REGGIO CALABRIA 9 settembre 2014. Estorsioni ad alto livello e infiltrazione nell'aggiudicazione di appalti, anche per la messa in sicurezza di una scuola e la costruzione di una diga. Per associazione mafiosa transnazionale sono stati arrestati 29 presunti esponenti delle cosche Commisso di Siderno e Aquino di Marina di Gioiosa Jonica nell’ambito dell’operazione della polizia di Stato chiamata convenzionalmente ‘La morsa sugli appalti pubblici’. Tra gli arrestati anche l'ex presidente del Consiglio comunale di Siderno Antonio Macrì, del Pdl.
Le persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip Olga Tarzia sono: Salvatore Aquino, 70 anni, di Marina Gioiosa Jonica; Domenico Archinà, 43 anni, di Siderno; Rocco Carlo Archinà, 78 anni, di Siderno; Leonardo Capogreco, 38 anni, di Sant’Ilario dello Jonio, genero di Giuseppe Commisso alias “Il Mastro”; Tommaso Rocco Caracciolo, 83 anni, detto “Mico”, di Gioiosa Jonica; Vincenzo Cataldo, 68 anni, di Siderno; Antonio Coluccio, 45 anni, di Siderno; Giuseppe Commisso, 67 anni, alias “Il Mastro”, di Siderno, già detenuto; Pietro Commisso, 82 anni, alias “Quaglia”, di Siderno; Antonio Cordì, 27 anni, di Locri, già detenuto; Francesco Ferraro, 47 anni, alias “Mulinu”, di Siderno; Antonio Filippone, 60 anni, di Canolo; Antonio Futia, 56 anni, di Siderno, già detenuto; Antonio Pietro Ietto, 58 anni, di Careri; Antonio Macrì, 57 anni, di Siderno; Marco Macrì, 42 anni, residente a Milano; Salvatore Macrì, 65 anni, di Siderno; Fortunato Monteleone La Rosa, 63 anni, alias “Nato”, di Antonimina; Carmelo Muià, 42 anni, di Siderno, già detenuto; Nicola Nesci, 59 anni, di Ciminà, già detenuto; Domenico Prochilo, 45 anni, alias “Benito”, di Siderno, già detenuto; Domenico Rechichi, 54 anni, di Careri; Vincenzo Tavernese, 64 anni, di Siderno; Mario Ursini, 64 anni, di Gioiosa Jonica, già detenuto; Cosimo Correale, 30 anni, alias “Zorro”, di Siderno; Domenico Antonio Versace, 60 anni, di Africo; Giuseppe Cherubino, 30 anni, alias “Popi”, di Siderno (arresti domiciliari per violazione della Legge sulle armi, in carcere per coltivazione e produzione di sostanze
Le articolate attività investigative, svolte in maniera certosina e per lunghi anni dai poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma, della Squadra mobile reggina e del Commissariato di Siderno, hanno consentito di tracciare un quadro indiziario preciso e dettagliato riguardo al capillare controllo mafioso esercitato dalle principali ‘ndrine operanti nel versante dell’alto Jonico Reggino, con ramificazioni nel Nord Italia e perfino in Canada, finalizzato al monopolio delle più redditizie attività economiche, all’ingerenza nella vita politica locale ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti. L’odierna operazione, pertanto, che costituisce la logica prosecuzione dell’azione di contrasto alla “società di Siderno” e alle cosiddette società minori (i vari locali di ‘ndrangheta della stessa zona di Gioiosa Jonica, Natile di Careri, Canolo, Ciminà, Antonimina e Caulonia, orbitanti attorno alle più blasonate famiglie dei Commisso di Siderno e degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica), ha permesso di individuare una serie di vicende dalle quali emergono con evidenza la fortissima pressione esercitata dall’organizzazione sull’economia legale ed i meccanismi sottesi alle attività estorsive ricollegabili all’esecuzione dei lavori ed alle attività attraverso le quali si realizza l’ingerenza del sodalizio nel settore dei pubblici appalti.
Antonio Coluccio
Tra gli affari più importanti da cui la ‘ndrangheta ha ottenuto i maggiori guadagni vi è, senza dubbio, quello del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, settore nel quale, secondo una logica di spartizione dettata dagli equilibri mafiosi, la cosca Commisso ricorreva alle tipiche condotte estorsive che si sono estrinsecate nell’imposizione alla ditta capofila nel trasporto degli scarti di lavorazione in uscita dall’impianto di trattamento di Siderno il versamento di una somma di denaro per ogni trasporto effettuato. Di sovente, come esposto nel caso del trasporto dei rifiuti, la ‘ndrangheta imponeva i propri diktat alle imprese impegnate nell’esecuzione di consistenti lavori pubblici attraverso il versamento di somme di denaro calcolate in percentuale rispetto all’importo complessivo stanziato dalle Pubbliche Amministrazioni.
