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LA MORSA SUGLI APPALTI PUBBLICI. Gratteri: ‘cosche cercano scalata buona società con matrimoni’

REGGIO CALABRIA 9 settembre 2014. «La pericolosità della ‘zona grigia’, la commistione sociale che ne deriva, con figli o figlie di riconosciuti e riconoscibili capi 'ndrangheta, che impalmano figli o figlie di altrettanto conosciuti esponenti della borghesia» è stata evidenziata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti dell'operazione contro le cosche Commisso e Aquino. «È un sintomo chiaro - ha aggiunto - di come la 'ndrangheta voglia scalare la ‘buona società’, poichè così è velare gli ‘affari’ e rendere più evidente il prestigio sociale. Dall'operazione - ha detto poi Gratteri - emerge uno spaccato tipico del modo di agire della 'ndrangheta e dei suoi sistemi di ‘persuasione’. 


Tra gli arrestati figura il passato, il presente e forse anche il futuro delle cosche Commisso e Aquino, come si evince dall'arresto di Rocco Carlo Archinà storico sodale dei Commisso, e prima ancora della sua morte di Antonio 'Ntoni Macrì, capo storico della 'ndrangheta, fondatore del ‘Siderno group’, trucidato a Siderno mentre giocava a bocce. Rocco Carlo Archinà fu uno degli arrestati nell'autunno del 1969 durante il summit di Montalto, in Aspromonte, quando venti poliziotti interruppero quello che fu definito un vertice tra i rappresentanti di tutta la 'ndrangheta reggina per tratteggiare i nuovi scenari criminali e le nuove regole spartitorie. La 'ndrangheta - ha detto ancora Gratteri - si conferma ancora una volta struttura orizzontale, dove ogni cosca ha un proprio territorio di influenza su cui regna sovrana. Certamente non mancano i momenti di consultazione tra le varie 'ndrine, ma il principio rimane che ognuno è ‘padrone’, e responsabile, a casa sua. “È una 'ndrangheta - ha detto il questore Guido Nicolò Longo - che tenta con ogni mezzo di alterare il libero mercato: estorce, minaccia, danneggia, inquina pesantemente quanto di positivo matura sul territorio e cerca di imporre con la forza delle armi i suoi desiderata”. Raffaele Grassi, direttore centrale dello Sco, ha sottolineato “la forte attenzione dello Stato sul territorio, in particolare in Calabria. Intendiamo non solo fare terra bruciata attorno ai latitanti - ha detto - ma liberare chiunque sia soffocato dall'intrusione della ndrangheta e dalla sua asfissiante presenza”.

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