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Miracoloso salvataggio in extremis del calcio a 11, il Futsal Melito c'è e parteciperà al torneo di 2^ categoria 2014-15

Il Melito Futsal, sarà ancora in seconda categoria ( 2 settembre 2014). La notizia bomba c’è, e va data urgentemente. Qualcosa, ci aveva anticipato il factotum Domenico Tripodi, ‘Mimmo’ per gli amici; uno dei mostri sacri del calcio bruzio. La notizia, di rimbalzo e carambola ce la offre il presidente della Calcistica Spinella, Giuseppe Vadalà.  Non ci sarà il presidente Rocco De Pietro. Un’assenza che si farà sentire. Allenatore dovrebbe essere ancora Silvio Malaspina
IL MELITO FUTSAL CALCIO A 11, SOPRAVVISSUTO ALLA CRISI DI VALORI E DI IDENTITÁ, SE NON DI RIGETTO, PIENAMENTE RECUPERATI, GIOCHERÁ ANCORA, SIA PURE IN SECONDA CATEGORIA AL “SAVERIO SPINELLA”, IN ZONA “MAROSIMONE”
Domenico Salvatore

La new generation, ignora completamente il glorioso passato del calcio melitese, se non per averne sentito parlare od attraverso le cronache; la middle generation, non ricorda; oppure, ha un ricordo sbiadito. Solamente la old generation, ricorda perfettamente i trascorsi leggendari del calcio a Melito, che a prescindere risalgono agl’inizio del XX° secolo. Per averla vissuta in prima persona, da attore protagonista o da comparsa e perfino da tifoso e sportivo in genere. Gli allori, si sa, vanno rinverditi di tanto in tanto. Altrimenti, la memoria viene ghermita dall’oblio, che tutto cancella. Avete seguito tuttavia le ultime evoluzioni ma non chiamatela involuzione del calcio a Melito. Punti di vista naturalmente. Diversa angolazione, diversa opinione o parere. Erano pronti a cantare il de profundis ed il requiem i disfattisti, fatalisti, polemisti. Esultano invece i sostenitori del calcio a 5, che comunque ha affiancato il così detto calcio a 11; se non lo abbia superato del tutto. Il paradosso? Il calcio a 5, a Melito, ha tagliato traguardi impensabili sino a qualche decennio fa. La serie A, femminile e la serie B maschile. Troppa grazia Sant’Antonio. Nonostante impianti e strutture, prossime allo zero. Tant’è vero, che anche quest’anno i campioni, saranno costretti ad emigrare in riva allo Stretto. Al Botteghelle. Se non spenderanno venti mila euri, poco ci manca. Amen! Ma nessuno può prendersela con questa terna commissariale. Non stiamo facendo la difesa d’ufficio o peggio l’avvocato del diavolo di nessuno, per caroità. Loro, sono arrivati da poco, mentre le varie amministrazioni non hanno mai pianificato, programmato e progettato uno straccio d’impianto sportivo. E nemmeno, si sono presi la briga, di andare a bussare alla porta della Provincia ed alla Regione, per farsene finanziare un paio di opere; quando, nella così detta “primarepubblica”, appena chiedevi una cosa te ne arrivavano due o tre. Tempi di vacche grasse, spighe piene, società opulenta, scialacqua, spendi e spandi. Il comodo alibi del palazzetto dello sport, ha retto per decenni. Un capro espiatorio  ed il contorno degli utili idioti e degli scemi del villaggio, completano l’opera. Negli anni scorsi, ponevamo le domande in assemblea sulla cenerentola dello sport ed i protagonisti se la ridacchiavano sotto i baffi e…nella migliore delle ipotesi, sibilavano: ma che cosa vuole questo scribacchino, pennivendolo, ficcanaso, giarnalistucolo? Va be’, che oggi non sia cambiato nulla, ma almeno il vecchio, cadente impianto del Marosimone ha ricevuto il suo restyling. Come dire, che la vecchia befana, naso aquilino pieno di porri e ceci, maxiveste al calcagno stropicciata, muccaturi tarlato sempre a cavallo di una vecchia scopa lisa, sdrucita, unta e consunta, sia diventata Miss Italia. Il mitico Mimmo Franco: giocatore, capitano, allenatore, presidente, menager, direttore sportivo, capotifoso, è riuscito ad ottenere un premio ch’era follìa sperar. 

