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Tavecchio è il nuovo Presidente della FIGC

CALCIO: TAVECCHIO CONQUISTA FIGC, SARÒ PRESIDENTE DI TUTTI/IL PUNTO = IL N.1 DELLA LND OTTIENE IL 63,63% DEI VOTI, ALBERTINI SI FERMA AL 33,95% 


Fiumicino, 11 agosto 2014 - Alla fine, Carlo Tavecchio diventa presidente della Figc. Il numero 1 della Lega Dilettanti conquista via Allegri alla terza votazione espressa dall'assemblea della federcalcio riunita all'Hilton Airport di Fiumicino. Completa la missione dopo 2 settimane di fuoco, infiammate dalle polemiche per la gaffe razzista sui calciatori extracomunitari 'mangiabananè commessa nell'assemblea della LND del 25 luglio. Il 71enne candidato delle leghe ottiene il 63,63% dei voti, il suo rivale Demetrio Albertini si ferma al 33,95%. La fumata bianca arriva alla fine di una giornata interminabile, caratterizzata da tensioni e scintille tra gli esponenti dei due schieramenti. Temperatura alta, in particolare, in Serie A. La massima divisione, arrivata a Fiumicino con 8 club 'no Tav', si divide tra sostenitori del neopresidente e schede bianche.

Il quadro appare già chiaro dopo la prima votazione. Per vincere servirebbe il 75% dei consensi, il presidente della Lega Dilettanti non va oltre il 60,2%, mentre Albertini arriva al 35,46%. L'ex calciatore ottiene i voti degli atleti, dei tecnici, degli arbitri e di qualche club. L'esito finale della consultazione non è in discussione, resta da stabilire quando arriverà il triplice fischio. I riflettori sono puntati in particolare sulla Serie A, l'unica lega attraversata da fibrillazioni rilevanti. Serie B, Lega Pro e Dilettanti formano un blocco compatto. Nella massima divisione, Tavecchio ottiene il sostegno di 13 società al primo round. È il momento di riflessioni, calcoli e analisi nei corridoi dell'albergo. Claudio Lotito, presidente della Lazio e pilastro 'pro Tavecchio, recita un ruolo attivo fino alla fine. Accompagna colleghi al seggio, quasi li spinge dentro, si assicura che nessuno si perda. Il fronte 'No Tav', che ruota attorno all'asse Roma-Juventus-Torino, al massimo può prolungare la sfida, ma non ha chance di riaprire la contesa.


Nella seconda votazione, in Serie A i club a favore del candidato forte si riducono a 11 e aumentano le schede bianche. Il presidente dei Dilettanti avrebbe bisogno del 66% dei consensi nella tornata numero 2. Anche in questo caso, si ferma a pochi passi dal traguardo: 63,18%, vantaggio abissale (Albertini 34,07%) ma la festa è rinviata. La fumata bianca arriva al terzo tentativo, quando serve una semplice maggioranza assoluta. Il fronte 'sì Tav' fa centro con il 63,63%, Albertini chiude al 33,95%. Tavecchio riceve gli applausi della sala, abbraccia il presidente uscente Giancarlo Abete e comincia l'avventura leggendo una breve dichiarazione: meglio evitare discorsi a braccio, dopo le recenti esperienze. «Dalle vicende delle scorse settimane ho tratto insegnamenti che metterò a frutto -dice-. In un'epoca in cui si dà più risalto alla potenza delle parole piuttosto che dei pensieri e all'apparire piuttosto che all'essere, cercherò di migliorare il mio modo di essere un pò ruvido e senza glamour come qualcuno lo ha definito ultimamente».


Agli avversari viene concesso l'onore delle armi: «Vorrei ringraziare anche coloro che legittimamente hanno fatto scelte diverse. Sarò il presidente di tutti, soprattutto di coloro che hanno espresso dissenso. Giudichiamo solo dopo che avremo fatto delle cose insieme. Con le parole non sono mai stato a mio agio, ma le riforme nel nostro sistema possono farsi solo insieme», aggiunge. «Come detto nel mio programma, non ci sono uomini della provvidenza né ricette magiche. Esiste la cultura del lavoro e senza perdere altro tempo invito tutte le componenti ad abbandonare le divisioni e mettersi all'opera». Per cominciare, bisogna nominare il nuovo ct: «Non farò conferenze subito, ma prometto che entro il 18 agosto mi presenterò con la lista del lavoro fatto questa settimana. Da domani mi metterò a disposizione della federazione. Non ho fatto ancora nessun approccio per il ct e nessuna operazione di una nuova governance, che dovrà essere condivisa con il consiglio federale». 