Antonio Ietto
Ciò è quanto accaduto in occasione dell’esecuzione dei lavori di costruzione dell’impianto di potabilizzazione e distribuzione delle acque della diga sul Torrente Lordo nel Comune di Siderno, nel corso dei quali Giuseppe Commisso il mastro, in concorso con Vincenzo Cataldo, Antonino Futia, Antonio Figliomeni e Vincenzo Tavernese, avrebbero richiesto la consegna, a titolo di estorsione, dell’1,5% del finanziamento per il tratto Siderno - Locri (pari a quasi 6 milioni di euro) agli imprenditori titolari della ditta Cisaf, impegnata tra il 2009 ed il 2010 nelle relative opere appaltate dall’ente “Acquedotto delle dighe del Metramo e Lordo”. In particolare, Commisso, in qualità di esponente della famiglia egemone sul territorio, dava mandato agli altri concorrenti di contattare i responsabili della ditta sopra menzionata per imporre l’estorsione, mentre Futia si rapportava direttamente con gli imprenditori per quantificare l’importo da versare ed il Tavernese, attuale custode della diga, controllava l’andamento dei lavori, rapportando quanto appreso al Figliomeni. La riscossione del pizzo ha interessato anche i lavori di distribuzione delle acque della diga compresi nel tratto Siderno - Gioiosa Jonica, affidati, grazie ad un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro, alla ditta “Progress e Lavoro Società Cooperativa” di Polistena, alla quale veniva imposto dagli stessi soggetti sopra citati, in concorso con Rocco Carlo e Domenico Archinà, di pagare il 3% dell’importo complessivo dei lavori.
Salvatore Aquino
Un’altra consistente estorsione è stata realizzata in danno delle ditte impegnate nei lavori di adeguamento della Statale 106 Reggio Calabria - Taranto. Nella zona di Siderno, la ‘ndrangheta ha estorto ad un imprenditore somme di denaro calcolate in percentuale variabile rispetto ricavi derivanti dalla fornitura del calcestruzzo alla ditta Astaldi, affidataria delle opere. Non sono sfuggiti alla lente dei Commisso neanche i lavori pubblici di valenza sicuramente inferiore rispetto a quelli riconnessi al funzionamento della diga del Lordo. Si tratta della messa in sicurezza della scuola media statale “Corrado Alvaro” di Siderno, la cui impresa “Archeo srl” di Locri, aggiudicataria dell’appalto pari a quasi 200 mila euro, veniva costretta a pagare una somma di denaro a titolo di estorsione quantificata in 6.000 euro, ovvero il “consueto” 3% calcolato sulla cifra globale dell’opera. Sul fronte delle altre attività economiche, il pervasivo ed opprimente controllo mafioso veniva esercitato minacciando pesantemente il titolare del centro commerciale “La Gru” di Siderno, costringendolo quindi a servirsi per la fornitura della carne, da rivendere presso il supermercato Iperspar esistente all’interno del medesimo shopping center, dei prodotti che Carmelo Muià commercializzava attraverso le proprie società. Altro importante personaggio è senz’altro Antonio Coluccio, fratello dei più noti Giuseppe e Salvatore (entrambi detenuti in regime di 41 bis O.P., il primo tratto in arresto in data 7 agosto 2008, dopo tre anni di latitanza, a Toronto, in Canada, con un milione di dollari canadesi), il quale veniva consultato dal mastro, al pari di Rocco Aquino, per decidere comportamenti o fatti rilevanti per gli associati nel territorio di riferimento.
Salvatore Macrì
E’ stato nuovamente raggiunto da provvedimento restrittivo Mario Ursino, già arrestato nell’ambito della nota operazione internazionale di Polizia “New Bridge”., il quale dovrà rispondere del reato di associazione mafiosa con funzioni di direzione nell’ambito del locale di Gioiosa Jonica. Coinvolto nell’operazione anche il medico dell’Asp di Reggio Calabria dottor Antonio Macrì (già presidente del Consiglio Comunale di Siderno durante la Giunta di Alessandro Figliomeni), colpito da provvedimento restrittivo in carcere per associazione mafiosa, il quale non aveva esitato a recarsi direttamente presso la lavanderia Ape green per chiedere al mastro il suo consenso per potersi candidare alle elezioni regionali nelle file del Pdl. Allo stato risultano irreperibili due soggetti, da tempo trasferiti all’estero, nei cui confronti sono state già attivate le procedure internazionali per addivenire alla loro cattura.