Quando partendo dall’ultimo gradino, disse che avrebbe portato la “serie A”, a Melito, gli diedero del visionario, sognatore, utopista. E nemmeno a bocce ferme e risultato in cassaforte si piegarono. Niente complimenti e congratulation. Ma quando mai !?!?!?Non c’è la mentalità, uso e costume di riconoscere la bravura ed il talento degli altri. Semmai i difetti degli altri…Iuppiter imposuit nobis, duas peras. È facile vedere la pagliuzza nell’occhio del fratello. La fusione e la confusione; e subito dopo, la vendetta. Ma Gesù Cristo perdonò quelli che lo avevano messo in Croce…Per gli antichi esisteva la legge del "fai come ti è stato fatto", "occhio per occhio, dente per dente". Ed i Giudei, che erano educati religiosamente, dicevano di perdonare fino a tre volte. L'apostolo Pietro parlando con Gesù va oltre: "Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte? E Gesù a lui: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette". Il calcio a 11, ha rischiato l’osso del collo. I tifosi ci bombardano che chiamate e contatti de visu…allora Domenico, è vera questa bufala? Il presidente Rocco De Pietro, ha tirato la carretta per un paio di stagioni, poi ha mollato barca ed ormeggi. Decisione sofferta la sua, perché conosciamo il personaggio e la passione che lo animi; ed anche perché, una pausa di riposo e di riflessione è umana. Da queste colonne abbiamo lanciato un appello agli homines bonae voluntatis, ma non ci arroghiamo merito e diritti, per carità. Siamo stati solo interlocutori. Un dialogo con i lettori e i dirigenti. Un confronto delle idee, se volete e nulla più. Protagonisti nel bene e nel male sono sempre loro. I Franco, i Tripodi, i Malaspina e via discorrendo. Pensate come mutano i tempi. Il Melito per ragioni economiche ed organizzative ha rinunciato alla prima categoria; ma la Lega, si è lavata le mani come Ponzio Pilato? Una cosa è certa, per essere ripescati, bisogna presentare la domanda e soprattutto “pagare” l’iscrizione. Non c’è credito che tenga. Ma questo è niente. Abbiamo captato, che si rischiasse addirittura di scomparire come calcio a 11. Cancellati con un colpo di spugna. Brrr che freddo! Qualche anno fa, conquistare la seconda categoria e perfino la prima, era difficilissimo. I festeggiamenti duravano settimane. Ed oggi? -“ ‘A voi o no ‘a prima categuria?” –Comu dicisti? Ma non mi dassi?” Pussa via, chi t’ha visto mai! Proprio nel momento in cui, smaltita la sbornia della delusione ‘brasiliana’, tutti si sono rituffati nell’agone, con nuove energie. Altro giro, altra corsa, nuovi entusiasmi, brividi, emozioni. Il Melito Futsal dunque ha superato la crisi di rigetto. È riuscito a sopravvivere. Ci sarà. In seconda categoria, anche quest’anno. Da alcuni esperti, ritenuto il più bel campionato in assoluto. Opinione più o meno condivisibile. Sicuramente è una dimensione zeppa di grandi decadute, che hanno giocato agli altri livelli in Calabria ed anche oltre. Non ci sarà posto per i bamboccioni, mammoni, fannulloni e nemici del calcio di un certo tipo. E soprattutto per gl’indisciplinati, ribelli e riottosi. Porte spalancate invece, per quelli, che si vogliono divertire e che siano ben disposti al rispetto delle regole, del confronto, del dialogo. Il trainer, dovrebbe essere ancora lui, Silvio Malaspina. 

Un nome, un simbolo ed una garanzia. ‘L’usignuolo di Prunella’ gorgheggia e garrisce, come ai vecchi tempi. Nel frattempo, ha maturato esperienza, competenza e professionalità. Vuole assicurare un ambiente sano, immerso nel verde, nell’ossigeno e nella natura. Ha dell’incredibile, quanti talenti abbia sfornato la frazione, sede dell’antica facoltà di Teologia e del Liceo Scientifico. Scripta manent, verba volant. Il ‘buon samaritano’ Peppe Vadalà si è rimboccato le maniche e darà una mano, fornendo anche una parte del parco giocatori della Calcistica Spinella, consigli, pareri ed opinioni. Senza nulla togliere alla longa manus del presidente del Futsal, Gianluca Borruto, agli Oliveri, ai Franco ecc. Il calcio a Melito non è morto, ma il rischio è stato davvero grosso. I tifosi sono volubili, si dice così, no? Ma quando la squadra corre e fa risultati, gli hooligans e gli skin-heads, accorrono; ed anche in massa. I variors, non sono mai mancati nelle partite di cartello. L’arte di arrangiarsi, sta riprendendo quota, dopo la Belle Epoque dei mecenati mani bucate. I commercianti, in passato hanno sempre sostenuto le squadre di calcio, ma oggi non ce la fanno più a sbarcare il lunario come prima. Travolti dalle tasse e storditi dai balzelli e dalla crisi economica; se non globalizzazione. Melito ha avuto pure tre squadre in contemporanea. Ma oggi neppure una, si può ‘mantenere’. Il salvataggio in extremis, si deve come detto agli ‘homines bonae voluntatis ed al buon samaritano di turno, che fra l’altro ha privilegiato la politica della formica, mente le cicale esibivano concerti canterini sino a tarda notte. Uno come Mimmo Franco per esempio è stato ed è, sempre sarà un John Keynes. Ha qualità da vendere: un…matematico, uno storico, uno statista, un filosofo. Ottiene traguardi a livello nazionale ( la serie B maschile, la serie A femminile),  che sono sotto gli occhi di tutti con pochi, incredibili soldini. Un fenomeno, a dire pane al pane e vino al vino. Le richieste non mancano, ma lui preferisce rimanere nella sua terra…cielo, sole, mare. Ha dimostrato con i fatti, che si possa toccare il cielo con un dito o stare tre metri sopra il cielo con la giusta politica e filosofia. Non sempre la disponibilità economica, corrisponde ai traguardi da tagliare, alle mete raggiunte. Anzi. Certe volte, vale di più l’organizzazione, la passione, la prudenza, il senso del reale. Senza nulla togliere al ‘filantropo’ Gianluca Borruto & soci, di cui si parla ben poco. Un’offesa all’intelligenza. Agli Oliveri, personaggi di talento, dinamici, intraprendenti, pragmatici, effervescenti, efficienti e funzionali. E via dicendo. Questi sì, che sono cittadini benemeriti, degni della medaglia. Tanto di cappello! Ai futuri amministratori, che verranno fuori dalle urne in primavera, suggeriamo di redigere i loro documenti programmatici con lungimiranza e sapienza. Dei soliti strafalcioni, bufale, balene e leggende metropolitane, che lasciano il tempo che trovano, non sappiamo davvero che cosa farcene. Deve figurare (e dovrebbe essere un imperativo categorico), una seconda struttura sportiva in città, dove praticare volley, basket e calcetto. Per il vecchio palazzetto dello sport ed area adiacente, suggeriamo piuttosto di allargare la piazza. 



Domenico Salvatore






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