CALCIO: LOTITO, CON TAVECCHIO HA VINTO LA POLITICA DEI FATTI   - «Tavecchio ha dimostrato che contano più i fatti delle parole. Io non sono stato regista di nulla, ho sostenuto l'attuazione di un programma che è stato condiviso dalla Lega A e recepito dalle altre leghe. Con coerenza, lui lo ha portato avanti fino ad oggi. E i fatti ci hanno dato ragione. Ha vinto la politica dei fatti e non quella delle parole». Claudio Lotito si gode il successo di Carlo Tavecchio nella corsa alla presidenza della Figc. Il presidente della Lazio è stato sempre in prima linea al fianco del candidato delle leghe. «Io il suo tutor? Queste sono invenzioni -ha risposto-, Tavecchio non ha bisogno di tutele. È una persona che è nelle condizioni di poter decidere autonomamente e il suo curriculum parla da solo. Ha dimostrato con i fatti cosa è capace di fare, ha trasformato la lega dilettanti rendendola competitiva. Ritengo che possa fare cose importanti anche in Figc». Lotito ha escluso tensioni fra i club pro e contro Tavecchio: «Ma quale litigio? Sono cose totalmente false -ha risposto-. Non c'è stato nessun litigio né nulla, c'è un rapporto di rispetto e considerazione. C'è stata condivisione sul programma, non sulla persona. Il risultato elettorale ha premiato Tavecchio e all'interno di un'associazione ci sono posizioni di maggioranza e minoranza. Chi è in minoranza deve farsene una ragione. Ma non devono esserci vincitori o vinti. Da lunedì in poi deve esserci compartecipazione a un progetto di attuazione e di cambiamento che penso sia quello che vogliono tutti».

CARLO TAVECCHIO E I PUNTI DEL PROGRAMMA

Carlo Tavecchio, 71anni, già presidente della Lega nazionale dilettanti e vicepresidente vicario della Figc, è il nuovo presidente della Federazione Italiana gioco calcio. Il primo incarico federale dal 1987 al 1992: consigliere del comitato regionale Lombardia. Dal 1992 al 1996 viene eletto vicepresidente della LND, nel 1996 presidente del Comitato Regionale Lombardia della Figc mentre il 29 maggio 1999 vince le elezioni e diventa presidente della Lega Nazionale Dilettanti per poi diventare vicepresidente della federazione. Ha ricoperto la carica di sindaco del comune di Ponte Lambro (Como) per quattro legislature consecutivamente tra le fila della DC, dal 1976 al 1995.

Il 27 luglio ha presentato un programma di 17 pagine, suddiviso in undici punti (Governance e organizzazione federale; lotta contro la violenza e qualificazione del prodotto calcio; settore tecnico e centri di formazione federale; settore giovanile e scolastico; nuove risorse economiche; comunicazione; Club Italia; Grandi Eventi; legislazione e rapporti con il governo; rapporti con il Coni; riforma dei campionati e delle regole). Tavecchio propone l'istituzione di un segretario generale. Sul fronte sicurezza, promette massimo impegno nel contrasto ma anche "un'estensione del sistema delle esenzioni e delle attenuanti per i club" virtuosi.

Tra i punti forti della proposta del presidente Lnd, ci sono lo sviluppo dei centri di formazione federale per giovani (una ventina, in cui organizzare corsie selezioni regionali) e il modello britannico di ingresso per gli extra-comunitari, oltre a quello delle seconde proprietà per favorire la crescita dei calciatori "salvaguardando importanti realtà".


Per ampliare il numero di giocatori buoni per la nazionale c'è anche la proposta di intervenire con il riconoscimento dello ius soli, per attribuire la cittadinanza a nati in Italia da genitori stranieri. Nel programma anche una curiosità: quando parla del ruolo del ct della nazionale, sottolinea che "dovrà impegnarsi nella crescita tecnica ed 'immagine del calcio italiano" ma "non dovrà occuparsi della scelta degli alberghi".

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