Antonio Cordì
Nel corso della perquisizione effettuata presso l’abitazione di Giuseppe Cherubino, sono state rinvenute 15 piantine di cannabis sativa, pertanto il predetto è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, per coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti. All’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare hanno preso parte oltre 250 operatori della Polizia di Stato, appartenenti alla Squadra mobile reggina, al Commissariato di Siderno, agli altri Commissariati della Provincia e ai Reparti prevenzione crimine “Calabria”, “Sardegna” e “Toscana”. Alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore capo Federico Cafiero de Rhao, il questore Guido Nicolò Longo, il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, il dirigente dello Sco di Roma Raffaele Grassi, il capo della Squadra mobile reggina Gennaro Semeraro, il dirigente della 1 Divisione dello Sco Marco Garofalo, il dirigente del Commissariato di Siderno Vincenzo Cimino, il dirigente della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile Francesco Rattà.
Pino D'Amico
Le persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip Olga Tarzia sono: Salvatore Aquino, 70 anni, di Marina Gioiosa Jonica; Domenico Archinà, 43 anni, di Siderno; Rocco Carlo Archinà, 78 anni, di Siderno; Leonardo Capogreco, 38 anni, di Sant’Ilario dello Jonio, genero di Giuseppe Commisso alias “Il Mastro”; Tommaso Rocco Caracciolo, 83 anni, detto “Mico”, di Gioiosa Jonica; Vincenzo Cataldo, 68 anni, di Siderno; Antonio Coluccio, 45 anni, di Siderno; Giuseppe Commisso, 67 anni, alias “Il Mastro”, di Siderno, già detenuto; Pietro Commisso, 82 anni, alias “Quaglia”, di Siderno; Antonio Cordì, 27 anni, di Locri, già detenuto; Francesco Ferraro, 47 anni, alias “Mulinu”, di Siderno; Antonio Filippone, 60 anni, di Canolo; Antonio Futia, 56 anni, di Siderno, già detenuto; Antonio Pietro Ietto, 58 anni, di Careri; Antonio Macrì, 57 anni, di Siderno; Marco Macrì, 42 anni, residente a Milano; Salvatore Macrì, 65 anni, di Siderno; Fortunato Monteleone La Rosa, 63 anni, alias “Nato”, di Antonimina; Carmelo Muià, 42 anni, di Siderno, già detenuto; Nicola Nesci, 59 anni, di Ciminà, già detenuto; Domenico Prochilo, 45 anni, alias “Benito”, di Siderno, già detenuto; Domenico Rechichi, 54 anni, di Careri; Vincenzo Tavernese, 64 anni, di Siderno; Mario Ursini, 64 anni, di Gioiosa Jonica, già detenuto; Cosimo Correale, 30 anni, alias “Zorro”, di Siderno; Domenico Antonio Versace, 60 anni, di Africo; Giuseppe Cherubino, 30 anni, alias “Popi”, di Siderno (arresti domiciliari per violazione della Legge sulle armi, in carcere per coltivazione e produzione di sostanze
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Vincenzo Cataldo
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Antonio Coluccio
Tra gli affari più importanti da cui la ‘ndrangheta ha ottenuto i maggiori guadagni vi è, senza dubbio, quello del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, settore nel quale, secondo una logica di spartizione dettata dagli equilibri mafiosi, la cosca Commisso ricorreva alle tipiche condotte estorsive che si sono estrinsecate nell’imposizione alla ditta capofila nel trasporto degli scarti di lavorazione in uscita dall’impianto di trattamento di Siderno il versamento di una somma di denaro per ogni trasporto effettuato. Di sovente, come esposto nel caso del trasporto dei rifiuti, la ‘ndrangheta imponeva i propri diktat alle imprese impegnate nell’esecuzione di consistenti lavori pubblici attraverso il versamento di somme di denaro calcolate in percentuale rispetto all’importo complessivo stanziato dalle Pubbliche Amministrazioni.
