisposizione delle norme per l'interpretazione e in limitazioni per l'esercizio della stessa (art. 12-14 preleggi). Il problema legato al principio in discorso è strettamente connesso al problema dell'interpretazione della legge, talché è necessario comprendere sinotticamente lo sviluppo storico del principio (di legalità) e della tecnica che ne costituisce applicazione (interpretazione della legge). Il giudice, infatti, può limitare l'attività tecnica dell'interpretazione del diritto secondo costituzione, ovvero può muoversi 'praeter legem', attraverso la cosiddetta "interpretazione evolutiva", o il ricorso a talune forme di analogia, consentite nel nostro ordinamento. Sia che ciò avvenga per ovviare a certi inconvenienti legislativi, sia che avvenga per un desiderio di vedere concretizzata una giustizia sostanziale, un intervento del giudice oltre i rigidi confini segnati dalla legge può segnare un identificarsi politico. Taluni (Calamandrei), sostengono che in ogni decisione giurisdizionale vi sia un 'quantum' di politicità. Talaltri rigettano tale impostazione che si rivela, in Italia, metagiuridica, e propria del pensiero anglosassone. Essi risolvono per sostenere che la politicità o apoliticità del giudice è in ultima analisi, solo un problema di fonti del diritto.”.  I Greci, la chiamarono To Melitos ed i Romani ‘Melitus’. Dapprima sotto l’Impero Romano d’Occidente e poi d’Oriente con capitale Costantinopoli (Bisanzio), quando alla morte di Teodosio fu suddiviso fra i figli Arcadio ed Onorio. Lo storico e preside, Domenico Minuto, scrisse che la vera storia di Melito sia collegata alla città di San Giorgio, che sorgeva in zona Lacco (‘Lacca’). Altri, scavano intorno a Pentidattilo, (Penta daktylos) di cui Melito era una frazione. Possedimenti, che vennero assegnati in premio a Ludovico Abenavoli del Franco; uno dei tredici cavalieri guidati dal capitano Ettore Fieramosca, vincitore della ‘Disfida di Barletta’; il 13 Febbraio 1503, difesero l’onore d’Italia contro i Francesi. Uno dei suoi successori, il barone Bernardino Abenevoli del Franco, nella notte di Pasqua del 1686, fu causa della tragedia a Pentadattilo. Bernardino, infatti, innamorato di Antonietta, sorella del Marchese Alberti di Pentedattilo, si presentò al castello delle 100 porte, portando con sè a Montebello, la Marchesina . Melito era dotato di un famoso porto (di Rùmbolo)dove sbarcarono Cesare Ottaviano Augusto (durante la famosa ‘Guerra Siciliana’ combattuta e vinta contro Pompeo Sesto) e Giuseppe Garibaldi, diverse volte. Conobbe tempi floridi dal punto di vista agricolo, grazie alla coltura unica del bergamotto; se non per il fiorente mercato ittico. Piccola capitale della “Riviera della Zagara”. Poi venne la decadenza e l’imbarbarimento dei costumi. L’esperimento delle strisce blu, ha dato i primi risultati e begl’introiti. Soprattutto…pronto cassa. Anche se il capitano abbia smentito ed i Commissari abbiano negato. Il cittadino non era abituato alle strisce blu. Le vie principali di Melito ne saranno interessate. Sebbene per snellire o decongestionare il traffico si rendano necessari i by-pass mare-monti. Regolarmente ignorati, diluiti o“rinviati” sine die, da ogni amministrazione comunale, pavida o pilotata, che si sussegua alla Casa Rosada…”Accà non tuccati ch’esti ‘i me cumpari;… accà ‘i me cuggginu…accà ‘i n’amicu…accà ‘i me cugnatu…accà ‘i me zziu… accà i me’ frati. Ma non chiamatela, mentalità mafiosa allo stato puro. La segnaletica lascia molto a desiderare. Sia quella interna, che l’esterna; l’orizzontale e la verticale. I sensi unici? Non pervenuti. Corso Garibaldi? Una res nullius. Ed i celeberrimi parcheggi di cui se n’è parlato per decenni? Campa cavallo che l’erba cresce! O, forse…Aspetta e spera! Bugìe grosse quanto il Karakorum, servite in tavola con impunita faccia di bronzo, dagl’ingannatori, Pinocchio e falsari. Da che mondo è mondo i diritti del cittadino, non hanno avuto mai…cittadinanza. Salvo rare eccezioni. Quando ce ne siano. Il Comando della Polizia Municipale, dopo cinque o sei sedi provvisorie, forse ha trovato il suo luogo ideale. Ma sarà poi vero?  Attualmente è in zona Pilati, nei locali del vecchio (poi rinnovato) Carcere Mandamentale. Ampio, comodo, efficiente. Salvo altri inconveniente non proprio profumati. Il Piano dei trasporti, allora accese e sollevò una marea di commenti e polemiche, che ancora non si spengono e non si placano… I turisti, vacanzieri, gitanti e bagnanti, l’hanno fortemente criticato. Ma i residenti non l’accettarono per alcune storture evidente e plateali. Le strisce blu ad agosto sul Lungomare, in piena estate? Non sono state per nulla gradite. Si sono rivelate di converso un ottimo collante per dirottare altrove i flussi turistici, dove il vacanziere probabilmente, è sacro, santo ed inviolabile. La novità è che a dirigere la Polizia Municipale, c’è un capitano onesto, leale con uno spiccato senso del dovere, che sa parlare e si sa presentare. Ascolta il cittadino, dialoga e non si nasconde. Questa, non è solo la nostra opinione. Risponde sempre al telefono. Senza nulla togliere agli altri, per carità. Domenico Salvatore



Le slide di presentazione del Rarga System

 La relazione sull'attività anno 2013 della Polizia Locale

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