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Anoia, da Roma lo stop all'ufficio postale?

Anoia (Reggio Calabria) – Serrande chiuse e nessuna comunicazione. E’ questo l’insolito scenario di fronte al quale ieri si sono trovati gli utenti della frazione Inferiore allorquando si sono recati, per le consuete incombenze, presso lo sportello dell’ufficio cittadino di Via Roma. E proprio mentre l’unica impiegata addetta all’ufficio sembrava stesse per tirar su la serranda gli utenti disorientati, avrebbero assistito in diretta anche all’impartizione telefonica dell’ordine di servizio - a detta della stessa dipendente, "pervenuto da Roma"- che la “dirottava” per l’espletamento dei suoi compiti verso altre sedi. Non c'è, dunque, pace per lo sportello anoiano, riaperto per tre soli giorni a settimana nel gennaio di quest’anno dopo un insistente braccio di ferro tra cittadini ed associazioni – in particolare grazie alla tenacia della locale sezione dell’Avis fautrice di una raccolta firme nella forma della petizione popolare -  e la direzione provinciale dell’Ente Poste per cercare di mantenere in vita, anche se in forma ridotta, un servizio essenziale per la cittadinanza, specie per tutelarne le fasce deboli. La tragicomica vicenda, divenuta ancor più opprimente per via delle aperture a singhiozzo effettuate nelle mensilità estive, assume contorni paradossali se rapportata alla mancanza assoluta di informazioni ai cittadini-consumatori circa la continuità nell’erogazione di un servizio che, sembrerebbe essere stato, peraltro, fornito con notevoli carenze rispetto agli standard di Poste Italiane con difficoltà nell’apertura di conti correnti, penuria cronica di modulistica, fino alla mancanza di valori bollati da poter acquistare per spedire una semplice lettera. Per cercare di venire a capo della vicenda un telegramma è stato prontamente indirizzato alla dirigente provinciale Picciocchi dal presidente dell’Avis Attilio Demarzo per sollecitarne l’intervento al fine di ripristinare l’erogazione dei servizi ma anche per spegnere i focolai di allarmismo inevitabilmente diffusi tra gli avventori, ai quali, oltre al danno, è stata servita pure la beffa di essere stati, di fatto, privati del diritto di appurare se l’inibizione all'accesso dello sportello postale cittadino sarà di natura temporanea o definitiva.          


Giuseppe Campisi

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