Antonio Ietto
Ciò è quanto accaduto in occasione dell’esecuzione dei lavori di costruzione dell’impianto di potabilizzazione e distribuzione delle acque della diga sul Torrente Lordo nel Comune di Siderno, nel corso dei quali Giuseppe Commisso il mastro, in concorso con Vincenzo Cataldo, Antonino Futia, Antonio Figliomeni e Vincenzo Tavernese, avrebbero richiesto la consegna, a titolo di estorsione, dell’1,5% del finanziamento per il tratto Siderno - Locri (pari a quasi 6 milioni di euro) agli imprenditori titolari della ditta Cisaf, impegnata tra il 2009 ed il 2010 nelle relative opere appaltate dall’ente “Acquedotto delle dighe del Metramo e Lordo”. In particolare, Commisso, in qualità di esponente della famiglia egemone sul territorio, dava mandato agli altri concorrenti di contattare i responsabili della ditta sopra menzionata per imporre l’estorsione, mentre Futia si rapportava direttamente con gli imprenditori per quantificare l’importo da versare ed il Tavernese, attuale custode della diga, controllava l’andamento dei lavori, rapportando quanto appreso al Figliomeni. La riscossione del pizzo ha interessato anche i lavori di distribuzione delle acque della diga compresi nel tratto Siderno - Gioiosa Jonica, affidati, grazie ad un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro, alla ditta “Progress e Lavoro Società Cooperativa” di Polistena, alla quale veniva imposto dagli stessi soggetti sopra citati, in concorso con Rocco Carlo e Domenico Archinà, di pagare il 3% dell’importo complessivo dei lavori.
Salvatore Aquino
Un’altra consistente estorsione è stata realizzata in danno delle ditte impegnate nei lavori di adeguamento della Statale 106 Reggio Calabria - Taranto. Nella zona di Siderno, la ‘ndrangheta ha estorto ad un imprenditore somme di denaro calcolate in percentuale variabile rispetto ricavi derivanti dalla fornitura del calcestruzzo alla ditta Astaldi, affidataria delle opere. Non sono sfuggiti alla lente dei Commisso neanche i lavori pubblici di valenza sicuramente inferiore rispetto a quelli riconnessi al funzionamento della diga del Lordo. Si tratta della messa in sicurezza della scuola media statale “Corrado Alvaro” di Siderno, la cui impresa “Archeo srl” di Locri, aggiudicataria dell’appalto pari a quasi 200 mila euro, veniva costretta a pagare una somma di denaro a titolo di estorsione quantificata in 6.000 euro, ovvero il “consueto” 3% calcolato sulla cifra globale dell’opera. Sul fronte delle altre attività economiche, il pervasivo ed opprimente controllo mafioso veniva esercitato minacciando pesantemente il titolare del centro commerciale “La Gru” di Siderno, costringendolo quindi a servirsi per la fornitura della carne, da rivendere presso il supermercato Iperspar esistente all’interno del medesimo shopping center, dei prodotti che Carmelo Muià commercializzava attraverso le proprie società. Altro importante personaggio è senz’altro Antonio Coluccio, fratello dei più noti Giuseppe e Salvatore (entrambi detenuti in regime di 41 bis O.P., il primo tratto in arresto in data 7 agosto 2008, dopo tre anni di latitanza, a Toronto, in Canada, con un milione di dollari canadesi), il quale veniva consultato dal mastro, al pari di Rocco Aquino, per decidere comportamenti o fatti rilevanti per gli associati nel territorio di riferimento.
Salvatore Macrì
E’ stato nuovamente raggiunto da provvedimento restrittivo Mario Ursino, già arrestato nell’ambito della nota operazione internazionale di Polizia “New Bridge”., il quale dovrà rispondere del reato di associazione mafiosa con funzioni di direzione nell’ambito del locale di Gioiosa Jonica. Coinvolto nell’operazione anche il medico dell’Asp di Reggio Calabria dottor Antonio Macrì (già presidente del Consiglio Comunale di Siderno durante la Giunta di Alessandro Figliomeni), colpito da provvedimento restrittivo in carcere per associazione mafiosa, il quale non aveva esitato a recarsi direttamente presso la lavanderia Ape green per chiedere al mastro il suo consenso per potersi candidare alle elezioni regionali nelle file del Pdl. Allo stato risultano irreperibili due soggetti, da tempo trasferiti all’estero, nei cui confronti sono state già attivate le procedure internazionali per addivenire alla loro cattura.
Antonio Cordì
Nel corso della perquisizione effettuata presso l’abitazione di Giuseppe Cherubino, sono state rinvenute 15 piantine di cannabis sativa, pertanto il predetto è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, per coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti. All’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare hanno preso parte oltre 250 operatori della Polizia di Stato, appartenenti alla Squadra mobile reggina, al Commissariato di Siderno, agli altri Commissariati della Provincia e ai Reparti prevenzione crimine “Calabria”, “Sardegna” e “Toscana”. Alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore capo Federico Cafiero de Rhao, il questore Guido Nicolò Longo, il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, il dirigente dello Sco di Roma Raffaele Grassi, il capo della Squadra mobile reggina Gennaro Semeraro, il dirigente della 1 Divisione dello Sco Marco Garofalo, il dirigente del Commissariato di Siderno Vincenzo Cimino, il dirigente della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile Francesco Rattà.
Pino D'Amico
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