Reggio Calabria: La
Polizia di stato arresta un insegnante di musica per violenza sessuale.
Nella mattinata odierna, al temine di una
complessa attività investigativa, personale della Squadra Mobile di Reggio
Calabria e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Condofuri, ha tratto in
arresto, in ottemperanza all’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari,
D. G. 45enne, insegnante di musica,
poiché indagato per i reati di violenza sessuale aggravata continuata di cui
agli artt. 609 bis e 609 ter c.p. e adescamento di minori attraverso la rete
internet ed sms telefonici di cui all’art. 609 undecies c.p.
Nello specifico l’attività di indagine,
coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha origine nel
novembre 2013 quando una donna sporgeva querela presso il Commissariato di Ps
di Condofuri, nella quale dettagliatamente raccontava di essersi accorta che
attraverso il social network “facebook” l’indagato,
insegnante di musica presso una scuola media della provincia dell’area jonica
reggina, rivolgeva alla propria figlia minorenne evidenti apprezzamenti fisici
e delle avances di chiara natura
sessuale. Nell’occasione la denunciante riferiva di aver appreso sempre dalla
figlia che le “particolari attenzioni” del soggetto, erano rivolte anche ad
altre due alunne minorenni.
Dagli immediati approfondimenti investigativi
con particolare riferimento all’anno scolastico 2012/2013, si veniva a conoscenza
che l’insegnante in questione, oltre a contattare tramite internet e via sms
telefonici le giovanissime vittime, per finalità non certamente didattiche
carpendone la fiducia derivante dal suo status di insegnante, teneva delle
lezioni di strumento rivolte a poche alunne in orari pomeridiani all’interno
del plesso scolastico in questione, costringendo una di esse, ad un contatto di natura sessuale (nel
merito, baciandola e toccandola) sia durante la lezione e sia in occasione di
una cena scolastica di fine anno all’interno di una pizzeria, nel giugno 2013.
La delicata attività di indagine ha superato il
muro di omertà che spesso caratterizza determinati contesti territoriali
soprattutto quando si tratta di giovani e spesso inconsapevoli vittime che per
vergogna o paura omettono di raccontare segreti da loro considerati
incofessabili, aiutandole ad avere fiducia nei familiari e nelle Istituzioni.
Reggio
Calabria, 15.09.2014
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